Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
“Rinnovo l’appello ai responsabili delle Nazioni: non portate l’umanità alla rovina, per favore! Si mettano in atto veri negoziati, concrete trattative per un cessate-il-fuoco e per una soluzione sostenibile. Si ascolti il grido disperato della gente che soffre, si abbia rispetto per la vita umana”. A cento giorni “dall’inizio dell’aggressione armata all’Ucraina”, è ancora più accorato, se possibile, l’appello alla pace di Papa Francesco.
Servono veri negoziati, si fermi la distruzione delle città
Dopo la preghiera del Regina Coeli, nella solennità di Pentecoste, dopo aver pronunciato l’omelia nella Messa presieduta nella Basilica Vaticana dal cardinale decano Re, il Papa ricorda che oggi si celebra una festa nella quale “il sogno di Dio sull’umanità diventa realtà: 50 giorni dopo la Pasqua, popoli che parlano lingue diverse si incontrano, si capiscono”.
Ma ora, a 100 giorni dall’inizio dell’aggressione armata all’Ucraina, sull’umanità è calato nuovamente l’incubo della guerra che è la negazione del sogno di Dio. Popoli che si scontrano, popoli che si uccidono, gente che anziché avvicinarsi viene allontanata dalle proprie case. E mentre la furia della distruzione e della morte imperversa e le contrapposizioni divampano, alimentando un’escalation sempre più pericolosa per tutti, rinnovo l’appello ai responsabili delle Nazioni: non portate l’umanità alla rovina, per favore! Non portate l’umanità alla rovina. Si mettano in atto veri negoziati, concrete trattative per un cessate-il-fuoco e per una soluzione sostenibile. Si ascolti il grido disperato della gente che soffre – lo vediamo sui media tutti i giorni; si abbia rispetto della vita umana, si fermi la macabra distruzione di città e villaggi dappertutto. Continuiamo, per favore, a pregare, a impegnarci per la pace senza stancarci.
La beatificazione a Beirut di due martiri cappuccini
Quindi Francesco ricorda che ieri, a Beirut sono stati beatificati due frati minori cappuccini: Leonardo Melki e Tommaso Giorgio Sale, sacerdoti e martiri, uccisi in odio alla fede in Turchia, rispettivamente nel 1915 e nel ’17.
Questi due missionari libanesi, in un contesto ostile diedero prova di incrollabile fiducia in Dio e di abnegazione per il prossimo. Il loro esempio rafforzi la nostra testimonianza cristiana. Erano giovani, non avevano 35 anni. Un applauso ai nuovi beati.
Soddisfazione per il prolungamento della tregua in Yemen
C’è soddisfazione, nelle parole del Pontefice, quando ricorda “che la tregua nello Yemen è stata rinnovata per altri due mesi”
Grazie a Dio e a voi! Auspico che questo segno di speranza possa essere un ulteriore passo per mettere la parola fine a quel sanguinoso conflitto che ha generato una delle peggiori crisi umanitarie dei nostri giorni. E, per favore, non dimentichiamo di pensare ai bambini, ai bambini dello Yemen: fame, distruzioni, mancanza di educazione, mancanza di tutto. Pensiamo ai bambini.
Preghiera per le vittime delle frane a Recife, in Brasile
Papa Francesco rivolge poi la sguardo di padre al Brasile, assicurando la sua preghiera “per le vittime delle frane causate dalle piogge torrenziali avvenute nella regione metropolitana di Recife”. E al termine dei saluti, esprime la sua vicinanza ai pescatori:
Pensiamo ai pescatori che, a causa dell’aumento del costo del carburante, rischiano di dover cessare la loro attività; e la estendo a tutte le categorie di lavoratori gravemente penalizzati dalle conseguenze del conflitto in Ucraina.