Gallagher ai vescovi del Camerun: siate segni di speranza tra crisi e violenze

Vatican News

Il segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali ha incontrato ieri pomeriggio, a Yaoundé, la Conferenza episcopale del Paese africano. Nel suo discorso, l’incoraggiamento ai presuli ad essere “uniti nella diversità” e ad affrontare sfide pastorali come la migrazione e le ingiustizie. Il richiamo all’importanza della liberà religiosa

Un momento della visita di monsignor Gallagher in Camerun

Far sentire la voce della Chiesa tra le sfide del nostro tempo

La riconciliazione è anche la missione della Chiesa, aggiunge il presule, esortando i vescovi camerunensi a “non esitare a far sentire la voce della Chiesa nel Paese”, esercitando gli incarichi pastorali “in una dimensione profetica”. “Sapete quanto potete essere segno di consolazione e di speranza non solo per i vostri fedeli, ma anche per i vostri connazionali in generale”, ribadisce monsignor Gallagher ai membri della Conferenza episcopale, invitandoli a dire “con una sola voce e con la forza del Vangelo, parole forti e senza tentennamenti” per illuminare il Paese “nei momenti difficili”. Di qui, il richiamo alla “unità nella diversità”, perché solo così i vescovi camerunensi riusciranno ad affrontare “le numerose sfide pastorali che presentano la società e la cultura moderna”, tra cui “il fenomeno migratorio, la corruzione e l’ingiustizia”.

Il rispetto della libertà religiosa

Un paragrafo del suo lungo discorso monsignor Gallagher lo dedica al tema della libertà religiosa: esprimendo apprezzamento per “i rapporti di cordialità e di corresponsabilità nel rispetto reciproco” esistenti tra la Chiesa e lo Stato del Paese africano, il rappresentante della Santa Sede ricorda la Dottrina sociale e afferma che “il dovere di rispettare la libertà religiosa richiede che la comunità politica garantisca alla Chiesa il necessario spazio di azione”. “La Chiesa in Camerun – aggiunge – non può essere considerata come una organizzazione non governativa, né come una qualsiasi associazione, ma piuttosto come un partner dello Stato”, nel rispetto delle rispettive autonomie. In quest’ottica, il segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali esorta la Conferenza episcopale a “inserirsi a pineo titolo nel dialogo sociale e politico e a confrontarsi senza esitazione con le autorità pubbliche” per far conoscere loro “la realtà sociale dell’insegnamento della Chiesa”.

Il coraggio e la speranza

Infine, in vista dell’imminente Giubileo, monsignor Gallagher invita i presuli del Camerun a “mantenere viva la fiamma della speranza, perseguendo con coraggio la missione al servizio della Chiesa e della società, e annunciando il Vangelo.