Chiesa Cattolica – Italiana

Il Papa e il lavoro delle donne rurali: hanno molto da insegnare

Tiziana Campisi – Città del Vaticano

Nella Giornata internazionale delle donne rurali, il Papa sottolinea in un tweet dal suo account @Pontifex l’importante ruolo dell’universo femminile nell’agricoltura. Francesco evidenzia che proprio le donne “hanno molto da insegnarci su come lo sforzo e il sacrificio ci permettono di costruire reti che assicurino l’accesso agli alimenti, l’equa distribuzione dei beni e la possibilità che ogni essere umano realizzi le sue aspirazioni”.

Un lavoro prezioso

Il tweet richiama il messaggio del 12 febbraio scorso alla Fao, a firma di monsignor Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati, in occasione della celebrazione online della Giornata mondiale dei legumi. Considerando che la raccolta avviene non falciando, “bensì strappando le piante a mano”, grazie soprattutto al lavoro delle donne, a “contatto con la terra”, in orari scomodi e in climi spesso difficili, Francesco ne sottolinea il ruolo fondamentale “nella produzione e distribuzione di alimenti attraverso meccanismi cooperativi che, sostanzialmente, trovano la loro ragione e la loro forza nell’amore per il prossimo e nel lavoro congiunto”. Il Papa ricorda anche che in un mondo cui “ci sono ancora molte persone” e tanti bambini “che non possono accedere alle risorse più elementari e mancano di alimenti sani e sufficienti”, sono da imitare “gli atti belli e buoni di quelle donne rurali che non rinunciano alla missione di alimentare i propri figli e i figli delle altre famiglie”.

Tutele necessarie e politiche adeguate

Diverse volte ancora il Pontefice, parlando di donne rurali, ha rimarcato anche la necessità di una tutela adeguata. Nel messaggio del 26 luglio scorso, in occasione del pre-vertice Onu sui sistemi alimentari svoltosi a Roma, Francesco definiva innanzitutto essenziale il ripristino della centralità del settore rurale. Poi  rimarcaa che il settore agricolo deve riacquistare “un ruolo prioritario nel processo decisionale politico ed economico”, esortando a considerare “i piccoli agricoltori e le famiglie contadine come attori privilegiati” e a tenere conto dei loro bisogni reali. Quindi rilevava l’urgenza di politiche efficaci per soddisfare i bisogni delle donne rurali, dei giovani e degli agricoltori nelle zone “più povere e remote”.

L’attenzione della Santa Sede nei contesti internazionali

Istituita nel 2007 dall’Onu, la Giornata internazionale delle donne rurali viene celebrata ogni anno il 15 ottobre perché venga riconosciuto “il ruolo chiave delle donne rurali nel promuovere lo sviluppo rurale e agricolo, contribuendo alla sicurezza alimentare e allo sradicamento della povertà rurali”. Ma l’attenzione della Santa Sede per le donne che lavorano nelle aree di campagna, nel corso di questi anni, ha riguardato anche i rischi cui vanno incontro alcune di loro. Monsignor Fernando Chica Arellano, osservatore permanente della Santa Sede presso Fao, Ifad e Pam, intervenendo il 13 marzo 2019 al convegno “Ponti non muri. Donne tra vita e lavoro”, organizzato dal sindacato Fai-Cisl, ha avvertito che le donne rurali possono diventare “vittime di trafficanti” perché si ritrovano “spesso marginalizzate a causa di povertà e disoccupazione”, ma pure vittime di quella che Papa Francesco definisce la “cultura dello scarto” perché “non sono solamente sfruttate”, ma anche “trattate come rifiuti e avanzi”. Per questo, per monsignor Chica Arellano, “bisogna fare in modo che la donna non sia, per esigenze economiche, costretta a un lavoro troppo duro e a un orario troppo pesante, che si aggiungono a tutte le sue responsabilità” in casa e in famiglia.

E martedì scorso, al seminario di studi sul tema “Sistemi alimentari resilienti, inclusivi e sostenibili: dalle parole ai fatti”, voluto dal Dicastero per la Promozione dello Sviluppo umano integrale, insieme alla Missione permanente della Santa Sede presso la Fao, l’Ifad e il Pam ed al Forum, monsignor Chica Arellano ha citato le donne rurali tra le categorie che “devono avere ampia voce in capitolo ed essere coinvolte nei processi politici e decisionali”, rimarcando che alle donne piccole produttrici delle aree rurali “deve essere garantito l’accesso alla terra e al credito”.

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