Kasper: quando al Conclave regalai a Bergoglio un libro

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Eugenio Bonanata – Città del Vaticano

Otto anni fa, 17 marzo 2013, primo Angelus del Papa. Dalla finestra di quello che è appena diventato il suo studio nel Palazzo Apostolico, Francesco accenna a un libro sulla misericordia che aveva letto nei giorni precedenti. Precisa che a scriverlo è stato “un teologo in gamba”, Walter Kasper, e scherza sul fatto che con quella citazione non abbia alcuna intenzione di fare pubblicità ai libri dei suoi cardinali.

“Questa è la parola del nostro Dio”

Otto anni dopo il porporato tedesco, presidente emerito del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, rievoca quel momento. Ricorda che era appena uscita l’edizione spagnola del libro ‘Misericordia. Concetto fondamentale del Vangelo. Chiave della vita cristiana’ (edizioni Queriniana) e che e tre giorni prima dell’apertura del Conclave gliene erano state consegnate tre copie. Così aveva deciso di regalarle ai colleghi elettori di lingua ispanica, tra i quali c’era anche il cardinale Bergoglio che conobbe nell’occasione. “Alloggiava nella camera di fronte alla mia a Casa Santa Marta”, rivela Kasper, soffermandosi sulla reazione del futuro Papa. “Era stupito quando ha letto la parola misericordia. Mi ha detto immediatamente: ‘questa è la parola del nostro Dio, senza siamo perduti’”.

Pilastro di un pontificato

Pochi giorni dopo, seguendo l’Angelus attraverso la televisione, è il cardinale Kasper a restare sorpreso per le parole del Papa pronunciate dinanzi alla folla di fedeli e pellegrini radunati in Piazza San Pietro. “L’importanza della misericordia – precisa – era una idea che il Papa aveva già da prima, solo che ebbe la conferma di questa sua convinzione da parte di un teologo”. Col passare del tempo quel tema si è fatto largo: dai “Venerdì della misericordia” a un Giubileo dedicato, questa parola si è trasformata in un’asse fondamentale del pontificato di Francesco. “Il pilastro”, chiosa il porporato che richiama le tante implicazioni sulla dottrina sociale della Chiesa e sull’atteggiamento nei confronti dei poveri e dei Paesi in via di sviluppo. Un percorso che passa dal paradigma della Chiesa in uscita fino alla Fratelli tutti, offrendo ai cristiani la chiave per affrontare le sfide e le incongruenze del nostro tempo acuite dalla pandemia.

La sovranità di Dio è la sua misericordia

“La misericordia può dare nuova credibilità alla Chiesa”, ribadisce il cardinale Kasper, avvertendo che Francesco non parla solo della misericordia umana, ma soprattutto di quella di Dio. E proprio questo tema rappresenta l’inizio delle riflessioni del porporato sull’argomento, che nel giro di un paio di anni sfociò nel libro citato dal Papa quella domenica. Ad alimentare la ricerca teologica è stata la domanda “chi è Dio?”. “Personalmente – sottolinea il porporato – ho compreso la centralità di questo concetto: Dio è misericordia e questa è l’espressione della sua sovranità, la giustizia concreta che si rivolge a ciascuna persona nella sua unicità e sulla base delle situazioni in cui vive”. In pratica è una visione che ha a che fare con il supporto all’altro bisognoso di aiuto in un contesto determinato.

Teologia è missione oltre che accademia

Il tutto tenendo presente un aspetto che Kasper ci tiene ad evidenziare. “Il Signore – spiega – non chiede misericordia a noi, che siamo deboli, peccatori ed egoisti, bensì ci offre la possibilità, la forza e la grazia di essere misericordiosi”. Convinzioni che nascono da un modo di intendere la ricerca sui temi della fede ben rappresentati da “Teologia in dialogo”, il corposo volume della Libreria Editrice Vaticana che propone per la prima volta in lingua italiana l’Opera Omnia del cardinale Kasper. “La fede cristiana deve sempre confermarsi in dialogo con le domande e i segni di ogni epoca”, afferma il porporato a proposito di questo libro tradotto in diverse lingue. “Anche la teologia – conclude – costituisce un elemento della missione della Chiesa nel mondo, non solo una realtà accademica”.