Il Papa, non lasciare soli quanti soffrono di disagio mentale

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Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano

“Facciamo un applauso per questi nuovi beati”, Francesco, nei saluti del dopo Angelus, è così che ricorda le due beatificazioni, quella di ieri a Napoli e quella di oggi a Tropea, in Calabria. La prima, è di Maria Lorenza Longo, “sposa e madre di famiglia” del XVI secolo che, rimasta vedova, fondò, appunto a Napoli, nel 1519 l’Ospedale dei cosiddetti “incurabili”, cioè gli ammalati di sifilide, e che diede anche origine alle Clarisse Cappuccine. Una donna, sono le parole del Papa, “di grande fede e di intensa vita di preghiera. Si prodigò per le necessità dei poveri e dei sofferenti”. 

Don Francesco Mottola

Francesco parla poi della beatificazione, oggi a Tropea, in Calabria, di don Francesco Mottola, fondatore degli Oblati e delle Oblate del Sacro Cuore, morto nel 1969. “Pastore zelante – spiega il Papa – e instancabile annunciatore del Vangelo, fu testimone esemplare di un sacerdozio vissuto nella carità e nella contemplazione”.  

I disturbi mentali non vengano discriminati 

Francesco cita poi l’odierna Giornata mondiale della Salute Mentale, per “ricordare i fratelli e le sorelle affetti da disturbi mentali e anche le vittime spesso giovani di suicidio”, chiedendo preghiere per loro e per le famiglie “affinché non vengano lasciati soli né discriminati, ma accolti e sostenuti”.

Il ricordo di suor Bernadetta dell’Immacolata

Nel salutare poi i fedeli riuniti in piazza San Pietro, invita tutti a pregare per la “pronta canonizzazione” di suor Maria Bernadetta dell’Immacolata, la cui fase diocesana della causa di beatificazione è stata aperta nel 2019, nell’Aula della Conciliazione del Palazzo Lateranense a Roma.