Francesco, il cuore dell’uomo e la vita dello Spirito

Vatican News

Adriana Masotti – Città del Vaticano

Esce oggi nelle librerie la nuova e ampliata edizione del testo che raccoglie le omelie e i discorsi di Papa Francesco sulla tematica del “cuore” e della vita secondo lo Spirito che è presente nella Chiesa. L’aggiornamento del testo riguarda l’inserimento di riferimenti importanti contenuti nell’Enciclica Fratelli tutti e nella Lettera apostolica Patris Corde; vi trovano spazio poi brani del discorso introduttivo di Francesco al “Patto Educativo Globale”; le sue indicazioni sul compito della Teologia e la necessità del discernimento, infine, frasi tratte dall’Esortazione apostolica Gaudete et exsultate.

Da Papa Francesco un’autentica spiritualità del Cuore

Come scrive nella premessa il curatore don Franco Nardin, dal volume edito dal Gruppo San Paolo emerge una “autentica spiritualità del Cuore, che sa integrare le grandi tradizioni della Chiesa e della spiritualità di Sant’Ignazio di Loyola”, il fondatore della Compagnia di Gesù, sul cui insegnamento si è formato Papa Francesco. Un pensiero teologico che rappresenta un forte contributo alla vita spirituale per tanti fedeli, laici e consacrati, che desiderano aprirsi alla voce dello Spirito, per guarire il proprio cuore, e avere la capacità di “comprendere i segni che la Divina Provvidenza ci lascia ogni giorno”

Solo Cristo può sanare il cuore dell’uomo

“Con le sue riflessioni Papa Francesco ricorda l’importanza di costruire la fede su una umanità integrale, conscia dei propri limiti e della necessità dell’intervento di Dio”, scrive il cardinale Angelo De Donatis, vicario generale di Papa Francesco per la diocesi di Roma, che firma la prefazione. Un’umanità salvata da Cristo che sana il cuore dell’uomo, afferma ancora il porporato, “perchè egli stesso ha avuto un cuore, un cuore che palpita di amore e misericordia per l’uomo”. (…). Tuttavia oggi, osserva, “l’uomo ha indurito il proprio cuore, ha costruito un muro e ha perso la fiducia e la speranza” nella presenza di Dio.

Da un cuore sano deriva anche l’amore verso gli ultimi

Nei suoi interventi, osserva il cardinale De Donatis, Francesco offre un attento esame del cuore dell’uomo mettendone in evidenza anche i difetti come l’ipocrisia e la falsità, la doppiezza e tutta una serie di limiti. Il Papa sa che guarire il cuore dell’uomo “significa, dunque, trovare la medicina per l’umanità e far risplendere la Chiesa come Sposa di Cristo senza macchia”. Ma come guarire il cuore? Prima di tutto, suggerisce Francesco, mettendosi in ascolto della Parola di Dio, nutrendosi dell’Eucaristia e riguardo ai sacerdoti, combattendo contro l’abitudine alla celebrazione, per vivere in pienezza l’incontro con Cristo. E’ necessario poi vigilare sul proprio cuore perché non sbandi. Infine, sottolinea il cardinale De Donatis, da un cuore sano deriva l’amore concreto, “per gli ammalati, i sofferenti, i moribondi, gli ultimi, coloro che subiscono violenze, i dimenticati, ovvero coloro che vengono definiti la carne di Cristo”.

Don Nardin: fondamentale l’ascolto dello Spirito

Don Franco Nardin è parroco di una popolosa parrocchia di Ostia Lido, comune e diocesi di Roma, intitolata a Nostra Signora di Bonaria, parrocchia che quest’anno vive il suo Giubileo. Nell’intervista ai microfoni di Vatican News gli chiediamo la ragione per cui, nella sua Premessa, definisce un pensiero insieme “teologico e antropologico” quello esposto da Papa Francesco e da lui stesso definito ‘La vita dello Spirito’:

Ascolta l’intervista a don Franco Nardin

R. – Lo definisco un pensiero anche antropologico perché Francesco ha una grande conoscenza del cuore dell’uomo e sa perfettamente che se cambia il cuore allora cambia tutta la realtà, che è inutile che cambiamo tante strutture esterne, perchè se poi il cuore non cambia, tutto rimane uguale. E il cuore, secondo i Padri orientali, in particolare i Padri ortodossi russi, ha il significato dell’integrità della persona, cioè, noi siamo chiamati ad amare non solo con una parte di noi, ma con tutta la persona. E’ un pensiero antropologico perché centrato sulla necessità e l’urgenza, oggi, di ritornare a mettere al centro la persona e naturalmente le relazioni. Come mette in evidenza proprio Francesco anche nel suo discorso riguardo al Patto educativo globale, questo progetto che il Papa vuol portare avanti per tutta la Chiesa.

A volte, però, c’è della diffidenza quando si parla del cuore dell’uomo. Sappiamo che nel cuore abita il bene e il male, spesso viene contrapposto alla ragione perché sede simbolica dei sentimenti e delle emozioni… Che significato dare alla parola ‘cuore’?

