Il Santuario nazionale a Quebec, crocevia per tanti cristiani

Vatican News

Silvonei Protz – Québec

Lungo il fiume San Lorenzo, a 30 km dalla città di Québec, sorge la Basilica di Sainte-Anne-de-Beaupré, il più antico luogo di pellegrinaggio del Nord America. Qui ogni anno un milione di visitatori vengono a rendere omaggio alla nonna di Gesù, la cui statua di legno è miracolosamente rimasta intatta nel rogo del 1922 che invece distrusse completamente la chiesa costruita nel 1658. E’ un Santuario nel quale le persone pregano, chiedono ascolto, vengono per ringraziare. Questa la testimonianza di una fedele:  

Perché questo Santuario è importante?

Per me è molto importante. Mia nonna si chiama Anne e quando sono venuta la prima volta in Canada, mi ha raccontato di questo Santuario, e quando sono entrata per pregare sono rimasta stupita: ci sono tanti tesori, sono rimasta a bocca aperta! E il sagrestano che incontrai allora – si chiama Guy – è ancora lì, speravo di incontrarlo, ma mi hanno detto che è malato e quindi non ci sarà. Allora, Guy mi aveva chiesto perché ero venuta. Sant’Anna è la nonna di tutti, ho risposto; mia nonna si chiama Anna, mia madre Maria, mio padre Giuseppe. E lui: “Allora tu sei Gesù?”, e io: “Lui è mio fratello!”. Da allora torno sempre, anche perché qui c’è la reliquia di Sant’Anna. Più volte ho avuto l’occasione di avvicinarmici; oggi non ci si può avvicinare ma si può venerare. Questo luogo è importante, è crocevia per tutti i cristiani del mondo, soprattutto per gli autoctoni, per gli abitanti del Québec, anche per me che ho le mie origini nella Repubblica centrafricana. Sono anni che vengo per la festa di Sant’Anna e prego tutta la novena, e so che questa nonna ama tutti.

Quale l’importanza della visita del Papa …

Il perdono. Il perdono. Gesù ha detto: “Padre, perdona loro”. Io sono peccatrice e chiedo perdono. Ieri mi sono confessata con il sacerdote che guidava la novena. Sono stata contenta di essere tornata sulla giusta via. Ci sono persone che dimenticano rapidamente di avere peccato. Davanti all’eucaristia ho detto: “Signore perdonami”. Per questo è venuto il Papa: il Papa dei poveri, il Papa del perdono. Non è una visita ufficiale, in pompa magna, ma un pellegrinaggio penitenziale, come ha detto lui stesso. E questo Papa è venuto a stare con noi per una settimana; non cammina, ma è qui sulla sua sedia a rotelle per rispondere a tutti e tutti lo aspettano. Certo, non tutti, ma lo Spirito Santo toccherà il cuore delle persone. Ricordiamo che sulla Croce Gesù si è trovato con il buon ladrone e con il ladrone cattivo, ma tutti sono figli di Dio e spero con tutto il cuore che le persone diranno: “Il Papa è venuto e allora noi diremo ‘sì’ al perdono e ci riconcilieremo”.

Per lenire le sofferenze degli indigeni

Padre Jean-Luc Tremblay è redentorista, lui racconta dell’importanza del viaggio papale:

Padre Jean-Luc, che Santuario è questo?

È un santuario antico, risale all’inizio della prima colonia francese nell’America del Nord; erano persone che venivano dalla Bretagna, in Francia, e che portarono con loro la devozione a Sant’Anna. Per questo c’è un legame tra Sainte-Anne-de-Beaupré e Sainte-Anne-d’Auray in Bretagna: Sainte-Anne-de-Beaupré ‘discende’ da Sainte-Anne-d’Auray.

Cosa pensa della visita di Papa Francesco …

È un avvenimento davvero enorme: nel 1984 abbiamo avuto la visita di Papa Giovanni Paolo II, per la precisione il 10 settembre 1984, ed è stata la prima volta che un Papa metteva piede nella nostra basilica. Quello fu un momento molto semplice. È davvero molto importante questa visita, ma sarà importante anche quello che verrà dopo questa visita: come potrà contribuire a lenire un po’ le sofferenze del passato ed essere una semina buona per il futuro dei rapporti dei popoli indigeni tra loro e dei rapporti tra i popoli indigeni e noi, i discendenti dei primi coloni.