Il Circolo Laudato si’ di Assisi: un dono al servizio dei poveri e del creato

Vatican News

Giada Aquilino – Città del Vaticano

Tutti possiamo collaborare “come strumenti di Dio” alla cura della creazione, ognuno con le proprie “iniziative e capacità”. È la sollecitazione di Papa Francesco all’impegno per la casa comune, contenuta nell’enciclica Laudato si’, a motivare Antonio Caschetto, coordinatore dei programmi italiani del Movimento Cattolico Mondiale per il Clima (Gccm) e responsabile del Circolo Laudato si’ di Assisi. Architetto quarantenne di origini siciliane trapiantato in Umbria, dove vive con la moglie e i due figli, si dice “particolarmente affezionato” al paragrafo 14 del documento del Pontefice, che richiama la dichiarazione pastorale sulla crisi ambientale del 1999 dei vescovi del Sudafrica. Il coinvolgimento personale e i talenti – cioè “quelli che sono il dono di Dio per ciascuno di noi”, ricorda Caschetto – appaiono oggi come “necessari” per riparare il danno causato dagli umani alla creazione di Dio.

Il Movimento Cattolico Mondiale per il Clima

Una chiamata ad agire, quella del Papa, che per Antonio vuol dire non “soltanto” realizzare nella professione progetti per ridurre l’impatto ambientale, ma soprattutto far riemergere e alimentare “un fuoco che già c’era” nella propria vita, contrassegnata dall’esperienza di insegnare la lingua italiana ai richiedenti asilo, dal servizio di guida spirituale al Santuario della Spogliazione di Assisi, dall’incontro nel 2018 col Movimento Cattolico Mondiale per il Clima da cui è nato, nel febbraio dell’anno successivo, il Circolo Laudato si’ di Assisi: un piccolo gruppo di persone che si riunisce regolarmente per approfondire il rapporto col Creatore e con gli altri, alla luce dell’enciclica del 2015, nel bisogno di affrontare urgentemente il cambiamento climatico e la crisi ecologica.

Connettere e fare rete

“Il Circolo Laudato si’ ha sede al Santuario della Spogliazione, la parrocchia di Santa Maria

Maggiore, che è il luogo dove San Francesco rinunciò a tutti i beni e si spogliò in piazza”. Lì, dove oggi riposa il corpo del Beato Carlo Acutis, il Circolo è nato “per fare rete”, per mettere in collegamento “sia le realtà che ad Assisi si occupano della cura della nostra casa comune, quindi le associazioni, la diocesi, gli uffici, sia gli altri Circoli d’Italia”, oltre un centinaio su più di 500 in tutto il mondo. Con l’aiuto del padre spirituale, Fra Carlos Acacio Gonçalves Ferreira, che viene dall’Amazzonia, Antonio parla a Vatican News di una realtà contrassegnata da un “clima di famiglia”, da uno “scambio tra i partecipanti”, generalmente una quindicina di persone, “ognuno poi – spiega – coinvolge ‘per contagio’ gli altri”: un contagio che, pur in epoca di pandemia, in tale contesto assume nuova luce.

“Il Circolo – racconta – si basa su tre pilastri. Il primo è la preghiera: nella preghiera ci rendiamo conto della contemplazione della bellezza che ci circonda e al contempo proviamo ad ascoltare il grido della terra, il grido dei poveri. Poi c’è un momento di riflessione sui nostri stili di vita, quindi quello dell’azione, con delle proposte. 

Il Circolo diventa quasi un’agorà, in cui ognuno fornisce delle informazioni, ad esempio sull’uso dei detersivi, sul contenimento del consumo della plastica, sullo spreco di carne e poi queste riflessioni si tramutano in azioni concrete”. Il Circolo si trasforma quindi in un “luogo di sperimentazione” dove per esempio si provano detersivi prodotti con “materiali organici”, “non chimici”, ma anche “di riflessione” riguardo alle ripercussioni delle nostre abitudini sull’ambiente.

“Durante la Quaresima dell’anno scorso, dedicata anche al ‘digiuno dal consumo irresponsabile’, dopo una Messa del nostro parroco abbiamo proiettato – ricorda – un video sull’impronta di carbonio generata dalla produzione intensiva di carne, che determina poi le emissioni di gas serra”. Nella Quaresima in corso invece ha preso vita una nuova esperienza di condivisione, il “pane della pace”: “una volta a settimana le persone del Circolo producono pane in un forno a legna di una casa d’accoglienza, utilizzando farine selezionate e prodotte localmente”, agevolando poi il consumo dei prodotti tra chi ne ha più bisogno. E ancora: “abbiamo creato – dice Antonio – un piccolo blog dedicato alla riduzione dell’uso della plastica in vari ambiti, per esempio sul packaging dei regali, con dei contributi preparati dai nostri ragazzi”.

