La bandiera ucraina firmata dai bambini in dono al Papa

Vatican News

di Giampaolo Mattei e Fabrizio Peloni

Non è “solo” una bandiera ucraina: a dar ancora più valore a quel simbolico pezzo di stoffa giallo e azzurro ci sono le firme di bambini che hanno scritto parole di pace per il loro popolo e parole di gratitudine al Papa che la pace l’ha invocata, anche stamani, in piazza San Pietro. Su quella che è “più” di una  bandiera  ci sono i 19 nomi e  cognomi dei bambini e delle loro mamme, in fuga dall’inferno dei missili sparati sull’Ucraina, che hanno trovato accoglienza nella Casa per ritiri spirituali a Lipinki, nella diocesi polacca di Rzeszów.

La “bandiera dei bambini” è stata consegnata stamani al Papa —  durante l’udienza generale in piazza San Pietro — da don Rafał Brej, direttore del Centro di Lipinki. Accanto c’era don Tri Tang Pham, parroco della Santa Famiglia a Port St. Lucie, nella diocesi statunitense di Palm Beach, che, con i suoi parrocchiani di origine ucraina, ha compiuto un viaggio solidale proprio tra i rifugiati, al confine polacco. Racconta don Brej: «Dall’inizio della guerra il nostro Centro, che opera nella parrocchia dell’Assunzione della Beata vergine Maria a Lipinki, ha accolto di continuo rifugiati ucraini. In questo momento ci sono 19 persone: mamme con i loro bambini».

E sono stati proprio i bambini, fa presente il sacerdote, a pensare a un «regalo per Francesco»: una bandiera ucraina con le loro firme, le loro dediche. E «stamani la “bandiera dei bambini” l’ho consegnata al Papa, ringraziandolo per il suo impegno per la pace». Da parte sua il Pontefice ha incoraggiato la vera e propria “rete di volontariato” che coinvolge anche le parrocchie della Trasfigurazione a Kamienica, nella diocesi di Tarnów, e in Ucraina la comunità parrocchiale di Sadogóra, vicino a Chernivtsi. Don Tri Tang Pham, vietnamita, è venuto espressamente dagli Stati Uniti d’America «per incontrare il Papa con alcuni  parrocchiani di origine ucraina». Con la Caritas dell’arcidiocesi di Lublino e il Centro di Lipinki, hanno realizzato alcuni progetti molto concreti per i rifugiati, soprattutto per i piccoli rimasti organi e le famiglie che non hanno più una casa.

A Roma un concerto per l’ospedale di Kiev

In piazza San Pietro, particolarmente significativa la presenza di artisti ucraini, polacchi ed ebrei che si esibiranno, questa sera, all’Auditorium della Conciliazione nello spettacolo “Insieme – Concerto per la pace”, nell’ambito della vii edizione del Festival dei Salmi di Davide. L’iniziativa, organizzata dall’Istituto di Memoria nazionale polacco, dalla Fondazione Famiglia Ulma soar, insieme all’Ambasciata della Repubblica di Polonia a Roma, è promossa per sostenere l’Ospedale nazionale dei bambini di Kiev. E proprio alla famiglia polacca Ulma — spiega il postulatore don Witold Burda — è dedicata una mostra allestita all’Auditorium: Józef, Wiktoria e i loro sette figli (uno ancora nel grembo materno) sono stati giustiziati  il 24 marzo 1944 per aver offerto rifugio a otto ebrei. Gli artisti — in particolare la band ucraina “Kalush Orchestra” che ha vinto l’Eurovision song contest 2022 — erano accompagnati da monsignor Adam Szal, arcivescovo di Przemyśl dei Latini, territorio nel sud est della Polonia proprio al confine con l’Ucraina, in prima linea nell’accoglienza dei profughi provenienti dal Paese in guerra, e a 140 chilometri da Przewodów, il villaggio polacco da ieri sera sotto gli occhi del mondo.

Ricordando Naomi

È tornata da Papa Francesco per ricordare Naomi Cabral, la persona transessuale trovata morta il 6 ottobre in una camera d’albergo sul litorale romano: per Claudia Victoria Salas  stamani l’incontro con il Papa è stato anzitutto proprio un atto in memoria di Noemi. Erano presenti anche suor Geneviève Jeanningros, la religiosa delle Piccole sorelle di Gesù, e don Andrea Conocchia, parroco della Beata Vergine Immacolata a Torvaianica, che stanno accompagnando alcune persone transessuali e ai margini della vita sociale a incontrare Papa Francesco durante le udienze generali.

In pellegrinaggio da Haïti e dalla Romania

A portare la voce di dolore ma, soprattutto, di speranza del popolo di Haïti erano presenti all’udienza 19 pellegrini della parrocchia del Sacro Cuore di Gesù nella capitale Port-au-Prince, guidati dal parroco padre Han’s Alexandre. Fanno tutti parte dell’associazione Réseau du Coeur. «Il terremoto del 12 gennaio 2010 ha distrutto completamente la nostra chiesa e sebbene manchino i fondi per la ricostruzione — ha raccontato il parroco — la nostra speranza nel domani è più forte di qualsiasi povertà o insicurezza e ci porta, come ci ha insegnato Papa Francesco nella Fratelli tutti, ad aprirci all’amore e al servizio verso gli altri». Dall’arcidiocesi di Bucarest sono arrivati in pellegrinaggio di fraternità 14 sacerdoti che celebrano il venticinquesimo anniversario della loro ordinazione.

