Honduras al voto, si temono violenze. Maradiaga: non cedere alla paura

Vatican News

Giancarlo La Vella – Città del Vaticano

L’Honduras si appresta al voto sotto l’occhio attento degli osservatori dell’Onu. Oltre 5 milioni gli aventi diritto chiamati alle urne per eleggere il presidente, per il periodo 2022-2026, tre vicepresidenti, 128 deputati del Congresso nazionale, 20 del Parlamento centroamericano, e i sindaci di 298 città. In particolare Michelle Bachelet, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, ha rivolto più appelli, “affinché la giornata elettorale si svolga in un clima di serena convivenza civile”. Un pool internazionale seguirà le consultazioni. La preoccupazione è motivata dal fatto che il voto avviene dopo una campagna elettorale che si è svolta in un clima di grave violenza. I dati forniti dall’Osservatorio nazionale della violenza di Tegucigalpa rivelano che da gennaio ad oggi sono stati assassinati 68 politici in un clima di forte polarizzazione fra destra e sinistra.

Povertà ed emigrazione

Dopo Haiti, l’Honduras è il Paese più povero del subcontinente latino-americano. La situazione economica sta provocando un’imponente emigrazione: sono tanti gli honduregni che da qualche anno partecipano alle carovane che, attraverso il Messico, cercano di raggiungere gli Usa. Per chi rimane c’è da affrontare un clima sociale decisamente pericoloso, con la presenza della delinquenza comune e di bande di narcotrafficanti, le cui scorribande hanno ancora più inasprito la situazione nei mesi che hanno preceduto le elezioni. Un un’omelia nel corso di una recente celebrazione eucaristica, l’arcivescovo di Tegucigalpa, il cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga ha esortato la popolazione a non cedere alla tentazione della paura, dello scontro, dell’odio o della violenza in vista delle imminenti elezioni. Non ci deve essere indifferenza. “Non andare a votare è un peccato di omissione”, ha detto il cardinale.

I sondaggi

Le ultime previsioni sulle elezioni presidenziali in Honduras parlano di un confronto a due per la più alta carica dello Stato. Molto probabilmente a contendersi la presidenza saranno l’attuale sindaco della capitale e membro del Partido Nacional, Nasry Asfura, e la leader del partito Libre, Xiomara Castro, moglie dell’ex presidente Manuel Zelaya, esautorato il 28 giugno 2009 dalle Forze armate.