Francesco: la via della violenza è sempre perdente

Vatican News

Gabriella Ceraso – Città del Vaticano 

Stragi che non hanno ancora una spiegazione o che hanno mandanti chiari: in ogni caso la violenza non è mai una vittoria, non è una soluzione anzi richiama dietro di sè altra violenza senza fine. Lo sottolinea nei saluti ai fedeli al termine della preghiera mariana dell’Angelus Francesco questa domenica di ottobre. Il riferimento è a quanto accaduto nelle ultime settimane in Norvegia e poi in Afghanistan e infine in Inghilterra con morti e feriti e con il dolore dei parenti delle vittime a cui il Pontefice fa riferimento:

Esprimo la mia vicinanza ai familiari delle vittime. Vi prego, per favore, di abbandonare la via della violenza che è sempre perdente, che è una sconfitta per tutti. Ricordiamoci che violenza genera violenza.

I fatti: dalla Norvegia all’Afghanistan all’Inghilterra

La violenza cieca e ancora inspiegata è quella che è entrata in azione in Norvegia dove un uomo, nella serata di mercoledì 13 ottobre a Kongsberg nel sud-est, armato di arco e frecce, ha iniziato a prendere di mira i passanti in diverse zone della cittadina. Il bilancio è stato di cinque morti, tra cui un agente delle forze dell’ordine. Il movente oggi ancora da definire, non pare essere terroristico bensì legato a disturbi mentali. Un bilancio più grave tra le vittime si registra invece in Afghanistan e il Papa lo ricorda. Nel Paese, da agosto gestito dai talebani, si susseguono attentati terroristici a causa di una rivalità crescente tra gli studenti coranici e il braccio armato del’Isis, l’Is- K. L’ultimo, il 15 ottobre – a meno di sette giorni dalla strage a Kunduz con una ottantina di vittime-  contro una moschea sciita di Kandahar che ha causato la morte di oltre 40 persone e il ferimento di circa 70, mentre il Paese sprofonda in una crisi umanitaria che la comunità internazionale tarda a risolvere.

Ha invece motivazioni forse terroristiche, ma ancora da verificare dagli inquirenti, l’atto compiuto da Ali Harbi Ali, il 25enne britannico di origine somale arrestato per l’uccisione di Sir David Amess, il deputato conservatore ucciso venerdì scorso mentre incontrava i suoi elettori in una chiesa, la Belfairs Methodist Church a Leigh-on-Sea, vicino a Southend. Ali avrebbe vissuto nel passato nel collegio elettorale di Sir David ed era noto all’antiterrorismo, inserito alcuni anni fa nel programma de-radicalizzazione del governo. Si sta valutando la possibilità di legami con i jihadisti di al-Shabaab, il gruppo terroristico nato da una costola di al-Qaeda e che opera tra Somalia e Kenya.