Israele, preoccupa l’escalation di attacchi dopo l’attentato di Tel Aviv

Vatican News

Fausta Speranza – Città del Vaticano

Israele ha chiuso il valico di Gilboa con la Cisgiordania nei pressi di Jenin da dove è giunto il palestinese autore dell’attentato terroristico di ieri sera a Tel Aviv, che ha provocato due morti e 15 feriti di cui alcuni gravi. Le due vittime sono due amici di 27 anni originari di  Kfar Saba. L’autore dell’attentato è stato localizzato ed ucciso, come ha riferito la radio militare israeliana, secondo la quale l’uomo – un palestinese secondo l’emittente – si trovava nel centro di Jaffa, nelle vicinanze di una moschea.  

La reazione di Israele

Il ministro della Difesa, Benny Gantz, ha detto che saranno “ampliate le operazioni contro l’ondata terroristica”: in due settimane si contano diversi assalti a israeliani a colpi di coltello con 13 vittime. Negli scontri scoppiati durante un’operazione di arresti condotta dall’esercito di Israele il 31 marzo, tre palestinesi del campo profughi di Jenin, nel nord della Cisgiordania, sono stati uccisi. Le forze di sicurezza israeliane “restano in massima allerta” a Tel Aviv e in tutto il Paese per “ogni altro episodio o attacchi imitativi”, ha affermato il premier israeliano, Naftali Bennett, sottolineando che “l’intero popolo d’Israele sente il dolore delle famiglie delle persone uccise e prega per la salute dei feriti”. La guerra al terrore omicida è lunga e difficile sarà vinta, ha aggiunto.

La condanna di Makhmoud Abbas

Da parte sua, il presidente dell’Autorità Nazionale palestinese, Makhmoud Abbas (Abu Mazen), ha condannato “l’uccisione di due civili israeliani in una sparatoria nel centro di Tel Aviv”. Secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa dell’ANP Wafa, l’uccisione di palestinesi ed israeliani “conduce solo ad un deterioramento della situazione” in un periodo segnato dal Ramadan, dalla Pasqua ebraica e da quella cristiana. Senza dimenticare il “pericolo delle continue incursioni sulla Moschea Al Aqsa e le azioni provocatorie di gruppi di coloni estremisti”.

La voce dell’Ue

Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, scrive in un tweet di essere “inorridito dall’ennesimo attacco terroristico contro il popolo israeliano, questa volta a Tel Aviv”. “Il nostro pensiero va alle famiglie delle vittime”, aggiunge, ribadendo che: “La lotta al terrorismo è uno sforzo comune in cui siamo uniti a Israele”. Della serietà della situazione Vatican News ne ha parlato con Luciano Bozzo, docente di relazioni internazionali all’Università di Firenze:

Ascolta l’intervista con Luciano Bozzo

Il professor Bozzo sottolinea la preoccupazione che viene dal fatto che non si tratta più ormai solo di casi isolati ma di episodi che si susseguono da settimane. Si parla, dunque, di una regia strutturata. Secondo il docente, è molto difficile capire la reale strategia che sta dietro a questa ondata di attacchi ma sottolinea che ci sono forze come Hamas, cellule del  sedicente Stato islamico o gli Hezbollah libanesi che definiscono “martire” l’autore dell’attacco di stanotte e che dunque sottoscrivono o plaudono all’iniziativa. In ogni caso – mette in luce Luciano Bozzo – quello che accade ora va messo in relazione con la guerra in Ucraina giunta al 44esimo giorno. Non c’è da immaginare un legame diretto, per il professore, ma è fuor di dubbio che certi contesti, che vedono inevitabilmente la comunità internazionale coinvolta e concentrata su fatti così gravi, rappresentano per forze che alimentano il terrorismo il momento più opportuno per creare destabilizzazione. Si cerca di trarre vantaggio – spiega Bozzo – dalla “distrazione” di Stati Uniti e Unione europea nel senso che la condanna dei fatti di terrorismo è sempre la stessa, ma ci sono momenti in cui inevitabilmente la reazione è diversa per il diverso contesto.