Francesco incontra Macron, la pace mondiale al centro di un’ora di colloquio

Vatican News

Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano

L’auto blindata con la bandiera blu, bianca e rossa è giunta in Vaticano, nel Cortile di San Damaso, intorno alle 10.20. Sorridente il presidente francese Emmanuel Macron, assieme alla moglie Brigitte e una delegazione di dieci membri, è stato accolto dal corteo di Guardie Svizzere e alcuni Gentiluomini di Sua Santità, e dal reggente della Casa Pontificia, monsignor Leonardo Sapienza, che gli ha stretto la mano e lo ha poi accompagnato all’ascensore che ha portato il presidente nella Biblioteca apostolica. Lì, per la terza volta dall’inizio del suo mandato, ha incontrato Papa Francesco. Successivamente ha incontrato il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, e monsignor Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali.

Ieri all’evento di Sant’Egidio 

Reduce ieri pomeriggio dal grande incontro di preghiera “Il grido della pace” organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio alla Nuvola, a Roma, insieme con i rappresentanti delle grandi religioni mondiali, il presidente francese aveva incontrato in serata, per oltre un’ora, la nuova presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, ribadendo l’importanza delle relazioni tra Francia e Italia. Nel pomeriggio di oggi, Macron si recherà invece nella Basilica di San Giovanni in Laterano, dove cinque anni fa ha preso possesso del titolo di protocanonico d’onore del Capitolo lateranense, carica onoraria che affonda le sue radici nel Medioevo e nei rapporti dei re francesi nei confronti della Chiesa di Roma. Mentre domani pomeriggio Macron parteciperà all’evento al Colosseo presieduto dal Papa, alla presenza di altri leader politici e religiosi, per invocare la pace in Ucraina e nelle zone del mondo piagate da guerre e violenze. In questo ricco programma il presidente non ha voluto far mancare la visita al Papa, con il quale mantiene ormai da anni una comunicazione diretta.

Lungo colloquio

Cinquantacinque minuti la durata del colloquio di oggi (10.25 – 11.20), due in meno rispetto all’udienza del 26 giugno 2018, la prima dall’inizio del mandato, ricordata dall’opinione pubblica mondiale per il gesto conclusivo, inedito e confidenziale, del capo dell’Eliseo di accarezzare con la mano sinistra il volto del Papa. Quasi un modo da parte del presidente – non nuovo a gesti pubblici di stima e affetto – per ribadire la volontà di consolidare le relazioni tra la Francia e la Santa Sede, come già aveva manifestato a mandato ai vescovi francesi. L’emergenza migratoria, la risoluzione dei conflitti, la situazione in Medio Oriente e Africa, ma anche le prospettive del progetto europeo, erano stati allora i temi centrali nell’udienza, tra le più lunghe concesse dal Papa a un capo di Stato o di governo.

Il desiderio di pace 

Temi tornati anche nei colloqui in Vaticano di oggi, come informa una nota della Sala Stampa vaticana. “Nel corso dei cordiali colloqui in Segreteria di Stato – si legge – ci si è soffermati su questioni di carattere internazionale, a cominciare dal conflitto in Ucraina, con speciale riguardo per la situazione umanitaria. Particolare considerazione è stata dedicata anche alla regione del Caucaso, al Medio Oriente e all’Africa”.

Rispetto a cinque anni fa, al centro delle preoccupazioni del Vescovo di Roma e del leader francese c’è quindi il conflitto in Ucraina, sulla quale Macron – che si era recato a giugno a Kiev insieme all’allora primo ministro italiano Mario Draghi e il cancelliere tedesco Olaf Scholz – è intervenuto ieri sera alla Nuvola, ribadendo le speranze di pace: “Nulla giustifica questa guerra, nulla spiega questa guerra”, ha detto.

I doni

Sempre ieri, Macron aveva annunciato di voler regalare oggi al Papa una prima edizione in francese dell’opera Per la pace perpetua di Immanuel Kant. La copia, una rara edizione del 1796, è stata consegnata nelle mani del Pontefice che ha ricambiato con una medaglia in bronzo, incorniciata nel marmo, raffigurante San Pietro e il colonnato. Insieme a questo i volumi dei documenti papali, il Messaggio per la Pace di quest’anno, il Documento sulla Fratellanza Umana e il libro sulla Statio Orbis del 27 marzo 2020, a cura della Lev.

Udienze e telefonate 

Come detto, la prima delle tre udienze del Papa a Macron era avvenuta nel 2018. Dopo quel primo incontro erano seguite diverse telefonate nel corso degli anni. Una di queste era datata 30 ottobre 2020, giorno dell’attacco alla cattedrale di Nizza dove morirono tre persone. Francesco aveva telefonato a Macron per esprimere il suo dolore e le sue condoglianze. Una seconda conversazione telefonica, durata una quarantina di minuti, risaliva invece al marzo 2021, poco dopo lo storico viaggio del Papa in Iraq. Macron telefonava proprio per congratularsi con Francesco per questa trasferta complessa, mai compiuta prima da un Pontefice. L’aveva definita infatti “una vera svolta” per il Medio Oriente. Entrambi avevano poi espresso la preoccupazione per le crisi che destabilizzano molte regioni del mondo, e nel corso della conversazione – stando a quanto riportato dai media d’Oltralpe – si era discusso anche della possibilità di un viaggio papale in Francia, così come quella di una seconda visita di Macron in Vaticano. Cosa che è effettivamente avvenuta il 26 novembre 2021, quando il presidente francese è stato ricevuto nuovamente dal Papa nel Palazzo Apostolico, dopo la firma al Quirinale del Trattato Italia-Francia per la cooperazione bilaterale rafforzata e a cinque mesi dalle presidenziali del 24 aprile dalle quali Macron è uscito vincitore, dopo il ballottaggio con Marin Le Pen. Anche in quella occasione il colloquio con il Papa si era protratto per oltre un’ora.

Il dibatitto sul fine vita in Francia

L’incontro odierno avviene mentre è in corso in Francia il dibattito sul fine vita. Il 13 settembre, lo stesso capo dell’Eliseo ha lanciato una Convenzione dei cittadini sul tema che riunirà 150 persone sotto la guida di un Comitato di governance composto da vari esperti, il quale esprimerà il suo parere a fine marzo rispondendo a una singola domanda: “Il quadro del supporto di fine vita è adeguato alle diverse situazioni individuali riscontrate o è necessario introdurre eventuali modifiche?”. La decisione ha suscitato non poche preoccupazioni da parte dei vescovi francesi, come affermato in un’intervista a Vatican News monsignor Pierre d’Ornellas, capo del gruppo di bioetica della Conferenza episcopale francese e arcivescovo di Rennes. Il presule ha parlato di una certa mancanza di chiarezza e di volontà da parte del governo e ha espresso il turbamento per una società che elogia l’individualismo piuttosto che promuovere la fraternità, uno dei tre valori fondamentali del motto repubblicano francese. Sulla tematica si è espresso lo stesso Papa Francesco il 21 ottobre scorso, quando, ricevendo in udienza amministratori e politici della diocesi francese di Cambrai, ha espresso l’auspicio che il dibattito sul fine vita “possa essere condotto nella verità per accompagnare la vita al suo termine naturale e non lasciarci coinvolgere in questa cultura dello scarto che è un po’ dappertutto”.