Giorno memoria. I Giusti, la libertà e l’ostinazione del bene

Vatican News

Paolo Ondarza – Città del Vaticano

Tra libertà e responsabilità c’è una consanguineità. L’una non può esistere senza l’altra. Insieme favoriscono la speranza, virtù e forza che consente di opporsi alla morte. E’ citando il filosofo Emmanuel Levinas che Emilia D’Antuono, coordinatrice del Seminario Permanente «Etica Bioetica Cittadinanza» del Dipartimento di Scienze sociali dell’Università Federico II di Napoli ci introduce al convegno dedicato in occasione del “Giorno della Memoria” a “I giusti tra le nazioni”. L’evento si svolge online e sarà possibile seguirlo a partire dalle 9 del mattino sul canale youtube del CIRB , il  Centro Interuniversitario di Ricerca Bioetica di Napoli che lo ha promosso.

Ascolta l’intervista ad Emilia D’Antuono

L’incoercibile libertà

L’«Incoercibile libertà, l’ostinazione del bene»  è quella testimoniata persone che hanno agito in modo eroico a rischio della propria vita e senza interesse personale per salvare anche un solo ebreo dalla furia nazista della Shoah. Sono riconosciuti come “Giusti”, onorificenza conferita dal Memoriale ufficiale di Israele, Yad Vashem fin dal 1962.

L’ostinazione del bene

“La libertà è incoercibile, malgrado i tentativi dell’ideologia nazifascista e totalitaria di estirparla dalla nostra cultura e civiltà, azzerando l’etica della nostra Europa”, spiega Emilia D’Antuono a Vatican News. “L’ostinazione del bene si è palesata con i Giusti. Sono convinta che non sarebbe stata possibile la ricomposizione dell’ethos europeo dalle lacerazioni nazifasciste se esseri umani ‘comuni’, non avessero nella quotidianità del loro vivere salvato gli uomini, l’onore e la dignità dell’umanità”.

Discernimento

“I Giusti – prosegue D’Antuono – hanno testimoniato che la libertà e la pratica del bene sono possibili anche in situazioni estreme. Sarebbe stato più facile non agire e, sotto il tallone della paura, omologarsi ad un pensiero comune. Tante storie dei Giusti – precisa – non sono sempre storie a lieto fine. In molti hanno pagato anche con la vita i loro gesti. La loro coscienza ha sempre distinto il bene dal male, hanno conservato questo ‘discernimento’, per usare una parola cara a Papa Francesco”. Nel corso del convegno, alla presenza di esponenti delle comunità ebraica e accademica, interverranno i parenti di alcuni noti Giusti come Franco Perlasca, figlio di Giorgio Perlasca che nel 1944 salvò la vita di oltre cinquemila ebrei ungheresi. Prenderà la parola anche suor Grazia Loparco, docente della Pontificia Facoltà Auxilium, con una relazione intitolata “Abbiamo fatto il nostro dovere”. Le religiose che nascosero ebrei a Roma (1943-44)”.