Il Papa ai Focolari: testimoniare il Vangelo con il dialogo e l’apertura verso tutti

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Adriana Masotti – Città del Vaticano

Diaologo, apertura agli altri e superamento di ogni atteggiamento di autoreferenzialità per proseguire nel cammino indicato dalla fondatrice, Chiara Lubich, sono le indicazioni principali contenute nel discorso di Papa Francesco ai partecipanti all’Assemblea del Movimento che, avviata il 24 gennaio scorso, si conclude oggi. E per incoraggiare il loro compito, offre alcune riflessioni che sintetizza in tre punti: “il dopo-fondatrice; l’importanza delle crisi; vivere la spiritualità con coerenza e realismo”. 

Fedeltà dinamica alle origini e ascolto del nuovo 

Sono passati 12 anni dalla scomparsa di Chiara Lubich e, afferma Francesco, “siete chiamati a superare il naturale smarrimento e anche il calo numerico, per continuare ad essere espressione viva del carisma di fondazione”. Per fare questo è necessaria, prosegue, “una fedeltà dinamica”, cioè l’impegno a “rimanere fedeli alla fonte originaria sforzandosi di ripensarla ed esprimerla in dialogo con le nuove situazioni sociali e culturali”:

La vostra spiritualità, caratterizzata dal dialogo e dall’apertura ai diversi contesti culturali, sociali e religiosi, può certamente favorire questo processo. L’apertura agli altri, chiunque essi siano, è sempre da coltivare: il Vangelo è destinato a tutti, ma non come proselitismo, è fermento di umanità nuova in ogni luogo e in ogni tempo. Questo atteggiamento di apertura e dialogo vi aiuterà a evitare ogni autoreferenzialità, che non viene mai dallo spirito buono. È quello che auspichiamo per tutta la Chiesa: guardarsi dal ripiegamento su sé stessi, che induce a difendere sempre l’istituzione a scapito delle persone, e che può portare anche a giustificare o a coprire forme di abuso, con tanto dolore che abbiamo scoperto e abbiamo vissuto in questi ultimi anni.

L’autoreferenzialità, spiega Papa Francesco, deve lasciare il posto, anche nel Movimento, alla parresia, alla trasparenza, per affrontare con coraggio e verità i diversi problemi “seguendo sempre le indicazioni della Chiesa, che è vera Madre, e rispondendo alle esigenze della giustizia e della carità”.

Ogni crisi è occasione per raggiungere una nuova maturità

Il secondo punto è l’importanza delle crisi e il Papa sottolinea: non si può vivere senza crisi, le crisi sono benedizioni, per la vita delle persone e anche per quella delle istituzioni. Il conflitto, precisa, è negativo, non la crisi. E prosegue:

Ogni crisi è una chiamata a nuova maturità; è un tempo dello Spirito, che suscita l’esigenza di operare un aggiornamento, senza scoraggiarsi davanti alla complessità umana e alle sue contraddizioni. Oggi si sottolinea molto l’importanza della resilienza di fronte alle difficoltà, cioè la capacità di affrontarle positivamente traendo da esse delle opportunità.

Papa Francesco spiega poi che a chi ricopre incarichi di governo, spetta “adoperarsi per affrontare nel modo migliore, più costruttivo, le crisi comunitarie e organizzative”, mentre le crisi che coinvolgono la sfera della coscienza dei singoli richiedono “di essere affrontate prudentemente da chi non ricopre incarichi di governo, ad ogni livello, all’interno del Movimento”. E dice ancora:

Questa è una buona regola da sempre e che vale non solo per i momenti di crisi delle persone, vale in generale per il loro accompagnamento nel cammino spirituale. È quella saggia distinzione tra foro esterno e foro interno che l’esperienza e la tradizione della Chiesa ci insegna essere indispensabile. Infatti, la commistione tra ambito di governo e ambito della coscienza dà luogo agli abusi di potere e degli altri di cui siamo stati testimoni.

Prossimità fraterna verso tutti e trasparenza interna 

Il terzo punto su cui il Papa richiama l’attenzione è: vivere la spiritualità del Movimento – centrata sulla preghiera di Gesù: che “tutti siano una sola cosa” – con coerenza e realismo. E precisa che questo richiede un doppio impegno: al di fuori del Movimento e all’interno di esso.

Per quanto riguarda l’agire all’esterno, vi incoraggio ad essere – e in questo la Serva di Dio Chiara Lubich ha dato tanti esempi! – testimoni di vicinanza con l’amore fraterno che supera ogni barriera e raggiunge ogni condizione umana. 

È la via della prossimità a cominciare dai poveri e dagli ultimi, e quella del lavoro condiviso con le persone di buona volontà “per la promozione della giustizia e della pace”.

Promuovere sempre più la sinodalità, la corresponsabilità e la partecipazione di tutti i membri, è invece l’invito del Papa per ciò che riguarda l’impegno all’interno del Movimento. Quella da perseguire è la “logica di comunione secondo la quale tutti possono mettere al servizio degli altri i propri doni, le proprie opinioni nella verità e con libertà”.

