India: nel 2021, 300 episodi di violenza contro i cristiani

Vatican News

Isabella Piro – Città del Vaticano

Sono trecento le violenze perpetrate contro i cristiani in India nel 2021: è quanto si legge nel rapporto “Cristiani sotto attacco in India”, compilato da diverse Organizzazioni non governative che operano nel Paese e riportato dalla Fondazione pontificia “Aiuto alla Chiesa che soffre”. A destare particolare preoccupazione è lo Stato centrale del Madhya Pradesh, dove è in atto una campagna per la riconversione degli indigeni lanciata dagli attivisti radicali indù. Questi ultimi “stanno facendo pressioni sui cristiani indigeni affinché abbandonino la loro fede”, spiega padre Rocky Shah, addetto alle pubbliche relazioni della diocesi cattolica di Jhabua. “Gli attivisti indù – continua il sacerdote – stanno conducendo campagne contro presbiteri e pastori che guidano le comunità cristiane e hanno minacciato di demolire le nostre chiese con la falsa accusa di essere state costruite illegalmente”.

Sacerdoti e pastori convocati dalle autorità

Intanto, più di 300 poliziotti sono stati schierati a guardia della cattedrale cattolica e di altre strutture ecclesiali locali, mentre alle amministrazioni distrettuali si chiede di “convocare sacerdoti e pastori cristiani per certificare personalmente davanti alle autorità se siano diventati cristiani con la forza”. “Collaboreremo con l’amministrazione perché non abbiamo nulla da nascondere – sottolinea padre Shah – Le nostre proprietà, comprese le chiese, sono state costruite legalmente con il permesso delle autorità governative”. Il sacerdote si dice comunque fiducioso nel fatto che “la verità emergerà”.  

Cosa prevede la legge anti-conversione

Da ricordare che a gennaio del 2021, il governo del Madhya Pradesh, nel cui territorio si trova la diocesi cattolica di Jhabua, ha approvato una legge anti-conversione che prevede pene detentive fino a dieci anni per chi si converte a religioni diverse dall’induismo, in particolare cristianesimo e islam. Quella stessa legge consente di tornare all’induismo da altre religioni, definendolo un “ritorno a casa”. Il Madhya Pradesh è tra gli otto dei 28 Stati dell’India in cui sono previste leggi anti-conversione.