Francesco: le urgenze quotidiane non soffochino i gesti di amore

Vatican News

Tiziana Campisi – Città del Vaticano

La scelta di Pietro di tornare a pescare, di “tornare alla vita di prima”, forse perché un po’ sfiduciato nell’attesa di vedere ancora il Maestro, sembra quella di tanti di noi, fa notare il Papa al Regina Coeli commentando il Vangelo della terza apparizione di Gesù risorto. Perché può succedere che per stanchezza, delusione, magari per pigrizia, di scordarci del Signore e di trascurare le grandi scelte che abbiamo fatto, per accontentarci di qualcos’altro”.

Non si dedica tempo a parlarsi in famiglia, preferendo i passatempi personali; si dimentica la preghiera, lasciandosi prendere dai propri bisogni; si trascura la carità, con la scusa delle urgenze quotidiane. Ma, così facendo, ci si ritrova delusi, era proprio la delusione che aveva Pietro: con le reti vuote, come Pietro. È una strada che ti porta dietro e non ti soddisfa.

Riprendere il largo con Gesù

Gesù, però, tornando ancora “sulla riva del lago dove aveva scelto Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni”, non rimprovera gli apostoli, anzi, si rivolge a loro con tenerezza esortandoli “a gettare di nuovo le reti, con coraggio”.  Perché “quando nella vita abbiamo le reti vuote – osserva Francesco – non è tempo di piangerci addosso, di svagarci”, Gesù, invece nvita a ripartire, a ricominciare, a riprendere il largo con Lui. Tre verbi che il Pontefice rimarca, perchè vengano presi in considerazione “davanti a una delusione, o a una vita che ha perso un po’ il senso”. 

L’amore va oltre il conveniente e ispira gesti creativi

Il Papa si sofferma poi sulla reazione di Pietro quando riconosce il Risorto sulla riva del lago di Galilea. “Si tuffa in acqua e nuota verso Gesù” ed “è un gesto di amore” spiega Francesco, “perché l’amore va oltre l’utile, il conveniente e il dovuto”, “genera stupore, ispira slanci creativi, ispira slanci gratuiti”. Da qui l’incoraggiamento:

Cari fratelli e sorelle, oggi Cristo risorto ci invita a uno slancio nuovo, ci invita a tuffarci nel bene senza la paura di perdere qualcosa, senza calcolare troppo, senza aspettare che comincino gli altri. Perché? Non aspettare gli altri, perché per andare incontro a Gesù bisogna sbilanciarsi. Bisogna sbilanciarsi con coraggio, riprendere. E riprendere con sbilancio. Rischiare. È uno sbilancio. Chiediamoci: sono capace di qualche scatto di generosità, oppure freno gli slanci del cuore e mi chiudo nell’abitudine, o nella paura? Buttarsi, tuffarsi. 

“Mi ami?”

Infine Francesco, ripete la domanda che Cristo rivolge a Pietro per tre volte, “Mi ami?”, invita ciascuno a sentirsi ugualmente interrogato:

Il Risorto lo chiede anche a noi oggi: Mi ami? Perché a Pasqua Gesù vuole che anche il nostro cuore risorga; perché la fede non è questione di sapere, ma di amore. Mi ami?, chiede Gesù a te; a te, a me che abbiamo che hai le reti vuote e abbiamo tante volte hai paura di ricominciare; a te e a me, a tutti noi, che non abbiamo hai il coraggio di tuffarci tuffarti e abbiamo hai perso forse lo slancio. Mi ami?, chiede Gesù. 

Ritrovare lo slancio del bene

Pietro rispose dedicandosi “al servizio di Dio e dei fratelli fino a dare la vita”, conclude il Papa invocando “la Madonna, che ha detto prontamente ‘sì’ al Signore” perché “ci aiuti a ritrovare lo slancio del bene”.

Il ricordo dei giornalisti uccisi e incarcerati

Al termine della preghiera del Regina Coeli Francesco menziona le beatificazioni a Milano di don Mario Ciceri e Armida Barelli e poi chiede ancora preghiere per la guerra in Ucraina auspicando che si imbocchi la via del dialogo e della pace. Inoltre, ricordando che  il 3 maggio ricorre la Giornata Mondiale della Libertà di Stampa, rende omaggio “ai giornalisti che pagano di persona per servire questo diritto”. “L’anno scorso nel mondo 47 sono stati uccisi – riferisce – e più di 350 incarcerati”. E rivolge “un grazie speciale a quanti di loro, con coraggio, ci informano sulle piaghe dell’umanità”.