Chiesa Cattolica – Italiana

La benedizione di Francesco per una nuova cattedrale in Madagascar

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

E’ una terra che Papa Francesco ha conosciuto e apprezzato, nel settembre 2019, perché tappa del suo trentunesimo viaggio apostolico, che oltre al Madagascar aveva toccato il Mozambico e Mauricius. Oggi il Pontefice torna in Africa con un videomessaggio, in occasione della benedizione, nella festa di San Giuseppe Lavoratore, della concattedrale di San Giuseppe a Miandrivazo, nella diocesi di Morondava.

In un breve videomessaggio, Francesco spiega di aver guardato alcune foto della cattedrale e averne apprezzato il lavoro:

Mi congratulo con voi per questo lavoro che state realizzando e mi congratulo con voi per tutta l’opera educativa, sociale, religiosa, per quanto state facendo per i canali d’acqua affinché ci sia più riso tra voi. E chiedo a san Giuseppe di proteggervi molto.

Infine la sua benedizione e la raccomandazione di pregare per lui.

Il videomessaggio del Papa

Più vicini a Dio

La celebrazione è presieduta dal vescovo di Morondava, monsignor Marie Fabien Raharilamboniaina, vi partecipa anche il vescovo emerito della diocesi, monsignor Donald Joseph Pelletier. “Ringraziamo il Papa – afferma monsignor Raharilamboniaina – per aver rivolto lo sguardo verso di noi anche se siamo lontani. Con il suo cuore, lui vede ciò che è distante migliaia di chilometri ed è invisibile agli occhi. Con questa concattedrale, costruita da 200 poveri tagliatori di pietre, sia uomini che donne, la popolazione si sente più vicino a Dio”.”Sono sorpreso da questo video messaggio. Ci procura – afferma il presule – una grande gioia e ci fa sentire vicini a Papa Francesco. È davvero una sorpresa, una bellissima sorpresa”. La concattedrale si trova a Miandrivazo, una cittadina del Madagascar centrale di circa 20mila abitanti, situata nella diocesi di Morondava. E’ distante circa 300 chilometri da Morondava. Per questo – afferma il presule – la gente di Miandrivazo “si sente lontana dalla Chiesa”, immersa in una grande area occupata da foreste e zone desertiche.

Concattedrale di San Giuseppe a Miandrivazo nella Diocesi di Morondava, in Madagascar

Una Chiesa di periferia

Cinque anni fa, il vescovo ha convocato il Sinodo diocesano, durante il quale “il popolo di Dio di questa zona ha chiesto una maggiore prossimità da parte della diocesi”. La popolazione è composta per l’80% da seguaci delle religioni ancestrali e da un 15% di cattolici. “Gli animisti – afferma monsignor Raharilamboniaina – sono però molto aperti al Vangelo”. Il vescovo ha chiesto a tante congregazioni di venire in questa zona isolata e lontana. Attualmente sono presenti i Padri Salettini, i Gesuiti, i Monfortani, i Padri Trinitari, le suore di Jeanne Delanoue, le suore del Cuore Immacolato Di Maria, le suore Salesiane, le suore Carmelitane Missionarie Teresiane, le suore del Sacro Cuore, le suore Francescane Missionarie di Maria, i Padri Carmelitani, i monaci Cistercensi, i Padri Orionini, i Frati del Sacro Cuore oltre a sacerdoti diocesani.  “Hanno risposto generosamente all’appello del Papa ad andare nelle periferie. Questa presenza ci permette di essere prossimi a questo popolo e di portare avanti l’evangelizzazione. Sono più di 50 le nuove comunità cristiane di base nei vari villaggi. Ci sono più di 6000 bambini nelle nostre scuole e abbiamo tre ambulatori. Quindici giorni fa, ho presieduto una Messa in cui ho battezzato 200 persone. In questi villaggi, ci sono tante persone che hanno detto che ci aspettavano da tanto tempo”.

L’opera della Provvidenza

“Questa presenza – prosegue il vescovo – ci ha spinto a creare una struttura per accompagnare la vitalità di questa Chiesa. Perciò, abbiamo costruito la nuova concattedrale, la casa diocesana, il seminario minore, il centro catechetico, una scuola e una stazione radio cattolica”. “Grazie a Dio, la popolazione si è resa disponibile per costruire un canale d’irrigazione di più di 50 chilometri di lunghezza, fatto tutto a mano. Questo canale irriga più di 2000 ettari di risaie. Abbiamo affrontato e stiamo affrontando queste sfide senza mezzi finanziari: ma con la Provvidenza divina, i mezzi arrivano ogni giorno. Tutto questo, missioni religiose, scuole, e ambulatori sono frutto della Provvidenza”.

Nel segno del Papa e di San Giuseppe

“La realizzazione della concattedrale e della casa diocesana – racconta monsignor Raharilamboniaina – è stata possibile grazie alla visita del Papa in Madagascar, che ha suscitato la generosità di una donna e della sua famiglia. Questa donna è venuta a parlare col Papa dicendogli che il Madagascar ha bisogno di aiuto. Dopo questa visita, lei ci ha aiutato per la costruzione di un ambulatorio e poi della concattedrale e della casa diocesana. Questo impegno ha poi coinvolto tutta la famiglia di questa donna. Suo fratello le ha lasciato un’eredità. Lui si chiamava Giuseppe. E quest’anno, il Papa ha dedicato l’anno a San Giuseppe. Il quartiere dove è stato costruito questa concattedrale ha come patrono San Giuseppe. L’inaugurazione della concattedrale, che è dedicata a San Giuseppe, avviene il primo Maggio, festa di San Giuseppe Lavoratore. Il nostro vescovo emerito si chiama Giuseppe. Tutta questa serie di circostanze ci mostrano la volontà di Dio”.

Le limitazioni della pandemia

“Purtroppo siamo ancora dentro l’emergenza sanitaria. Quindi, la celebrazione – sottolinea il vescovo – si svolge con un numero molto limitato di persone. Questo ci fa ricordare la vita di San Giuseppe e quella di Maria: il bambino Gesù è nato in un luogo della periferia e pochissime persone sono andati a trovarlo. Nonostante l’assenza di tanti, la grazia divina è presente. In un momento successivo, organizzeremo un pellegrinaggio di San Giuseppe, invitando i fedeli della diocesi a camminare a piedi per qualche giorno, evangelizzando i villaggi e le città dove passeranno. Questo tipo di pellegrinaggio attira soprattutto i giovani”.

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