Chiesa Cattolica – Italiana

In dialogo con il mondo: il Papa risponde a cento domande dei poveri

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

Cento domande che ne sintetizzano un migliaio, arrivate dai poveri di tutto il mondo: bambini delle favelas brasiliane e donne delle pianure indiane, ragazzi del deserto iraniano e senzatetto americani, prostitute asiatiche e famiglie malgasce. Quattro gruppi di “clochard” e precari dell’Associazione Lazare, che fa abitare insieme giovani impegnati nel sociale e senzatetto in Francia ma non solo, hanno posto queste domande a Papa Francesco, che li ha ospitati a Santa Marta per la durata dell’intervista. Da questi incontri è nato il libro “In dialogo con il mondo. Il Papa risponde” che esce oggi in italiano (pubblicato da Corbaccio), francese e spagnolo.

Quattro gruppi di senzatetto, a turno a Casa Santa Marta

Christian, Ricardo, Philippe, Manoli, Diana, Jesús, Charlotte, Orelio, Alain hanno fatto da portavoce ai poveri di 80 Paesi, che hanno rivolto le loro domande al Papa attraverso Lazare e una ventina di associazioni e ong del cinque continenti, come Fidesco o Enfants du Mékong. Accompagnati da Pierre Durieux e Loïc Luisetto, rispettivamente segretario e direttore generale di Lazare, hanno raccolto le risposte di Francesco, che non si è sottratto a nessuna domanda.

La copertina del libro “In dialogo con il mondo. Il Papa risponde” edito da Corbaccio

Il Papa ha risposto a tutte le domande, nessuna esclusa

Racconta Luisetto, intervistato dalla collega della redazione francese Marine Henriot: “Gli abbiamo dato un cicalino all’inizio della prima riunione, in modo che potesse passare alla domanda successiva se una lo disturbava. E ovviamente, non solo non ha usato il cicalino”, ma “ha detto che nessuna domanda lo disturbava”.

Le domande su povertà e ingiustizia

Così gli ultimi del mondo, non solo cristiani, hanno potuto fare al Papa domande sulla sua vita e il pontificato, sulla fede e sulla Chiesa, sulla pace e sulla guerra. Per molti povertà e ingiustizia sono i temi più importanti e urgenti. Com’è possibile vivere poveri nella società dei consumi? Che uso fa il Vaticano delle proprie ricchezze? Che cosa fa la Chiesa concretamente per combattere l’ingiustizia e la violenza nel mondo? A tutte queste domande dirette e urgenti, il Pontefice risponde con la grande schiettezza, semplicità e calore che gli sono abituali.

“Qual è lo stipendio del Papa?”

“Mi fa male che uomini di Chiesa, sacerdoti, vescovi, cardinali, guidino su auto di lusso e, lungi dal dare l’esempio della povertà, diano le testimonianze più negative”, spiega Papa Francesco quando gli chiedono della povertà nella Chiesa. “Qual è il suo stipendio?” Chiede Chandni dall’India. “Io non guadagno niente – è la risposta – ma proprio niente! Mi mantengono e se ho bisogno di qualcosa chiedo. Mi dicono sempre di sì, del resto. Non si litiga con il Papa! Se ho bisogno di scarpe, le chiedo. È bello, perché quando si è così «protetti», come nel mio caso, si possono avere le tasche vuote. In mancanza di protezione, invece, bisogna avere qualcosa in tasca, ne va della propria dignità. La mia è una povertà fittizia, perché non mi manca niente”. 

“Appena alzato, sembro uno ‘zombi’…”

Francesco confida con ironia di sembrare “uno zombi”, nella prima mezz’ora dopo la sveglia, e ammette che a volte si addormenta durante la preghiera. Rifiuta i tradizionali pantaloni bianchi, perché “Non sono un gelataio!”, e si definisce “un uomo qualunque”. E risponde di sì alla madrilena Manoli che gli chiede se avesse avuto una fidanzata. “Mi ha risposto che aveva avuto un grande amore prima di entrare in seminario – spiega Manoli, che è tra i protagonisti del video trailer che pubblichiamo – che andavano a ballare insieme. E ha anche ammesso che è ancora in contatto con lei! A questa Amalia, suo amore di gioventù, Jorge Bergoglio aveva annunciato che sarebbe diventato sacerdote se lei non lo avesse sposato…”

Voci e i volti dei senzatetto ospiti del Papa

Se togli i poveri dal Vangelo, crolla

Ricardo, un altro degli “intervistatori” è stato soprattutto toccato dalla semplicità del Pontefice. “Dato che ha problemi intestinali, mangia solo riso, patate lesse, pesce alla griglia e pollo… Semplice! E mangia con tutti…”. Quando si tocca il tema della politica, Papa Francesco spiega: “C’è chi sostiene che io sia comunista… io dico solo che se togli i poveri dal Vangelo, crolla”, e ribadisce che “la soluzione sociale può venire solo dai movimenti popolari”.

