Chiesa Cattolica – Italiana

Francesco: quando Dio chiama è per servire soprattutto i più vulnerabili

Paolo Ondarza – Città del Vaticano

Dialogo, comunione e missione. Tre elementi essenziali per vivere la formazione sacerdotale. Papa Francesco li indica ai membri del Pontificio Collegio Americano del Nord ricevuti in Vaticano, in special modo ai candidati al sacerdozio che vivono la loro esperienza di studio e discernimento nella fede a Roma.

Venite e vedrete

Ancora una volta è il Vangelo a guidare la riflessione del Pontefice: l’incontro tra Gesù e i discepoli che prima lo cercano, poi lo interrogano, lo seguono, rimangono con Lui ed infine attirano altri con la loro testimonianza. Essi entrano in dialogo con il Signore, vogliono conoscerlo. “Venite e vedrete” è la risposta del Maestro.

Nel corso della vostra vita, e soprattutto in questo tempo di formazione seminaristica, il Signore entra in un dialogo personale con voi, chiedendovi “che cosa cercate” e invitandovi a “venire e vedere”, a parlare con Lui aprendo il vostro cuore e a donarvi a Lui con fiducia nella fede e nell’amore.

In relazione con Gesù

Il Vescovo di Roma esorta a coltivare una relazione quotidiana con Gesù, alimentata dalla preghiera, dalla meditazione della Parola, dall’accompagnamento spirituale e dal porsi in ascolto silenzioso davanti al Tabernacolo.

È infatti in questi momenti di relazione familiare con il Signore che possiamo meglio ascoltare la sua voce e scoprire come servire Lui e il suo popolo con generosità e con tutto il cuore.

Rimanere con Il Signore

Dall’ascolto alla comunione, che nasce dal rimanere con il Signore per imparare dalle sue parole e dai suoi gesti ciò che il Padre lo ha mandato ad annunciare. Francesco rimarca come il cammino sacerdotale richieda una costante comunione con Dio, ma anche con la Chiesa, comunità unita nel corpo di Cristo.

Vi invito a tenere gli occhi aperti sia sul mistero dell’unità della Chiesa, manifestata nella legittima diversità ma vissuta nell’unicità della fede, sia sulla testimonianza profetica della carità che la Chiesa, in particolare qui a Roma, esprime attraverso i suoi atti concreti di condivisione e di assistenza ai bisognosi.

Tali esperienze di amore fraterno, spiega il Papa rendono capaci di scorgere Dio in ogni essere umano e quindi cogliere la grandezza sacra del prossimo e sopportare le molestie della vita in comune.

Testimoni che attraggono

Dal dialogo e dalla comunione con Gesù scaturisce la missione: i discepoli infatti, rileva Francesco, appena chiamati vanno ad attirare altri con la loro testimonianza.

Ogni volta che Gesù chiama uomini e donne, lo fa sempre per inviarli, in particolare dai più vulnerabili e da coloro che sono ai margini della società, che non solo siamo chiamati a servire, ma dai quali possiamo anche imparare molto. Le persone oggi hanno bisogno di noi perché ascoltiamo i loro interrogativi, le loro ansie e i loro sogni, in modo da poterle accompagnare meglio al Signore, che riaccende la speranza e rinnova la vita di tutti.

Per questo, conclude il Vescovo di Roma, nello svolgere le opere di misericordia, attraverso i vari apostolati educativi e caritativi, sacerdoti e seminaristi sono chiamati ad essere segni di una Chiesa in uscita capace di condividere la presenza, la compassione e l’amore di Gesù.

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