Italia, il 3 e 4 ottobre si vota in oltre mille comuni: c’è anche Roma

Vatican News

Andrea De Angelis – Città del Vaticano 

Oltre dodici milioni di italiani saranno chiamati al voto nelle prossime 48 ore. Si voterà in più di mille comuni – 1162 per l’esattezza – ed in Calabria si terranno le elezioni regionali, in anticipo rispetto alla scadenza naturale della legislatura a seguito della morte improvvisa della presidente in carica, Jole Santelli, avvenuta il 15 ottobre 2020, appena otto mesi dopo l’inizio del suo mandato alla guida della Regione Calabria. 

Guida al voto 

Le urne saranno aperte domenica 3 ottobre, dalle 7 alle 23, e lunedì 4 ottobre, dalle 7 alle 15. Subito dopo avranno inizio le operazioni di scrutinio. Per le consultazioni amministrative, votano gli iscritti nelle liste elettorali di ciascun comune che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età entro il 3 ottobre 2021. La scheda è azzurra. L’elettore deve presentarsi al seggio con un documento di identità valido e la tessera elettorale. Chi non ha la tessera o l’ha smarrita può richiederla all’ufficio elettorale del comune di residenza. Il voto prevede tre diverse modalità: si può tracciare un segno solo sul simbolo di una lista, assegnando in tal modo la propria preferenza alla lista contrassegnata e al candidato sindaco da quest’ultima appoggiato; si può tracciare un segno sul simbolo di una lista, tracciando contestualmente un segno sul nome di un candidato sindaco non collegato alla lista votata, ottenendo così il cosiddetto “voto disgiunto”; infine si può tracciare un segno solo sul nome del candidato sindaco, votando così solo per il candidato sindaco e non per la lista o le liste a quest’ultimo collegate. 

Le preferenze

Ogni elettore può poi esprimere, nelle apposite righe affiancate al simbolo della lista, uno o due voti di preferenza, scrivendo il cognome di non più di due candidati compresi nella lista da lui votata. Nel caso di espressione di due preferenze, esse devono riguardare candidati di sesso diverso della stessa lista, pena l’annullamento della seconda preferenza. È eletto sindaco al primo turno il candidato che ottiene la maggioranza assoluta dei voti validi, dunque il “50% più uno”. Qualora nessun candidato raggiunga tale soglia si tornerà a votare il 17 e 18 ottobre per scegliere tra i due candidati che al primo turno hanno ottenuto il maggior numero di voti. Gli orari del ballottaggio sono gli stessi orari previsti per il primo turno. Al secondo turno viene eletto sindaco il candidato che ottiene il maggior numero di voti, senza alcun tipo di percentuale minima. 

I sei comuni capoluogo di regione

I comuni in cui si voterà sono dunque più di mille. I riflettori sono puntati in particolare su sei città capoluogo di regione, ovvero Bologna, Milano, Napoli, Roma, Torino e Trieste. Nel capoluogo dell’Emilia-Romagna sono due i candidati principali: uno è Matteo Lepore, sostenuto da una larga coalizione di centrosinistra e dal Movimento 5 Stelle; l’altro è Fabio Battistini appoggiato dai partiti di centrodestra. A Milano si candida il sindaco uscente di centrosinistra, Giuseppe Sala. A sfidarlo Luca Bernardo, esponente del centrodestra, e la candidata del Movimento 5 Stelle, Layla Pavone. A Napoli, centrosinistra e pentastellati si presentano uniti nel sostenere Gaetano Manfredi. Il principale avversario è il candidato del centrodestra, Catello Maresca. In lizza anche l’ex sindaco partenopeo Antonio Bassolino, che si presenta come candidato civico. Nella capitale è corsa a quattro per il Campidoglio: il sindaco Virginia Raggi del Movimento 5 Stelle punta ad un nuovo quinquennio. A sfidarla saranno il candidato del centrosinistra, Roberto Gualtieri, e quello del centrodestra, Enrico Michetti, oltre a Carlo Calenda di Azione. A Roma sono in tutto ventidue i candidati sindaco e trentanove le liste. Anche a Torino sono quattro i principali candidati sindaco: Valentina Sganga per il Movimento 5 Stelle; Paolo Damilano per il centrodestra; Stefano Lo Russo per il centrosinistra ed Angelo d’Orsi per la sinistra. Infine Trieste, con il sindaco uscente Roberto Dipiazza che si ricandida per il centrodestra. A sfidarlo Francesco Russo del centrosinistra e la candidata del Movimento 5 Stelle, Alessandra Richetti. 

Impegni verificabili

L’Italia, dunque, si appresta a vivere le prime importanti elezioni in tempo di pandemia e ci si interroga su quella che sarà l’affluenza alle urne. Si corre il rischio, in sostanza, di considerare il voto amministrativo di importanza minore rispetto a quello che porta al rinnovo del Parlamento? A questa ed altre domande risponde, nell’intervista a Radio Vaticana – Vatican News, il politologo Francesco Bonini, rettore della Lumsa. 

Ascolta l’intervista a Francesco Bonini

Professore, prima di parlare nello specifico di queste elezioni vorrei chiederle perché, oggi come in passato, è importante recarsi alle urne.

Votare è sempre molto importante perché si tratta di determinare l’indirizzo della comunità di cui si fa parte. In particolare oggi è ancora più importante perché, considerando la pandemia, bisognerà anche a livello locale decidere come allocare le risorse in arrivo. Dunque è fondamentale scegliere delle persone di cui fidarsi. Cavour diceva che è bene che l’elettore conosca l’eletto. A livello comunale c’è una qualche forma di conoscenza, il che vuol dire partecipare attivamente, scegliere persone competenti che possano assicurare questo servizio. 

Le elezioni amministrative talvolta vengono considerate di minore importanza rispetto alle politiche. Si tratta di un errore?

Credo sia il caso di analizzare gli ultimi venti, venticinque anni e scopriremo come in Italia i sistemi che hanno funzionato meglio siano stati proprio a livello comunale e regionale. Dunque è importante questo tipo di partecipazione perché siamo inseriti, come elettori, in sistemi che producono effettivamente dei risultati. Questi potranno poi naturalmente essere positivi o negativi e le scelte essere messe così in discussione alla successiva tornata elettorale… 

Quanto conta che anche l’elettore, e non solo chi si candida, abbia la consapevolezza che è un grande impegno e una grande responsabilità governare un territorio seppur piccolo?

Credo che noi elettori dobbiamo diventare più esigenti. Non mettere semplicemente, come si dice oggi, un “like” scegliendo l’uno o l’altro candidato, ma pretendere degli impegni verificabili dando così vita ad un circuito virtuoso che è poi quello della rappresentanza locale. In conclusione, è molto importante partecipare perché c’è anche l’incognita dell’affluenza, ed è altresì importante far sì che la partecipazione non sia episodica. La rete delle associazioni cattoliche, della Chiesa sul territorio è a mio avviso un presidio importante per invitare alla partecipazione e continuare quel dialogo tra elettori ed eletti che deve proseguire anche dopo il voto.