Jurkovič: la “Fratelli tutti” rafforza l’unità della famiglia umana

Vatican News

Michele Raviart – Città del Vaticano

Fraternità, multilateralismo e pace. Sono questi i temi su cui sarà incentrato l’evento promosso a Ginevra dalla Santa Sede domani pomeriggio, durante il quale sarà presentata l’enciclica di Papa Francesco Fratelli tutti alla presenza di istituzioni come l’Oms, Alto Commissariato per i rifugiati dell’Onu e l’Organizzazione internazionale del lavoro. L’appuntamento – che potrà essere seguito sul canale Youtube della Missione della Santa Sede a Ginevra, in inglese, italiano, francese e spagnolo a partire dalle ore 15 – sarà aperto da un intervento del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, che offrirà alcune riflessioni su come il concetto di “fraternità umana” possa influire sulla cooperazione all’interno della comunità internazionale.

Dialogo interreligioso e giustizia sociale

Nella seconda parte saranno invece approfonditi i temi del dialogo interreligioso e della giustizia sociale, su cui si confronteranno il cardinale Miguel Angel Ayuso Guizot, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, il principe giordano El Hassan bin Talal, il segretario generale del Consiglio mondiale delle Chiese Ioan Sauca, e il rabbino argentino Abraham Skorka, grande amico di Papa Francesco.

Uniti in una “famiglia umana”

Siamo tutti legati tra di noi in quanto “famiglia umana”, si legge nell’enciclica del Papa. Una constatazione che è apparsa in maniera evidente durante questo anno di pandemia, che ha reso evidente l’importanza della collaborazione tra Paesi, come spiega a Vatican News l’arcivescovo Ivan Jurkovič, osservatore della Santa Sede presso l’Ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra e moderatore dell’incontro.

Ascolta l’intervista a monsignor Ivan Jurkovič

R. – Dal punto di osservazione di Ginevra, si vede esattamente questo: la complessità è la varietà della famiglia umana. All’inizio abbiamo avuto l’impressione che erano più visibili gli esempi di solidarietà tra gli Stati, mentre ora si vede anche che ci sono momenti di incertezza. Le crescenti disuguaglianze e le divisioni tra gli Stati sono diventate sempre più visibili e si nota anche che i più vulnerabili sono meno considerati. Ciò è anche molto visibile nella corsa ad accaparrarsi le dosi del vaccino sul mercato, tanto che alcuni Stati ne hanno addirittura troppi e ad altri mancano del tutto queste risorse. È la presenza del “virus dell’individualismo radicale” che il Santo Padre ha attaccato in uno dei suoi discorsi e che ha spinto la Santa Sede a presentare l’enciclica ad alto livello, con un evento sul tema della fraternità, del multilateralismo e della pace. Sono tre parole che vanno molto bene insieme a Ginevra, perché la fraternità è l’ispirazione delle Nazioni Unite – e anche del Papa -,il multilateralismo è una questione che è stata tanto messa in difficoltà ed è sempre bisognosa di essere sostenuta, e Ginevra è anche un centro dei negoziati per il disarmo e la pace.

A questo evento saranno presenti le organizzazioni internazionali che si occupano in generale della dignità dell’uomo: ci sarà l’Organizzazione internazionale del lavoro, l’Oms, l’Alto Commissariato per i rifugiati. In che modo la Fratelli Tutti può essere da guida per queste istituzioni?

R. – Mi sembra molto utile rilevare che il primo articolo della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo comincia così: tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza. È interessante che le prime parole della carta contengono già la parola della fraternità. Ci è parso molto importante vedere che anche l’ispirazione del Santo Padre arriva esattamente nel luogo giusto, quello di Ginevra, dove c’è sempre la necessità di risvegliare e di riscoprire i valori e gli ideali che sono tanto essenziali per la nostra attività qui. È bene sottolineare che ci sono 39 organizzazioni internazionali ospitate a Ginevra, dal disarmo al commercio, dai diritti umani alle migrazioni. Vuol dire un enorme capitale di diritti umani e di dignità dell’uomo. Ginevra ha bisogno, come noi, non solo credere nelle ispirazioni, ma anche nella forza del dialogo che ha bisogno di strutture. Si possono criticare le Nazioni Unite – ed è facile criticarle, forse è anche necessario – ma bisogna dire che il mondo oggi sarebbe probabilmente molto peggiore senza le Nazioni Unite e non è pensabile senza. Le grandi idee e le grandi ispirazioni hanno bisogno anche delle strutture e questo è quello che noi cerchiamo di sottolineare e di appoggiare anche come presenza della missione della Santa Sede.

La seconda parte dell’evento è incentrata sul dialogo interreligioso. In che modo le religioni possono contribuire alla pace e allo sviluppo della famiglia umana in questa fase storica segnata dalla pandemia?

R. – Si è detto in tante occasioni. Recentemente è un discorso che si fa ripetutamente e con una convinzione sempre più grande. Direi che c’è una necessità del dialogo all’interno della religione. Si possono trovare le parole più adeguate per definirlo, ma da uno e dall’altro lato bisogna sapere che si tratta di una necessità e la percezione nostra è che questa convinzione diventa sempre più profonda e sempre più reale. Non sono parole, è una necessità vera e propria. Il mondo deve camminare sulla via del dialogo tra le religioni. Siamo vicini e da noi dipende il futuro del mondo, specialmente tra le grandi religioni, che rappresentano facilmente più della metà dell’umanità. Vuol dire che dalla qualità del dialogo di due o tre grandi religioni dipende il futuro di più della metà dell’umanità. Sono cose grandi.