Il Papa: gli oceani uniscano i popoli, non siano luoghi di tragedie

Vatican News

In un messaggio a firma del cardinale Parolin alla conferenza Our Ocean, conclusosi nei giorni scorsi a Panama City, Francesco ribadisce l’importanza dell’oceano come vettore di collegamento dal quale dipendono tutti gli esseri umani: “Adottare una visione integrale dello sviluppo e dell’ecologia”. Raggiunto l’accordo a tutela delle acque del pianeta alla Conferenza intergovernativa sulla biodiversità marina di New York

Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano

L’oceano “può essere un importante fattore di unione, un vettore di collegamento, una causa comune”. Per vivere questa connessione, occorre ascoltare “il grido dei poveri e il grido della Terra” e rivedere “le strategie di crescita basate sullo spreco e sul consumismo, su modelli ingiusti e insostenibili di produzione, trasporto, distribuzione e consumo”. Ad indicarlo è il Papa in un messaggio a firma del cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, inviato ai partecipanti all’ottava edizione della conferenza Our Ocean svoltasi a Panama City dal 2 al 3 marzo scorsi, dedicata quest’anno a “Il nostro oceano, la nostra connessione”.

Necessità di unirsi

Nel testo si sottolineano altri due punti fondamentali per poter vivere “questa Connessione con tutte le realtà coinvolte”, dalle amministrazioni al settore privato, dal mondo della ricerca a quelli della politica e della cultura, dalle organizzazioni religiose e giovanili alla comunità internazionale. Uno di questi punti è rappresentato dalla necessità di unirsi per “proteggere e ripristinare gli ecosistemi marini, costieri e fluviali”, l’altro è invece segnato dall’importanza di facilitare “un’amministrazione efficace e un coordinamento istituzionale commisurato alle dimensioni e alla complessità del bene da proteggere, l’oceano”.

Oceani sani per le generazioni future

Il messaggio ricorda come tutti gli esseri umani dipendano dagli oceani, ricevuti in dono dal Creatore, e come ci si aspetti che il loro utilizzo sia “equo e sostenibile” per essere trasmessi “alle generazioni future in buone condizioni”. Tutta la famiglia umana è quindi chiamata, così come indicato dalla Laudato si’, ad adottare “una visione integrale dello sviluppo” e una “visione integrale dell’ecologia”. Purtroppo però si è ancora in presenza degli allarmanti fenomeni “dell’inquinamento degli oceani, dell’acidificazione, della pesca illegale e della pesca eccessiva”, accanto alla grande preoccupazione per “lo sviluppo dell’industria estrattiva sui fondali marini”, e per le “tragedie dei migranti in difficoltà in alto mare, il traffico di esseri umani che avviene in mare, le dure e talvolta illegali condizioni di lavoro dei marittimi e le tensioni geopolitiche in aree marine considerate importanti”.

L’acqua, fattore di connessione

L’acqua, è l’indicazione, è un fattore di connessione e “l’oceano non ha confini politici o culturali”, poiché sono le sue correnti, attraversando il pianeta, ad evidenziare “l’’interconnessione e l’interdipendenza tra comunità e Paesi”. “Siamo una sola famiglia – è quindi la raccomandazione – condividiamo la stessa inalienabile dignità umana, abitiamo una casa comune di cui siamo chiamati a prenderci cura”.