Francesco ai cardinali: portate al mondo la fiamma mite e potente di Cristo

Vatican News

Adriana Masotti – Città del Vaticano

Fiamma potente e fuoco di brace, sorgenti da una parte di coraggio apostolico, zelo per la salvezza e magnanimità, dall’altra di mitezza, fedeltà, vicinanza e tenerezza. Questi i tratti, apparentemente in contrasto, che caratterizzano per Papa Francesco la figura e la missione del cardinale. Nell’omelia tutta centrata sull’immagine del fuoco, il Papa parla ancora di “magnanimità umile, potenza mite, universalità attenta ai dettagli” per raccomandare ai neo porporati la cura coraggiosa “delle cose grandi come delle piccole”. Francesco la pronuncia dopo la breve lettura del Vangelo e le parole di saluto e di ringraziamento che il neo cardinale Arthur Roche, prefetto del Dicastero per il Culto divino e la Disciplina dei sacramenti, gli rivolge a inizio celebrazione a nome di tutti i cardinali nominati. Tra loro è assente il cardinale Richard Kuuia Baawobr, vescovo di Wa che, all’arrivo a Roma, ha avuto un malore. 

“Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto. (Lc. 12,49-50)”

Una fiamma potente e un fuoco di brace

Il fuoco e il battesimo, le due immagini presenti nel passo del Vangelo di Luca. Papa Francesco sceglie di commentare l’immagine del fuoco che qui “è la fiamma potente dello Spirito di Dio”, è “Amore appassionato che tutto purifica, rigenera e trasfigura”. Ma l’evangelista Giovanni, in un altro brano evangelico, descrive un fuoco diverso, quello di una brace che arde sulla riva del lago di Galilea. Gesù lo ha acceso mentre i discepoli sono impegnati nella pesca. “Il fuoco di brace – afferma il Papa – è mite, nascosto, ma dura a lungo” e crea un clima intimo di famiglia.

La fiaccola accesa consegnata ai cardinali

Riferendosi alla realtà dei nuovi cardinali, Francesco sottolinea che le parole dell’evangelista Luca indicano la chiamata del Signore ad una missione di fuoco:

E a noi, che nella Chiesa siamo stati presi tra il popolo per un ministero di speciale servizio, è come se Gesù consegnasse la fiaccola accesa, dicendo: Prendete, “come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi”. Così il Signore vuole comunicarci il suo coraggio apostolico, il suo zelo per la salvezza di ogni essere umano, nessuno escluso. Vuole comunicarci la sua magnanimità, il suo amore senza limiti, senza riserve, senza condizioni, perché nel suo cuore brucia la misericordia del Padre.

L’instancabile servizio al Vangelo 

Un fuoco di questo genere doveva bruciare nel cuore dell’apostolo Paolo, prosegue il Papa, “nel suo instancabile servizio al Vangelo”:

È anche il fuoco di tanti missionari e missionarie che hanno sperimentato la faticosa e dolce gioia di evangelizzare, e la cui vita stessa è diventata Vangelo, perché sono stati anzitutto dei testimoni. Questo, fratelli e sorelle, è il fuoco che Gesù è venuto a “gettare sulla terra”, e che lo Spirito Santo accende anche nei cuori, nelle mani e nei piedi di coloro che lo seguono.

Il fuoco che arde nella vita di tanti cristiani

Accanto al fuoco che divampa, il fuoco di brace che significa mitezza, fedeltà, vicinanza con cui “far gustare a molti la presenza di Gesù vivo in mezzo a noi”. Anche questo è un fuoco che Dio ci dona, afferma Papa Francesco, “in modo particolare nella preghiera di adorazione”, quando avvertiamo la presenza del Signore e la sua presenza “diventa nutrimento per la nostra vita quotidiana”. Il Papa ricorda l’esperienza di San Charles de Foucauld, rimasto “a lungo in un ambiente non cristiano, nella solitudine del deserto”, puntando tutto sulla presenza viva di Gesù nella Parola e nell’Eucaristia, e sulla “sua stessa presenza fraterna”. E aggiunge:

Ma fa pensare anche a quei fratelli e sorelle che vivono la consacrazione secolare, nel mondo, alimentando il fuoco basso e duraturo negli ambienti di lavoro, nelle relazioni interpersonali, negli incontri di piccole fraternità; oppure, come preti, in un ministero perseverante e generoso, senza clamori, in mezzo alla gente della parrocchia. E poi, non è fuoco di brace quello che ogni giorno riscalda la vita di tanti sposi cristiani? La santità coniugale… Ravvivato con una preghiera semplice, “fatta in casa”, con gesti e sguardi di tenerezza, e con l’amore che pazientemente accompagna i figli nel loro cammino di crescita. E non dimentichiamo il fuoco di brace custodito dai vecchi: sono un tesoro, il tesoro della Chiesa. Il focolare della memoria.

Lo stesso amore nelle grandi e nelle piccole cose

Il Papa ritorna alla missione affidata ai cardinali per dire che il “duplice fuoco di Gesù” ricorda che nel loro cuore deve trovare posto la cura sia delle “cose grandi come delle piccole” e lo stesso amore sia occupandosi delle “grandi questioni sia di quelle piccole”; sia trattando “i grandi di questo mondo, sia i piccoli”.

Penso, ad esempio, al cardinale Casaroli, giustamente celebre per il suo sguardo aperto ad assecondare, con dialogo sapiente e paziente, i nuovi orizzonti dell’Europa dopo la guerra fredda – e Dio non voglia che la miopia umana chiuda di nuovo quegli orizzonti che Lui ha aperto! Ma agli occhi di Dio hanno altrettanto valore le visite che regolarmente egli faceva ai giovani detenuti in un carcere minorile di Roma, dove era chiamato “Don Agostino”.

Il Papa ricorda ancora il cardinale Van Thuân, pastore del Popolo di Dio “in un altro scenario cruciale del XX secolo”, e contemporaneamente teso a prendersi cura dell’anima di una sola persona, il suo carceriere.

Posso contare su di te?

L’omelia di Francesco termina riproponendo ancora l’universalità e l’attenzione ai singoli a cui i porporati sono chiamati e il cui segreto sta nello sguardo di Gesù. Lui, conclude, “vuole gettare anche oggi questo fuoco sulla terra; vuole accenderlo ancora sulle rive delle nostre storie quotidiane”. Ci chiama per nome, afferma ancora il Papa, e ci chiede: “Tu nuovo cardinale, e tutti voi fratelli cardinali, posso contare su di te?”.

La consegna delle insegne cardinalizie

La celebrazione prosegue con il Papa che pronuncia la formula di creazione dei nuovi cardinali e l’elenco dei loro nomi. Poi la consegna a ciascuno della berretta, degli zucchetti, degli anelli cardinalizi e della bolla con l’assegnazione del Titolo. L’abbraccio tra Francesco e ogni cardinale è anche scambio di parole di ringraziamento e di saluto e spesso di un breve affettuoso colloquio personale.