Isabella Piro – Città del Vaticano
La Chiesa cattolica in Europa ha “piena fiducia nei giovani”: lo ha affermato il cardinale Jean-Claude Hollerich, presidente della Comece (Commissione delle conferenze episcopali della Comunità Europea), in occasione della pubblicazione del Rapporto conclusivo della Convenzione cattolica dei giovani sul futuro dell’Europa. L’evento, organizzato dalla Comece stessa, si è tenuto on line il 3, il 10 e il 17 giugno, ma il documento finale dei lavori è stato diffuso il 9 settembre. Oltre cento i ragazzi cattolici, collegati da tutti gli Stati membri dell’Ue, che hanno preso parte all’incontro e che hanno riflettuto e formulato proposte concrete per dare forma al loro “sogno d’Europa”, in risposta alle questioni più urgenti. “Voi non siete solo il futuro dell’Europa – ha detto loro il Cardinale Hollerich – ma siete l’Europa adesso. Dalle vostre esperienze, conoscenze e speranze, potete costruire un futuro migliore, non solo per il Continenti ed i suoi abitanti, ma anche per tutti i fratelli e le sorelle di tutto il mondo”.
I temi del Rapporto
Tre, in particolare, le aree tematiche analizzate dal Rapporto: la giusta ripresa sociale; la transizione ecologica e digitale; la democrazia e i valori europei. Riguardo al primo punto, i ragazzi hanno chiesto a gran voce la costruzione di “un’Europa della solidarietà e della fraternità”, attraverso strumenti specifici quali: la promozione dell’occupazione giovanile; il sostegno costante e continuo all’istruzione; il rilancio della solidarietà intergenerazionale e interregionale, affinché “nessuno sia lasciato indietro”. Riguardo alla transizione ecologica e digitale, invece, i partecipanti alla Convenzione hanno ribadito l’importanza di prendersi cura della Casa comune attraverso la promozione di “un’ecologia integrale nella vita di ciascuno e nell’intera società”, perché “prendersi cura del mondo in cui viviamo significa prendersi cura di se stessi”.
Transizione digitale che riduca le disuguaglianze
La società dovrà essere più sostenibile, spiega il Rapporto, anche nel settore digitale: per questo, le aziende dovranno essere incoraggiate ad attuare pratiche di economia circolare e a sviluppare modelli di business sostenibili, prodotti ‘verdi’ e riciclati”. Esse, inoltre, dovranno essere più trasparenti sull’impatto ambientale dei loro manufatti, regolamentando e riducendo soprattutto “la generazione di prodotti tossici, in particolare di sostanze chimiche e di plastiche monouso coinvolte negli imballaggi alimentari”. Al contempo, i giovani hanno auspicato che “la transizione digitale non abbia conseguenze dannose per la Casa comune ed effetti pericolosi sulla salute delle persone a lungo termine”, ma piuttosto “affronti le disuguaglianze digitali e garantisca a tutti possano l’accesso alle infrastrutture digitali di base”.
Centrale, inoltre, dovrà essere l’impegno a “proteggere i consumi, la privacy i diritti digitali delle persone”, così come la garanzia di credibilità per le aziende on line. L’alfabetizzazione digitale dovrà essere messa a disposizione di tutti, hanno ribadito i ragazzi, compresi “gli anziani, i poveri, i disabili e coloro che non hanno un’identità formale”. Il suggerimento è stato anche a lanciare una “Conferenza annuale sul quadro digitale dell’Ue”, così da “mostrare in termini molto concreti come i giusti principî giuridici ed etici possano essere messi in pratica nella creazione e nell’implementazione dei servizi digitali”.
Giovani ambasciatori dell’Ue
Quanto alla democrazia ed ai valori europei, il Rapporto suggerisce l’istituzione di una “Rete europea della gioventù” attraverso la quale gli aderenti possano diventare, per 12-18 mesi, “ambasciatori dell’Ue” per promuovere le politiche del Continente nel settore giovanile. Forte, in questo ambito, la speranza che si possa “lavorare più intensamente” in favore dell’occupazione e del coinvolgimento dei giovani in politica. La stessa speranza viene espressa per quanto riguarda “l’educazione alle vere radici dell’Ue ed alla sua importanza per il futuro di tutti”, così da rendere l’Unione “sempre più vicina ai problemi della vita reale, decentralizzandone il processo decisionale”.
Un fondo per il disagio giovanile
Ulteriori suggerimenti contenuti nel Rapporto riguardano l’avvio di un fondo a sostegno dei giovani più svantaggiati “attraverso organizzazioni che lavorano nell’area dell’educazione non formale e con attenzione specifica ai valori cristiani e alla democrazia”; la promozione della cooperazione e del dialogo tra le istituzioni dell’Ue, le organizzazioni non governative e quelle basate sulla fede “per la promozione di valori positivi come la solidarietà, la fraternità, il rispetto, il dialogo interreligioso, il confronto tra persone di generazioni e nazioni differenti”.
Stessa visibilità per gli Stati comunitari
Specifiche, inoltre, sono le richieste di “mantenere le frontiere dei Paesi sempre aperte per l’aiuto medico, in quanto questo è un aspetto-chiave della solidarietà tra gli Stati membri dell’Ue”, e di “lavorare verso una Costituzione europea, assicurando il rispetto dei valori democratici”. Una riflessione a parte, poi, il documento la fa sui mass-media del Continente: ad essi, si raccomanda di “informare tutti i cittadini e migliorare la visibilità delle questioni nazionali nell’Ue, facendo in modo che tutti gli Stati membri abbiano la stessa visibilità, poiché la conoscenza di tali questioni aumenta il senso di solidarietà e fraternità tra i popoli dell’Unione”.
Informazione trasparente
Fondamentale sarà anche il rafforzamento dei programmi di istruzione per i giovani affinché possano sviluppare al meglio le loro “capacità di analisi critica”, confrontando “diverse fonti di informazione” e selezionando “le notizie verificate”. “L’informazione dell’Ue – incalza il Rapporto – dovrà essere etica, trasparente e veritiera”, obiettivo perseguibile, per esempio, attraverso “l’introduzione di misure che mostrino le fonti delle notizie e il controllo dell’autenticità dei media”. Infine, si chiede il sostegno per tutte quelle organizzazioni profit e non profit che lavorano per contrastare le fake news.
“Invitiamo l’Ue a prendere in considerazione le proposte di tutti i giovani europei e a dare loro voce per plasmare il loro futuro – conclude il Rapporto – Crediamo fortemente che il contributo dei ragazzi sia fondamentale; pertanto, incoraggiamo l’Ue ad ascoltarli e a rafforzare il dialogo”.