Il Papa al cardinale Turkson: dopo la pandemia necessaria un’ecologia integrale

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Elvira Ragosta – Città del Vaticano

Il Papa saluta organizzatori e partecipanti alla conferenza ecumenica congiunta ‘Costruire la fraternità, difendere la giustizia. Sfide e opportunità per i popoli insulari’, in particolare Wavel Ramkalawan, presidente della Repubblica delle Seychelles e il Primate della comunione anglicana Justin Welby, arcivescovo di Canterbury. Nella lettera al cardinale Turkson, Papa Francesco, evidenzia come “questa importante iniziativa ecumenica, che prevede un dialogo reciproco nato dalla saggezza e dall’esperienza di varie tradizioni cristiane, offre un’opportunità ai credenti, ai leader di governo e ai membri della più ampia società civile, soprattutto ai giovani, circa le particolari sfide che i popoli insulari devono affrontare”. Il Pontefice si riferisce a violenza, terrorismo, povertà, fame e le molte forme di ingiustizia sociale ed economica e la disuguaglianza che oggi portano danno a tutti, ma in particolare alle donne e ai bambini. 

Il deterioramento ambientale, umano e sociale

“Preoccupa anche il fatto – continua Francesco – che molti popoli insulari sono esposti a cambiamenti ambientali e climatici estremi, alcuni dei quali derivano da uno sfruttamento sfrenato delle risorse naturali e umane. Di conseguenza, stanno vivendo non solo un deterioramento ambientale, ma anche un deterioramento umano e sociale, che mette sempre più a rischio la vita degli abitanti di questi territori insulari e marini”. C’è bisogno, scrive il Papa, di politiche internazionali e regionali concrete, volte a rispondere più efficacemente a queste sfide e a rafforzare la consapevolezza della responsabilità di tutti nella cura della nostra casa comune.

Covid ed ecologia integrale

In questi mesi di pandemia – sottolinea Papa Francesco – in cui abbiamo sperimentato la nostra fragilità, c’è necessità di un’ecologia integrale, che possa sostenere non solo gli ecosistemi fisici, ma anche quelli umani. Tutto è interconnesso afferma ancora – per questo motivo, un atteggiamento di solidarietà e di rispetto per ogni persona è tanto più necessario per unire l’amore sincero per i nostri fratelli e sorelle con un impegno incrollabile a risolvere i problemi ambientali e sociali che colpiscono coloro che vivono nelle zone insulari e marittime.  Infine, la gratitudine del Santo Padre per gli sforzi in corso, tesi a costruire la fraternità e difendere la giustizia e il processo di inclusione nelle società di queste regioni.

I temi della conferenza

Una giornata per esplorare le preoccupazioni sulla situazione dei diritti dell’uomo e dei popoli negli Stati insulari e le sfide sociali ed ambientali alla luce delle encicliche Laudato sì e Fratelli tutti. Questo l’obiettivo dell’iniziativa ecumenica on line che ha visto la partecipazione di diverse personalità del mondo politico e religioso. Tra i temi affrontati il diritto dei popoli indigeni e la sovranità dei popoli sulle loro risorse naturali, ma anche il contributo dei popoli insulari alla costruzione di un mondo più inclusivo e giusto. A confrontarsi attori locali, rappresentanti governativi e della società civile dei popoli insulari degli Oceani Indiano, Pacifico e Atlantico, compresi giovani.

Le sessioni

Una prima sessione, improntata su questioni di interesse comune, è stata moderata dal cardinale Peter Turkson e dall’arcivescovo Ian Ernest, direttore del centro anglicano di Roma e ha visto come primo intervento quello del presidente delle isole Seychelles, Wavel Ramakalawan, che ha parlato dell’importanza delle piccole isole e delle loro comunità e ha sottolineato la fondamentale azione delle giovani generazioni di questi luoghi nella difesa dell’ambiente. La seconda parte della conferenza si è concentrata su questioni di interesse locale e regionale, mentre la terza sessione, ha avuto per titolo “Costruire ponti: per una cooperazione regionale”.