Il Papa: l’unità dei cristiani è frutto della preghiera

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Antonella Palermo – Città del Vaticano

L’unità dei cristiani può giungere solo come frutto della preghiera. Lo ribadisce Papa Francesco nel suo tweet diffuso oggi in cui sottolinea che “la nostra preghiera per l’unità è una partecipazione alla preghiera del Signore, il quale ha promesso che ogni preghiera fatta nel suo nome sarà ascoltata dal Padre”. Il Pontefice presiederà la celebrazione dei Vespri il 25 gennaio nella Basilica di San Paolo fuori le Mura a Roma, suggellando così, come è tradizione, la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani. Intanto, diverse sono le iniziative organizzate per alimentare lo spirito ecumenico sotto il segno del tema scelto quest’anno: Rimanete nel mio amore: produrrete molto frutto. (cfr Gv 15, 5-9). Tra quelle organizzate da parrocchie e comunità a tema ecumenico, in questi giorni, la messa nei vari riti cattolici orientali e nel rito romano nel Centro eucaristico ecumenico di Santa Maria in Via Lata, a Roma.

La veglia ecumenica diocesana a Roma

Prendere sul serio gli insegnamenti e l’esortazione di Gesù che ieri come oggi chiama i suoi discepoli a seguirlo rimanendo uniti. È stato l’invito espresso dall’arcivescovo Khajag Barsamiam, rappresentante della Chiesa Armena Apostolica (ortodossa) presso la Santa Sede, intervenuto ieri sera, 20 gennaio, alla veglia ecumenica diocesana nella Basilica di Santa Maria in Trastevere. Presieduto dal vescovo Paolo Selvadagi, delegato diocesano per l’Ecumenismo e il dialogo interreligioso, il momento di preghiera – trasmesso in streaming sulla pagina facebook della diocesi – ha unito cattolici, ortodossi, protestanti, anglicani, luterani, valdesi, battisti, metodisti attraverso i rappresentanti delle comunità di Roma. Nell’omelia, l’arcivescovo Barsamiam ha ricordato come il brano dell’apostolo Giovanni sulla vite e i tralci ci invita a riflettere sulla “comunione reciproca che è condizione di fertilità”. Ed ha aggiunto: “Quando i rami dimorano nel terreno danno frutti e prosperano, altrimenti appassiscono e diventano improduttivi”. Da qui l’importanza che i rami, i discepoli di Gesù, che hanno in Gesù la loro fonte, siano collegati l’uno con l’altro, altrimenti “il Signore rifiuterà ciò che non viene fatto in comunione con Lui e gli uni con gli altri”, bruciando i rami non produttivi. Al termine della veglia, il vescovo ausiliare del Settore Centro, monsignor Libanori, ha auspicato che la preghiera unanime affretti la guarigione dalla pandemia, da ogni violenza, da ogni conflitto, per essere insieme fratelli e sorelle della stessa famiglia umana.

Gli anglicani a servizio della carità in spirito di comunione

Tra i partecipanti alla veglia ecumenica diocesana di ieri, c’era anche il reverendo Robert Warren, della Chiesa anglicana di Ognissanti, in Campo Marzio, a Roma. E’ il luogo che Papa Francesco visitò quattro anni fa, il 26 febbraio 2017, la prima volta che un vescovo di Roma vi si recava. In quell’ occasione, il Papa ebbe modo di ricordare anche la sua amicizia con diversi anglicani quando era a Buenos Aires, così come accennò, per esempio, alla comune missione con gli aborigeni portata avanti insieme da cattolici e anglicani. Francesco ricordò ancora la condivisa tradizione dei Santi tra le due confessioni e si rallegrò “perché tra i cristiani è cresciuto il desiderio di una maggiore vicinanza – spiegava – che si manifesta nel pregare insieme e nella comune testimonianza al Vangelo, soprattutto attraverso varie forme di servizio”. Padre Warren, a questo proposito, spiega che durante l’anno la comunità anglicana della sua parrocchia romana è molto impegnata nella distribuzione di cibo ai poveri alla stazione Ostiense. Al di là delle messe domenicali, prosegue nell’organizzare incontri di preghiera e di formazione continua, specialmente con i dipendenti delle ambasciate, studenti universitari e membri di organizzazioni non governative sparse nel territorio. “Il periodo difficile segnato dalla pandemia ha imposto di sfruttare al meglio i social e lo streaming”, dice. Il suo auspicio è che crescano sempre di più le relazioni di amicizia, anche alla luce dell’esempio della parabola del Buon Samaritano, richiamata dalla enciclica Fratelli tutti, che invita a farsi prossimo dei più vulnerabili.

A Malmö, l’associazione di don Benzi in preghiera con i luterani

Una preghiera ecumenica online è stata organizzata per oggi, 21 gennaio, a Malmö, in Svezia. L’evento, organizzato dalla Comunità Papa Giovanni XXIII in collaborazione con la Chiesa luterana e quella cattolica della città svedese, sarà trasmesso sulla pagina Facebook dell’associazione di don Benzi. “Viviamo in una piccola casa di fraternità e preghiera ecumenica con alcuni giovani provenienti da Chiese Luterane diverse. Insieme a loro preghiamo due volte al giorno”, spiegano Mario e Laura Gazzotti, arrivati nel Paese scandinavo con i loro due figli. Il loro desiderio è diventare una fraternità ecumenica accogliente alla periferia della città: “Per ora abbiamo iniziato con una piccola esperienza di unità di strada – raccontano – in cui portiamo da mangiare ai senza tetto, e di incontro con un gruppo di donne richiedenti asilo”. Ricordando l’impulso dato al cammino ecumenico con la visita di Papa Francesco nel 2016 in occasione delle celebrazioni per i 500 anni della Riforma protestante, Giovanni Ramonda, responsabile dell’associazione, fa proprio l’invito del Papa a creare unità attraverso il servizio ai poveri e nella ricerca della giustizia.