La Casa Regina della Pace

Autore di “Vivi Laudato Si’”, un libro sulle radici francescane dell’enciclica di Papa Francesco, Caschetto racconta come il Circolo di Assisi, come gli altri in Italia e nel mondo, sia facilitato da Animatori Laudato si’ del Movimento Cattolico Mondiale per il Clima, mossi dalla chiamata all’ecologia integrale a mettersi al servizio della comunità: egli stesso è tra gli organizzatori del prossimo Corso di formazione on line per Animatori Laudato si’, dal 13 aprile al 4 maggio sul tema “Va’ e ripara la nostra casa”, “reinterpretando – sottolinea – la chiamata di Gesù a San Francesco”. Tra le attività del Circolo ricorda poi la collaborazione con diverse associazioni, in modo particolare con una Fondazione, la Casa Regina della Pace, “che accoglie persone bisognose, poveri, senzatetto e anche pellegrini: abbiamo iniziato insieme un cammino, che ci richiama all’azione concreta”. Parla del “sostegno alla Casa, che si trova nella zona di San Damiano, nei pressi del luogo dove San Francesco abbracciò il lebbroso, e che è gestita da due signore con una grandissima voglia di dedicarsi agli altri, di accogliere le persone che vengono rifiutate da tutti, in grandi difficoltà economiche: Tiziana, originaria di Bergamo, ha una bellissima storia legata ad una conversione ecologica con l’Amazzonia e ha donato la Casa Regina della Pace di sua proprietà per accogliere quanti sono nel bisogno. L’altra si chiama Rosaria ed è una donna di grande preghiera”. Per i membri del Circolo Laudato si’ si tratta in primis di assicurare un servizio di accoglienza per gli ospiti della Casa: “il numero – prosegue Caschetto – è sempre variabile, grossomodo sono una decina di persone, a volte capita che sono anche 15-20 quando ci sono dei pellegrini”.

A settembre scorso, durante il Tempo del Creato 2020, è stato inaugurato inoltre un Orto Laudato si’, nella “piacevolezza” della natura di San Damiano, ricorda Antonio. “Abbiamo dato vita a questo orto, in un appezzamento di terra della Casa Regina della Pace: non abbiamo separato la terra in lotti, ma l’abbiamo messa in comune, lavorandola e dividendo insieme i frutti della terra tra le persone che ne hanno bisogno e i partecipanti al Circolo”.

L’idea che ha mosso l’iniziativa è stata ancora una volta quella del “contagio”: chi ha lavorato quella terra “sarà di stimolo per chi non l’ha lavorata ma ha usufruito comunque dei frutti della terra, ricevendo un incoraggiamento ad impegnarsi nella prossima semina”, assicura il coordinatore del Circolo.

“È un processo educativo quello che cerchiamo di portare avanti, coinvolgendo pure le scuole, le parrocchie, i pellegrini. L’estate scorsa, per esempio, abbiamo coinvolto nel progetto dell’orto anche un gruppo di pellegrini – una quindicina di ragazzi – venuti da Pordenone per un percorso di spiritualità a San Damiano: fermandosi diversi giorni, hanno espresso il desiderio di aiutarci. E così hanno lavorato la terra per mezza giornata e hanno avuto la gioia di piantare il primo seme, un albero di ulivo a ricordo di questo loro passaggio”.

Dialogo ecumenico

Il Tempo del Creato dunque “è stato un tempo speciale” per il Circolo Laudato si’ di Assisi i cui sviluppi, ricorda Antonio Caschetto, si vivono tutti i giorni. “C’è stata una preghiera ecumenica con il vescovo di Assisi, monsignor Domenico Sorrentino, e con diverse realtà ecumeniche, gli anglicani, gli ortodossi. È stato un lavoro corale e ha coinvolto sia Assisi, sia Cannara, in particolare Piandarca, luogo della Predica agli uccelli di San Francesco. Noi cerchiamo di essere lievito per la Chiesa, anche se in maniera discreta: quando si creano delle connessioni, è importante che esse camminino durante l’anno. E il seguito di questa preghiera ecumenica è stato consegnare piante, piccoli alberi, a determinate realtà che operano per la cura della nostra casa comune”, con le quali l’impegno prosegue anche oggi nel segno di quella collaborazione come strumenti di Dio auspicata dal Papa.

(Video registrato prima delle ultime misure adottate per fronteggiare l’emergenza Covid-19)