Il Papa ai cardinali: mai perdere lo stupore, via di salvezza

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Tiziana Campisi – Città del Vaticano

Ripartire “più capaci di annunciare a tutti i popoli le meraviglie del Signore”: è questo che Francesco augura ai nuovi cardinali e all’intero Collegio cardinalizio durante la Messa, in una gremita Basilica Vaticana, che ha concluso la riunione sulla 

Lo stupore per l’opera di Dio, alimento del cuore e dello spirito

Lo “stupore” di cui parla Francesco è quello che scaturisce guardando alla “storia della salvezza”, riassunta da Paolo nella Lettera agli Efesini, e il cui cardine è Cristo. Tutto, infatti, “trova origine, sussistenza, destinazione e fine” in Lui. E di fronte a questo disegno divino non c’è spazio che per “lode, benedizione, adorazione, gratitudine che riconosce l’opera di Dio”. “Una lode che vive di stupore” e che non scade nell’abitudine se “attinge dalla meraviglia” e se di stupore si alimentano il cuore e lo spirito, precisa il Pontefice che invita ciascuno a riflettere sul proprio stupore. 

Lo stupore di essere coinvolti nel disegno di salvezza

E c’è un altro “stupore” che si sperimenta, spiega il Papa se “rispondiamo all’appello del Signore”, lì dove ci chiama. È il fatto che “Dio ci coinvolge” nel suo disegno di salvezza: “è la realtà della missione degli apostoli con Cristo risorto”. Dovette stupire gli undici quell’invito di Gesù a fare “discepoli tutti i popoli, battezzandoli”, ad insegnare loro quanto da lui stesso comandato, e quella sua promessa, “che infonde speranza e consolazione”, di esserci “tutti i giorni, fino alla fine del mondo”.

Queste parole del Risorto hanno ancora la forza di far vibrare i nostri cuori, a duemila anni di distanza. Non finisce di stupirci l’insondabile decisione divina di evangelizzare il mondo a partire da quel misero gruppo di discepoli, i quali – come annota l’Evangelista – erano ancora dubbiosi. Ma, a ben vedere, non diversa è la meraviglia che ci prende se guardiamo a noi, riuniti qui oggi, ai quali il Signore ha ripetuto quelle stesse parole, quel medesimo invio!

Lo stupore di essere Chiesa e nella Chiesa

Ma guardando all’oggi, Francesco fa notare che la Parola di Dio “risveglia in noi lo stupore di essere nella Chiesa” e “di essere Chiesa”, invita a tornare a questo stupore e spiega che a rendere “attraente la comunità dei credenti” è l’“essere benedetti in Cristo” e l’“andare con Cristo nel mondo”:

Tale stupore non diminuisce in noi con il passare degli anni, non viene meno con il crescere delle nostre responsabilità nella Chiesa. Grazie a Dio no. Si rafforza, si approfondisce. Sono certo che è così anche per voi, cari fratelli che siete entrati a far parte del Collegio dei Cardinali.

Il ministro della Chiesa: meraviglia, passione e servizio

Il Papa richiama infine la figura di Paolo VI, “che ha saputo trasmetterci” l’amore per la Chiesa, “un amore che è prima di tutto riconoscenza, meraviglia grata per il suo mistero e per il dono di esservi ammessi”, “coinvolti, partecipi”, “di esserne corresponsabili”. E disegna il profilo di “un ministro della Chiesa”: “uno che sa meravigliarsi davanti al disegno di Dio – dice – e che con questo spirito ama appassionatamente la Chiesa, pronto a servire la sua missione dove e come vuole lo Spirito Santo”. E conclude auspicando che possa essere così per i fratelli cardinali e per tutti.