Chiesa Cattolica – Italiana

Il Papa a Caritas Internationalis: siate la mano amorevole della Chiesa

Marina Tomarro – Città del Vaticano

Un’esortazione a testimoniare e incarnare l’amore della Chiesa per i poveri e per i più vulnerabili in tutto il mondo. Con questo tweet questa mattina Papa Francesco ha voluto ricordare la Caritas Internationalis. Un invito ribadito anche all’Angelus. La sua storia inizia il 12 dicembre del 1951, quando l’assemblea costitutiva di Caritas Internationalis, su volere di Papa Pio XII, si riunì a Roma per creare un organismo di coordinamento per affrontare tutti quei bisogni umanitari emersi nella Seconda guerra mondiale e per dare assistenza alle vittime del conflitto. Oggi riunisce 162 Caritas ed è a servizio dei più vulnerabili in oltre duecento Paesi.

Insieme per un domani migliore

Domani proprio in occasione del 70esimo presso la Pontificia Università Urbaniana di Roma si svolgerà una conferenza sul tema “Settanta anni di lotta contro la povertà”, in cui la Caritas Internationalis lancerà la campagna globale “Together we – act today fo a better tomorrow”, (Insieme noi, agiamo oggi per un domani migliore).  Anche il Papa, dopo l’’Angelus, ha invitato a partecipare a questa campagna, incentrata proprio sulla creazione di comunità per la cura della Casa Comune e ispirata alle Encicliche Laudato sì e Fratelli tutti.

Da sempre vicino ai poveri in tutto il mondo

“Il Papa questa mattina – spiega monsignor Pierre Cibambo assistente ecclesiastico della Caritas Internationalis – ci ha invitato proprio ad essere uno strumento per la Chiesa, il cui compito è quello di evangelizzare ed annunciare il Vangelo, e questo si fa sicuramente proclamando la Parola, ma anche servendo i poveri, e questo è essenziale. Le parole del Papa sono state un incoraggiamento a continuare questo cammino in tutto il mondo, come parte integrante della missione della Chiesa”.

Ascolta l’intervista a monsignor Pierre Cibambo

Caritas Internationalis è in tutto il mondo. Quanto è importante la sua azione?

Oggi siamo 162 membri operanti in oltre 200 Nazioni e territori. Siamo riconosciuti come la seconda organizzazione umanitaria dopo la Croce Rossa, siamo presenti dalle parrocchie alle diocesi sia a livello nazionale che internazionale, per testimoniare, rispondere alle emergenze, accompagnare le comunità che cercano di migliorare le loro condizioni di vita, pronti a difenderli se necessario. Questa è la missione della Chiesa nel mondo intero.

In questi giorni state ricordando il vostro settantesimo. Si può fare un bilancio di questi anni?

Siamo partiti all’inizio della nostra storia con dodici Caritas, adesso sono 162! Quel seme gettato nel 1951, oggi è diventato un albero molto grande, ma deve continuare a crescere. Il Papa ha detto che siamo ancora bambini e dobbiamo continuare a crescere sempre di più!

Quali sono le prospettive per il futuro invece?

Sempre servire, accompagnare e difendere i poveri guardando le sfide del mondo di oggi, così come il Papa ci ha indicato nelle Encicliche Laudato si e Fratelli tutti, sottolineando la crisi ecologica e quella sociale che caratterizzano la società di oggi. Sappiamo che purtroppo la nuova fase della povertà sarà proprio questa crisi ecologica, che costituirà la nuova faccia dell’indigenza. Per questo ci impegniamo con tutte le Chiese del mondo in questa campagna “Together we”, per confrontare la crisi ecologica che è anche una crisi sociale. Questa per noi adesso è una sfida molto importante. E poi continuare a lavorare per promuovere questa fratellanza universale, le due Encicliche di Papa Francesco sono oggi la nostra bussola.  

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