Chiesa Cattolica – Italiana

G20 sull’Afghanistan: dialogo, aiuti alla popolazione e lotta al terrorismo

Andrea De Angelis – Città del Vaticano 

Con la forte eco delle parole pronunciate poche ore prima a New York dal segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, si è aperto il G20 straordinario di Roma sull’Afghanistan. Da Guterres è arrivato infatti un monito sulle conseguenze economiche di un eventuale collasso del Paese asiatico: “Se la crisi economica piegherà l’Afghanistan – ha detto – l’impatto sarà a livello mondiale e tutti pagheranno un caro prezzo”. Nelle dichiarazioni rilasciate oggi ai giornalisti, il segretario generale dell’Onu ha poi parlato delle donne afgane: “Sono particolarmente allarmato – ha sottolineato – nel vedere che le promesse fatte loro dai talebani non vengono onorate”. Il vertice di questo pomeriggio, presieduto dall’Italia, è durato circa tre ore ed ha visto la presenza in streaming di venti Paesi. Non ha partecipato il presidente russo Vladimir Putin per precedenti impegni. Neppure il ministro degli Esteri Serghei Lavrov ha preso parte, poiché in viaggio. Lo ha riferito il Cremlino sottolineando di aver avvertito gli organizzatori.

Unione Europea: accanto al popolo afgano 

La Commissione europea ha annunciato al G20 odierno l’intenzione di donare un miliardo di euro in aiuti alla popolazione afghana. “Dobbiamo fare tutto il possibile per evitare un grave collasso umanitario e socio-economico in Afghanistan. Dobbiamo farlo in fretta”, ha sottolineato la presidente Ursula von der Leyen.  “Siamo stati chiari sulle nostre condizioni per qualsiasi impegno con le autorità afgane, compreso il rispetto dei diritti umani, ma – ha spiegato – il popolo afghano non deve pagare il prezzo delle azioni dei talebani. Questo è il motivo per cui il pacchetto di sostegno afghano è per il popolo afghano e per i Paesi limitrofi che hanno fornito i primi aiuti”, ha concluso von der Leyen. “Trovo assolutamente necessario evitare la catastrofe umanitaria. L’Ue intensificherà l’impegno con l’Onu e garantirà un sostegno mirato al popolo afghano”, ha aggiunto Charles Michel, presidente del Consiglio europeo. 

Stati Uniti: mantenere l’impegno contro il terrorismo

L’ultimo intervento, intorno alle 16 del pomeriggio, è stato quello del presidente statunitense Joe Biden che ha posto tra i temi cruciali il mantenimento degli sforzi contro il terrorismo e la necessità di far giungere gli aiuti direttamente alla popolazione afgana. I leader del G20 riuniti sull’Afghanistan “hanno ribadito il loro impegno nella lotta al terrorismo, compresa la minaccia costituita dall’Isis-K, nonché quello per garantire un passaggio sicuro per gli stranieri e gli afghani che cercano di lasciare il Paese”. Ad affermarlo è il presidente americano Joe Biden secondo quanto riporta la Casa Bianca.

Germania: riconoscimento governo non è all’ordine del giorno 

I Paesi parte del G20 hanno ribadito che il governo in Afghanistan “non è inclusivo” e il suo riconoscimento “non è all’ordine del giorno”. Tuttavia, “devono esservi colloqui” con i talebani. In tale confronto, “la lotta al terrorismo deve svolgere un ruolo centrale”. È quanto dichiarato dalla cancelliera tedesca, Angela Merkel, durante la conferenza stampa che ha tenuto al termine del vertice straordinario del G20 sull’Afghanistan, come riportato dalle agenzie internazionali. 

Turchia: dialogare con i talebani

In Afghanistan la comunità internazionale deve “fronteggiare una nuova realtà politica”. ha affermato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, lanciando un appello a “tenere aperti i canali di dialogo” con i talebani. “Il mio Paese – ha aggiunto – non può permettersi un nuovo flusso di migranti dall’Afghanistan, ne sarebbero colpiti anche i Paesi europei”. Il presidente turco ha anche proposto di formare un gruppo di lavoro sulla migrazione presieduto da Ankara nell’ambito della prossima presidenza indonesiana del G20. Intanto sempre oggi il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, ha annunciato che si recherà a Kabul con una delegazione di ministri degli Esteri di altri Paesi. “Ci stiamo organizzando, abbiamo il dovere di monitorare una crisi economica e umanitaria che coinvolge almeno 18 milioni di persone”, ha detto Cavusoglu in una conferenza stampa congiunta con il ministro indonesiano Retno Marsudi.

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