Trasformare il dolore in luce e speranza

Quindi Francesco esorta i membri del Movimento, ad imitazione di Chiara Lubich, a rimanere “sempre in ascolto del grido d’abbandono di Cristo in croce, che manifesta la misura più alta dell’amore”:

La grazia che ne deriva è in grado di suscitare in noi, deboli e peccatori, risposte generose e a volte eroiche; è in grado di trasformare le sofferenze e persino le tragedie in fonte di luce e di speranza per l’umanità. In questo passare dalla morte alla vita si trova il cuore del Cristianesimo e anche del vostro carisma.

Ringraziando, infine, per la “gioiosa testimonianza al Vangelo che continuate ad offrire alla Chiesa e al mondo”, il Papa benedice i presenti e affida tutti i membri del Movimento a Maria, Madre della Chiesa.

Il saluto al Papa di Maria Voce

Un momento di incontro speciale per il Movimento dei Focolari, quello di oggi nell’Aula Nervi, che Papa Francesco ha accettato potesse essere seguito in streaming da tutto il mondo. A prendere per prima la parola è Maria Voce per 12 anni alla guida del Movimento. Lo fa per presentare la nuova presidente, Margaret Karram, eletta il 1 febbraio scorso dall’Assemblea generale dell’Opera di Maria, ma soprattutto per ringraziare il Papa per il sostegno e il suo amore “profondo e grande” con cui ha accompagnato il suo lavoro fino al passaggio, in questi giorni, del testimone. Margaret Karram è cattolica, nata ad Haifa, in Israele, da una famiglia di origine palestinese e che in Terra Santa, ha alle spalle un’intensa esperienza nel contribuire a costruire “rapporti costruttivi di pace e di vera fraternità” tra i diversi popoli. Poi arrivata a Roma, prosegue Maria Voce, è stata Consigliera dell’Opera di Maria “per il dialogo fra istituzioni ecclesiastiche, associazioni, gruppi e Movimenti, nati da antichi e nuovi carismi nella Chiesa Cattolica, collaborando attivamente per una maggiore comunione tra tutti”. “Siamo grati allo Spirito Santo di averla scelta”, conclude cedendo la parola a Margaret Karram, “nella gioia di poter affidarla ora, Santo Padre, alla sua preghiera e al suo amore”.

Margaret Karram: oggi ripeto il mio “eccomi”

“Oggi ripeto davanti a Lei, Santità, quell’eccomi che ho pronunciato alla mia elezione come nuova presidente del Movimento, con commozione e gratitudine: a Dio per il Suo Amore, alla Chiesa che ha confermato la mia nomina, a tutto il Movimento dei Focolari nel mondo e, in particolare, a Chiara Lubich che fin da giovanissima – aprendomi all’Ideale dell’unità – mi ha fatto crescere nella quotidiana vita del Vangelo”. Margaret Karram inizia così il suo saluto al Papa che comprende quello di tutti i 362 partecipanti all’Assemblea generale dell’Opera di Maria, alcuni presenti e, per la maggior parte, collegati via streaming.

L’Assemblea, esperienza straordinaria di unità nella diversità

La neo presidente ringrazia il Papa “per la Sua luminosa testimonianza del Vangelo che ci accompagna ormai da quasi otto anni” che stimola costantemente i membri del Movimento a porsi, “con tutto il Popolo di Dio in uscita per chinarci sui dolori dell’umanità e adoperarci affinché, nella Casa comune, tutti si guardino e si trattino come fratelli e sorelle”. Dell’Assemblea generale dell’Opera che a causa della pandemia, si è svolta in via telematica, dice che “è stata un’esperienza straordinaria, senza precedenti”: dall’Asia all’Oceania, alle Americhe ciascun partecipante era collegato da casa sua, mettendo ancora di più in rilievo la realtà poliedrica di popoli e culture che costituiscono il Movimento. “Siamo diversi per età e vocazione – sottolinea -, cristiani di varie Chiese, una rabbina ebrea, due musulmani, un buddista e persone di convinzioni non religiose. A riunirci e a guidarci è il carisma dell’unità di Chiara Lubich che, per il mondo di oggi, appare più che mai vivo e attuale e alimenta in tutti noi la medesima passione per quel “tutti uno” che Gesù ci ha lasciato come testamento”.

Gli orientamenti del Movimento per il prossimo futuro

Descrive poi al Papa i quattro filoni tematici emersi dai lavori assembleari che orienteranno la vita del Movimento nei prossimi 6 anni: il grido dell’umanità di oggi, in particolare per quanto riguarda gli esclusi, l’ambiente, la famiglia e la pandemia; la memoria viva e l’attualizzazione del carisma dell’unità consegnato da Chiara; l’impegno in tutti gli ambiti della Chiesa e della società; il cammino insieme alle nuove generazioni. E ricorda le parole dette dallo stesso Francesco nella sua visita a Loppiano, cittadella del Movimento in Toscana, il 10 maggio 2018: “Voi siete agl’inizi (…) un piccolo seme gettato nei solchi della storia (…) che deve mettere radici robuste e portare frutti sostanziosi, a servizio della missione di annuncio e incarnazione del Vangelo di Gesù”.