Guerra in Bosnia: confermata in appello la condanna per genocidio a Ratko Mladic

Vatican News

Michele Raviart – Città del Vaticano

Il tribunale dell’Aia che ha preso le funzioni del Tribunale penale internazionale per l’ex-Jugoslavia delle Nazioni Unite ha respinto l’appello di Ratko Mladic e ha confermato la sentenza di primo grado ribadendo la condanna del carcere a vita per l’ex capo militare delle forze serbe di Bosnia durante la guerra del 1992-95. Mladic è stato quindi confermato responsabile di genocidio, crimini contro l’umanità e crimini di guerra in riferimento, in particolare, all’assedio di 43 mesi alla città di Sarajevo per le sue conseguenze per i civili e al massacro di Srebrenica nel 1995, in cui furono uccisi circa ottomila uomini e ragazzi di religione musulmana in un luogo considerato “zona sicura” dall’Onu.

Confermato il verdetto di primo grado

Mladic, 78 anni, era stato arrestato in Serbia nel 2011 dopo aver evitato la giustizia per 15 anni ed era stato condannato in primo grado nel 2017. Respinta quindi la tesi difesa degli avvocati dell’ex-generale, non presenti in aula, che sostenevano la sua mancata responsabilità per i crimini perpetrati dai suoi sottoposti. Respinto anche il ricorso della procura, con cui i giudici hanno confermato in secondo grado l’assoluzione dalle accuse di genocidio per i massacri in altre sei località bosniache (Foca, Vlasenica, Kljuc, Sanski Most, Kotor-Varos e Prijedor). 

Le reazioni dell’Onu

“I crimini di Mladić sono stati l’abominevole culmine dell’odio alimentato a fini politici”, ha commentato il Commissario dell’Onu per i diritti umani Michelle Bachelet in una dichiarazione, sottolineando come “la decisione di oggi riguarda responsabilità individuale di Mladic per i suoi atti terribili e non la punizione collettiva o l’attribuzione della colpa a una particolare comunità”. Per Alice Wairimu Nderitu, consigliere speciale del segretario generale delle Nazioni Unite sulla prevenzione del genocidio, il verdetto ha inviato un messaggio importante ai Balcani occidentali, dove la “negazione del genocidio” è in aumento.

90 persone condannate in 25 anni

Quello di oggi è stato l’ultimo processo legato al Tribunale penale internazionale per l’ex-Jugoslavia delle Nazioni Unite, formalmente chiuso nel 2017. In 25 anni per la guerra in Bosnia sono state condannate 90 persone, tra cui l’ex leader politico dei serbi bosnianci Radovan Karadzic. Si cercherà ora un Paese che ospiterà la detenzione di Mladic. Finora quattordici differenti Paesi europei stanno ospitato i condannati dal tribunale, tra cui lo stesso Karadzic che si trova nel Regno Unito.