La passione per l’Eneide e Baudelaire

A Wivine di Bruxelles che gli chiede del libro o della poesia preferita, il Papa risponde di amare molto la malinconia di Paul Verlaine, e cita a memoria “I lunghi singulti dei violini d’autunno mi lacerano il cuore d’un languore monotono…”. ma ama molto anche Baudelaire. Dei libri ricorda che il suo preferito “è sicuramente l’Eneide. Ho letto anche molti autori moderni – prosegue – ma la mia formazione è avvenuta con i classici”. 

Il primo degli incontri del Papa con i senzatetto di Lazare a Casa Santa Marta

Quel primo incontro a fine maggio 2020 e l’idea del libro

E’ veramente il “Papa dei poveri”, commentano nella prefazione i quattro curatori che con gli ospiti di Casa Santa Marta hanno cercato di “entrare nel cuore di quest’uomo, nel cuore delle sue parole e delle sue azioni”, e il modo migliore, scrivono, è “ascoltarlo parlare, non della povertà, ma con i più poveri”. E raccontano che l’idea del libro è nata nella primavera del 2020, in pieno lockdown per la pandemia di Covid-19, quando invece di annullare l’udienza per i dieci anni dell’Associazione Lazare, Francesco ha inviato un piccolo gruppo di senzatetto in Vaticano, collegandosi con altro in videoconferenza. Era il 29 maggio 2020, e dopo quel “primo incontro veramente straordinario – scrivono ancora i curatori – ci siamo resi conto che quel dialogo doveva continuare. Christian, in particolare, sentendo risvegliarsi l’appetito, propose al Pontefice di proseguire la conversazione durante il pranzo. Quel giorno non era possibile, ma la richiesta la dice lunga sulla spontaneità dei nostri scambi. E la proposta di continuare la condivisione, aprendola ai poveri di tutto il mondo e realizzando un libro, fu accolta”.

Diritti d’autore alle ong che hanno raccolto le domande

Attraverso i poveri, concludono, Papa Francesco “instaura un dialogo con il mondo intero”. “I mendicanti eravamo noi ma è stato lui a dirci grazie. E ha scelto di rinunciare ai suoi diritti d’autore devolvendoli alle associazioni che ci hanno aiutato a raccogliere le domande”.

Luisetto: il Papa contento della franchezza e libertà dei poveri

Ancora Luisetto, nell’intervista a VaticanNews, ricorda che fin dal primo incontro “Abbiamo visto che era felice di vedere la gente, di passare del tempo con noi e di rispondere alle domande dei nostri inquilini”. “Questo ci ha dato l’idea di andare oltre, raccogliendo le domande dei poveri di tutto il mondo e di fare un libro di interviste al Papa”. Il direttore generale di Lazare ha accompagnato quattro delegazioni di senzatetto o ex senzatetto a parlare con il Papa, e sottolinea: “L’atmosfera era di libertà, ci siamo andati con franchezza. Ogni volta che venivano, il gruppo rimaneva per diversi giorni a Casa Santa Marta. Lo hanno descritto come un uomo semplice, autentico, attento ai suoi ospiti. Alla domanda: ‘Mancano i laici, le donne e i poveri a Santa Marta?’, Francesco ha risposto affermativamente: ‘Sarebbe un bene per noi, sì’”. Ecco un estratto dell’intervista a Loïc Luisetto, direttore generale di Lazare:

Ascolta l’intervista a Loïc Luisetto (Associazione Lazare)

Tra tutte le domande che abbiamo ricevuto, siamo stati molto colpiti nel vedere che alcune domande non erano affatto tali. Per esempio, molte persone hanno detto: “Non ho niente da chiedere al Papa, ma volevo sapere se prega per me”. Questa è una domanda che è venuta fuori più spesso di quanto si potesse immaginare. E poi c’è stata una domanda molto bella e insolita di un senzatetto negli Stati Uniti che ha detto: “Ho solo una domanda da fare, cosa posso fare per aiutarla?”

Nella prefazione, scrivete che nelle tante ore di intervista, Papa Francesco “era presente e disponibile come potrebbe esserlo un nonno con i propri nipotini”…

Gli è stato dato un cicalino all’inizio della prima riunione, in modo che potesse passare alla domanda successiva, se una lo disturbava. E ovviamente, non solo non ha usato il cicalino, ma fin dall’inizio, ha alzato lo sguardo e ha detto che nessuna domanda lo disturbava. Quindi è stato molto bello perché l’avevamo fatto un po’ per delicatezza, un po’ imbarazzati forse di fronte à domande, a volte un po’ dirette, un po’ schiette; ma credo che fosse abbastanza contento di questo clima di franchezza e libertà. Ho scoperto un uomo di una semplicità incredibile e molto attento alle persone che erano presenti. Ha anche pensato di chiedere dell’acqua per noi.

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