R. – Questa è la domanda centrale, perché la parola “cuore” va intesa nel senso vero, quello indicato anche dai grandi Padri della Chiesa che descrivevano il cuore come un paradiso. San Paolo stesso dice che è nel cuore che lo Spirito grida “Abbà Padre”. E’ nel cuore dell’uomo che troviamo l’impronta della Tinità, delle relazioni trinitarie, autentiche. Naturalmente il cuore va mantenuto, va difeso questo paradiso, questa grazia dello Spirito, questa vita trinitaria. Da qui prende forza tutto il discorso del combattimento spirituale, della purificazione, perchè è vero che dal cuore escono i vizi, i cattivi pensieri eccetera, ma perché prima ci sono entrati e hanno contaminato il cuore e quindi tutta la persona.

Quali sono le parole più significative che ritornano negli scritti e negli interventi di Papa Francesco che delineano la vita dello Spirito? A me viene in mente l’insistenza sulla necessità di praticare il discernimento, ma non è l’unica…

R. –  Sì è molto molto importante questo concetto del discernimento, questa necessità del discernimento. Per questo Papa Francesco, in tutti questi anni, ha parlato tantissimo della necessità per l’uomo di ascoltare la voce dello Spirito. Lo Spirito dentro di noi ci suggerisce, ci parla, ci conduce e ci trasforma, ci fa vedere i nostri peccati, allora da tutto questo deriva sempre più la necessità di fare discernimento che non è una cosa isolata, ma nasce da una integrità totale di come si vive la vita dello Spirito dentro di noi. Quindi diventa estremamente necessario il discernimento per capire quale voce arrivi alla nostra vita, se quella che ci conduce al bene, alle relazioni, a chiedere perdono, o invece sia la voce che arriva dal nemico e ci porta a fare il contrario. La parola discernimento è fondamentale non solo per la stretta vita personale interiore, ma da qui si passa a un discernimento anche pastorale per tutti i consacrati, i sacerdoti e i religiosi proprio per avere questa intuizione del cuore che li porta a fare le scelte pastorali giuste, cioè secondo lo Spirito. Aggiungerei un terzo elemento fondamentale che è la contemplazione spirituale che significa proprio vedere l’azione dello Spirito di Dio nelle nostre giornate e, come mi diceva Papa Francesco anche nell’incontro che io ho avuto personalmente con lui, il 9 gennaio scorso, tutto deve passare dalla testa, al cuore, alle mani. Si tratta, quindi, di una contemplazione attiva.

Qualcuno, però potrebbe chiedere come fare a mettersi in ascolto dello Spirito, ad aprirsi allo Spirito…

R. – I grandi Padri della Chiesa dei primi secoli hanno tutti sottolineato una necessità fondamentale per l’uomo e cioè la conoscenza di se stesso – lo dicono anche oggi gli esperti di psicologia – ma in un senso proprio morale. Cioè è fondamentale la conoscenza di se stessi, di chi siamo, di cosa siamo capaci, di vedere le nostre miserie, le nostre realtà. E’ un aspetto che Francesco non si stanca di ripetere. E come hanno detto tutti i santi, più io mi conosco, più conosco le mie miserie, più conosco Dio, più conosco come Dio agisce nei miei riguardi, con che misericordia, con che bontà e tenerezza.

Don Franco, le chiedevo quali sono le parole più significative che ritornano negli interventi di Francesco. Oltre a discernimento ci può fare qualche altro esempio?

R. – A me pare che una delle preoccupazioni più grandi di Papa Francesco sia espressa nella parola accompagnamento spirituale: oggi è veramente urgente e necessario ritornare a questo accompagnamento o direzione spirituale che non appartiene solo ai sacerdoti. Poi anche la parola relazioni con le culture, le religioni, la fratellanza. Ci sono tante altre parole che abbiamo sentito dal Papa, per esempio la parola misericordia, una vera fede nel cuore di GesùUn’altra parola che vorrei mettere in evidenza è tenerezza e cioè scoprire veramente Dio come un Padre premuroso, pieno di tenerezza, che ci attende sempre. Naturalmente tutto questo conduce al progetto di Papa Francesco di una Chiesa “in uscita”, ma se noi non abbiamo questa capacità di andare oltre i limiti che troviamo nei nostri fratelli che stanno fuori, è chiaro che ci blocchiamo, che giudichiamo e non siamo in grado di vedere che cosa ci dice lo Spirito, i suoi  segni. Siamo entrati di un’epoca nuova, quindi la conoscenza del cuore degli altri ci aiuta a superare le tensioni, l’incomunicabilità con gli altri. Infine, moltissime volte Papa Francesco pone al centro della guarigione del cuore e della vita dello Spirito l’importanza della Parola di Dio, del Vangelo: la Parola è la vera medicina, lui dice di avere sempre il Vangelo in tasca e di leggerlo ogni giorno perché la Parola di Dio penetra nella nostra vita, nel nostro cuore, e piano piano ci guarisce.