Francesco e le culle vuote in Italia

Vatican News

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

“Più nascite, più figli”. E’ la preghiera che il Papa, in modo spontaneo ma forte, mette nel cuore di Maria. Lo fa prima dell’Angelus dopo la celebrazione, a Matera, della Messa che ha concluso il 27.mo Congresso Eucaristico Nazionale. Una richiesta ripetuta molte volte nell’arco del suo pontificato perché il futuro è la famiglia e la sua capacità di investire nel domani accogliendo i figli. Perché è la strada, sulla quale è necessario lavorare, “per portare il Paese avanti”, aveva detto il 12 settembre scorso nell’udienza all’assemblea di Confindustria.

La schiavitù della donna

Parole ripetute anche ai giovani di Economy of Francesco, ad Assisi il 24 settembre. “Bisogna riprendere a procreare”. Il Papa conosce le logiche del mondo del lavoro e per questo, accanto all’invito di fare figli, ha denunciato spesso la condizione delle donne che aspirano a diventare madri e che sempre di più sono costrette a scegliere, procrastinando “il tempo giusto” per mettere al mondo un bambino, alla luce di una stabilità economica che tarda ad arrivare.

Ma anche in questa linea dell’inverno demografico c’è la schiavitù della donna: una donna che non può essere madre perché appena incomincia a salire la pancia, la licenziano; alle donne incinte non è sempre consentito lavorare.

Un futuro senza figli

Le parole di Francesco poggiano su dati reali, su statiche impietose che fotografano il calo demografico in Italia. Una tendenza, riferisce l’Istat, che è in corso da circa 15 anni e che tiene conto anche della dinamica migratoria. Nel 2021 si sono registrate meno di 400mila nascite e il 2049 sarà, secondo i calcoli, l’anno in cui i decessi potrebbero doppiare le nascite: 788mila contro 390mila. Altro dato importante: meno coppie con figli e più coppie senza figli. L’Istat evidenzia che entro il 2041 una famiglia su quattro sarà composta da una coppia con figli, più di una su cinque non ne avrà.

I bambini sono un tesoro

E’ la fotografia di comunità “fragili e frammentate”, di solitudini che generano “una carestia di felicità” perché, aveva detto il Papa sull’aereo nella conferenza stampa di ritorno dal Madagascar, 10 settembre 2019, spesso ci si attacca al benessere.

“Ma, stiamo bene, non faccio figli perché devo comprare la villa, devo fare turismo, sto bene così, un figlio è un rischio, non si sa mai…”. Benessere e tranquillità ma è un essere che ti porta a invecchiare. Invece l’Africa è piena di vita. Ho trovato in Africa un gesto che avevo trovato nelle Filippine e a Cartagena in Colombia. La gente che alzava in alto i bambini come a dire “questo è il mio tesoro, questa è la mia vittoria, il mio orgoglio”. È il tesoro dei poveri, il bambino. Ma è il tesoro di una patria, di un Paese.

Famiglia, miglior esempio di ottimizzazione delle risorse

Uscire dall’inverno demografico, “una tragedia” per il Papa, è una necessità anche per l’Europa che invecchia, l’Europa – nonna “non più fertile e vivace”, aveva detto Francesco al Parlamento europeo, prigioniera di una stanchezza generale, tentata dal dominare “spazi più che generare processi di inclusione e trasformazione” (premio Carlo Magno 6 maggio 2016). Su questo aspetto, parlando ai membri della Federazione delle associazioni famigliari cattoliche in Europa, 10 giugno 2022, Francesco evidenziava la necessità di ribaltare la logica che domina.

Le politiche familiari non vanno considerate come strumenti del potere degli Stati, ma sono fondate in primis nell’interesse delle famiglie stesse. Gli Stati hanno il compito di eliminare gli ostacoli alla generatività delle famiglie e di riconoscere che la famiglia costituisce un bene comune da premiare, con delle naturali conseguenze positive per tutti…Vanno invece affrontati il consumismo e l’individualismo, guardando alle famiglie come il miglior esempio di ottimizzazione delle risorse.

Una nuova primavera

Una ricchezza dunque da tutelare, accarezzare e promuovere perché la famiglia è testimone di bellezza. All’Angelus del 7 febbraio 2021, Francesco invitava a guardare oltre, ad un orizzonte nuovo e pieno di speranza

In Italia le nascite sono calate e il futuro è in pericolo. Prendiamo questa preoccupazione e cerchiamo di fare in modo che questo inverno demografico finisca e fiorisca una nuova primavera di bambini e bambine.