Benedetta Capelli – Città del Vaticano
Le 32 chiese cattoliche di Singapore ieri alle 18 hanno fatto suonare le campane all’unisono per celebrare insieme la chiusura del bicentenario dell’evangelizzazione del Paese. Nella Cattedrale del Buon Pastore, l’arcivescovo di Singapore, monsignor William Goh, ha celebrato la Messa insieme al nunzio monsignor Marek Zalewski. Alla funzione hanno preso parte anche il primo ministro Lee Hsien Loong, sua moglie, leader di religioni diverse e rappresentanti delle ambasciate francese e portoghese, come segno di riconoscimento della grande opera di diffusione del Vangelo portata avanti dai loro missionari.
Cresce la Chiesa
“Siamo chiamati a rendere grazie per ciò che il Signore sta facendo attraverso la nostra Chiesa”: ha detto nell’omelia monsignor Goh, sottolineando che Singapore vive una grande crescita della fede negli ultimi cinque anni. “La nostra Chiesa – ha aggiunto – è viva! I nostri laici cattolici sono vivi! Le nostre organizzazioni sono vive. Sono piene di Spirito Santo”. L’arcivescovo ha elencato le tante iniziative portate avanti grazie anche a molti laici, la piena riuscita di “Catholic200SG” culminata in eventi, mostre, incontri, con un festival di otto giorni che ha visto partecipare 12mila cattolici, sempre nel rispetto delle norme anti-Covid. Notevole la crescita degli uffici diocesani, delle scuole cattoliche e della comunicazione. Monsignor Goh ha anche ringraziato il governo che è “rispettoso” delle religioni, che “ci vede come partner nello sviluppo dei valori sociali, morali e spirituali del nostro popolo”. “Le religioni qui a Singapore si sostengono a vicenda. Abbiamo – ha concluso l’arcivescovo – un’armonia interreligiosa molto forte, qualcosa di faticosamente costruito nel corso di molte generazioni”.