Chiesa Cattolica – Italiana

Gmg, Francesco: cristiano è accogliere tutti senza confini di cultura e geografia

Il Papa invia un videomessaggio ai volontari e alle famiglie che ospiteranno i giovani durante l’incontro mondiale di Lisbona in agosto: grazie per la vostra generosità, vi sentirete più “universali”

Alessandro De Carolis – Città del Vaticano

Scomodo ma bello, arricchente, un momento in cui salteranno il tran tran e i limiti delle solite cose e si spalancherà per qualche giorno un orizzonte “universale”. Il Papa prefigura, ringraziandole, quello che la prossima estate accadrà alle famiglie che hanno deciso e decideranno di ospitare in casa propria i giovani che approderanno in massa a Lisbona – già 400 mila gli iscritti – per partecipare alla Giornata mondiale della gioventù.

Vedere la vita con occhi diversi

In un videomessaggio analogo a quello inviato giorni fa ai ragazzi e ragazze della Gmg, Francesco si sofferma sulle famiglie che in quei giorni si allargheranno per fare spazio a “giovani, come i vostri figli, i vostri parenti giovani”. Questo, osserva subito con schiettezza, “vi rivoluzionerà un po’ la vita. Detto in parole povere: sarà incomodo”. E tuttavia, osserva, se fatta con generosità – “non solo per servire, che è una gran cosa, ma anche per aprirvi ad altri giovani, ad altre culture, ad altri modi di vedere la vita” – questa accoglienza cambierà il cuore. “’Relativizzeranno’ ognuno di voi, le tante certezze che pensate di avere, facendovi vedere che, in altri luoghi, le cose possono essere diverse. Vi ‘universalizzeranno’”.

Sarà una “semina di universo”

Francesco ricorda che “i giovani stranieri dicono che le esperienze più ricche sono quelle delle famiglie che li hanno accolti”. E in voi, soggiunge, “rimane la certezza che si può essere cristiani in maniera diversa, con un’altra cultura, con un altro punto di vista”. Insomma, se pure “comporterà uno sforzo”, sarà allo stesso tempo “una ‘semina’ di universo, un guardare l’orizzonte che sta oltre, oltre i nostri piccoli limiti e confini, siano essi geografici, culturali o spirituali”.

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