Chiesa Cattolica – Italiana

Istanbul, il Papa: la violenza non scoraggi il popolo turco dal costruire la fraternità

Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano

È “profondo” il dolore” che esprime Papa Francesco per l’attentato a Istanbul che, domenica 13 novembre, ha provocato otto morti e oltre 80 feriti in una delle vie centrali della capitale turca. In un telegramma a firma del cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, al nunzio apostolico in Turchia, monsignor Marek Solczyński, il Papa invia le sue condoglianze a famiglie e amici delle vittime e, assicurando “la sua vicinanza spirituale”, prega “affinché nessun atto di violenza scoraggi gli sforzi del popolo turco per costruire una società basata sui valori della fraternità, della giustizia e della pace”. 

La condanna di Bartolomeo

Anche il patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo, nelle scorse ore ha espresso una “ferma condanna” dell’attentato e, secondo quanto riferito dai media locali, si è recato sul luogo della strage per commemorare le vittime.

L’attacco

L’esplosione è avvenuta alle 16.20 di domenica scorsa (le 14.20 in Italia) e ha devastato via Istiklal Caddesi, nel quartiere di Taksim sulla sponda europea della città, luogo di shopping e di ritrovo sociale. Nei filmati diffusi nell’immediato sui social – alcuni ripresi da telecamere di sorveglianza – si vede l’istante dell’esplosione sulla via pedonale, avvenuta apparentemente in mezzo ai passanti.

Cinquanta arresti

In serata il presidente Recep Tayyip Erdogan e il suo vice, Fuat Oktay, avevano parlato di una donna responsabile della bomba: inizialmente si pensava a una kamikaze, mentre nelle dichiarazioni in nottata Soylu ha confermato che la persona che ha piazzato la bomba è stata arrestata, senza specificare i motivi per i quali il sospetto sia stato arrestato, né se si tratti di una donna. Secondo i media, è stata arrestata Ahlam Albashir, cittadina siriana che avrebbe poi confessato di essere stata addestrata dal partito curdo armato Pkk e dalle milizie curde siriane dello Ypg. Il ministro della Giustizia, Bekir Bozdag, ha fatto riferimento a una “borsa” appoggiata su una panchina per 40-45 minuti prima dell’esplosione. Insieme a lei nelle scorse ore sono state arrestate 46 persone. Numero salito oggi a 50, come reso noto dal ministro della Giustizia turco Bekir Bozdag.

Intanto le Forze democratiche siriane, guidate dai curdi, negano ogni coinvolgimento nell’attentato. “Le nostre forze non hanno alcun rapporto con l’attentato di Istanbul e respingiamo le affermazioni che ci incolpano”, ha dichiarato Mazloum Abdi, a capo delle Forze democrartiche siriane, che guidano la coalizione militare al potere nel nord-est della Siria.

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