Sulle orme di san Francesco

Il Papa ha incoraggiato la missione dei religiosi del Terzo ordine regolare di San Francesco, a Roma per il consiglio plenario (nella curia generalizia presso la basilica dei Santi Cosma e Damiano dal 14 al 19 novembre) per discutere il tema della formazione in tutte le fasi della vita religiosa. «Sono qui i superiori di tutte le Province» dice il ministro generale, padre Amando Trujillo Cano.

Il carisma di «salvare i bambini da fame e strada»

«Salvare i bambini dalla fame e della strada»: con questo carisma concretissimo padre Arturo D’Onofrio ha fondato il 3 ottobre 1949, con madre Anna Vitiello, la Congregazione delle piccole apostole della redenzione. A presentare al Papa l’attualità di questa missione erano presenti all’udienza le 38 suore che stanno partecipando al nono capitolo generale, iniziato il 24 ottobre per concludersi proprio oggi. L’obiettivo? Che nel volto della congregazione «risplenda l’immagine di Cristo povero, umile e dedito al servizio degli uomini, specialmente dei bambini orfani e abbandonati» dice la superiora generale, madre Nunzia Gentilcore. «Sacerdote della diocesi di Tortona — racconta — padre D’Onofrio nel Natale del 1943 si sentì chiamato a questa missione evangelica che da tempo avvertiva con chiara consapevolezza interiore».

Una missione iniziata nel circondario di Visciano (Napoli), paese natale di padre D’Onofrio che accolse i bambini nella casa paterna. E il 6 novembre 1949 venne inaugurato “Il Villaggio del fanciullo”, il primo istituto che ospitò i bambini vittime della guerra e della fame. Questo istituto è oggi, significativamente, la casa madre della congregazione, approvata a livello diocesano nel 1962 e dal 1978 con il riconoscimento pontificio. «Siamo una piccola congregazione — dice la superiora generale — che conta poco più di 300 religiose, presenti in Italia, Colombia, Guatemala, El Salvador, Messico, Perú, Honduras, India, Timor est e Madagascar».

Con la comunità del Collegio di Anagni

Lezioni sospese oggi per la comunità del Pontificio Collegio Leoniano di Anagni. Accompagnati da alcuni vescovi del Lazio, gli studenti, i professori, le religiose e i dipendenti (con le famiglie)  erano in piazza per incontrare il Pontefice. «Un vero e proprio pellegrinaggio  in occasione del 125° anniversario dell’erezione del Seminario regionale, proseguito — dice il rettore don Emanuele Giannone  — con la partecipazione alla messa  nella basilica Vaticana, per testimoniare e rinnovare l’amore e il servizio per il Papa e per la Chiesa».

Quei pompieri in pensione volontari in prima linea

Sono i primi a scattare e a rispondere “presente” quando ci sono calamità naturali, terremoti soprattutto: sono «i quattrocento ex vigili del fuoco che, seppure in pensione, continuano a prestare il servizio volontario in tutta Italia, specialmente quando sono richiesti interventi qualificati per esperienza e professionalità». Lo dice Carlo Attanasio, responsabile regionale per l’Abruzzo dell’Associazione del corpo nazionale dei vigili del fuoco. «Unirci in preghiera con il Papa — aggiunge — ci ha fatto riflettere sull’importanza del nostro operato per affidare allo sguardo protettivo di Maria tutti i nostri colleghi, impegnati quotidianamente nelle operazioni di soccorso».

Un incoraggiamento il Papa lo ha rivolto anche ai responsabili dell’associazione “I Bindun” che da 40 anni organizza iniziative solidali per i più poveri, in particolar modo i bambini. L’idea è nata tra alcuni tifosi dell’Inter, tanto che stamani all’udienza c’erano anche gli ex calciatori Giuseppe Baresi e Giuseppe Bergomi. Per rilanciare il dialogo interreligioso era presente in piazza San Pietro il leader shintoista giapponese Mitsuo Miyake.

Un film sul martirio di sant’Andrea Kim Taegon

Prima dell’udienza generale in piazza San Pietro, il Pontefice ha ricevuto — nell’Auletta della Aula Paolo vi  — un gruppo di persone in occasione della proiezione del film  (prevista per oggi pomeriggio nell’Aula del Sinodo) sulla vita e il martirio di sant’Andrea Kim Taegon, il primo sacerdote coreano. Con il cardinale Lazzaro You Heung-sik, prefetto del Dicastero per il clero, erano presenti anche il rettore del santuario dei santi martiri che il Papa ha visitato nell’agosto 2014. E la bambina, oggi ragazza, che a Francesco ha offerto, in quella occasione, una rosa d’argento. Giunto in piazza San Pietro, il Papa ha fatto salire sulla jeep cinque bambini venuti da San Martino di Castrozza — tra loro una piccola con sindrome di Down — per il “giro” per salutare da vicino i pellegrini.