Chiesa Cattolica – Italiana

Francesco agli artisti: in un mondo in guerra sappiate creare meraviglie

Il Papa riceve i membri della Fondazione Ente dello Spettacolo nel 75.mo di attività: davanti ai conflitti e ai tanti mali del pianeta spetta a chi genera bellezza accompagnare chi ne fruisce verso quello “stupore di Dio” che si legge nel racconto della creazione.

Andrea De Angelis – Città del Vaticano 

Nel racconto della creazione “Dio è sia autore che spettatore”. La prima pagina della Bibbia è allora “una storia di coinvolgimento, di bellezza e di passione. Di amore”. In questa pagina si può trovare “il senso del lavoro culturale. Da una parte c’è l’azione creativa, dall’altra il contemplare e il valutare”. Lo ha affermato il Papa, ricevendo questa mattina in Vaticano circa 200 membri della Fondazione Ente Spettacolo, in occasione dei festeggiamenti legati ai 75 di attività. Nel testo preparato e consegnato ai presenti –  l’udienza si è svolta con un discorso a braccio – Francesco ha affidato un compito agli artisti: quello di “ridestare la meraviglia”, in un mondo “sempre più artificiale, dove l’uomo si è circondato delle opere delle proprie mani”.

La bellezza dello stupore

Francesco dopo aver ricordato come in Italia il mondo cattolico abbia dato vita “a una molteplicità di esperienze legate alla comunicazione sociale e in particolare al cinema”, citando tra gli altri i centri di impegno in ambito radiofonico, teatrale, cinematografico e successivamente televisivo dell’Azione Cattolica, come l’ufficio voluto da Pio XI che oggi è la Commissione nazionale valutazione film della Conferenza episcopale italiana, fino alle Sale della Comunità, frutto dell’impegno di oratori e parrocchie, ha poi incentrato il suo discorso sullo stupore:

Sembra che Dio stesso provi stupore, meraviglia davanti alla bellezza delle creature, specialmente quando contempla l’essere umano. Vorrei dirvi: ripartiamo da qui, dall’arte come stupore, prima di tutto per chi la fa, per l’artista.

Il mondo ha bisogno di segni e opere meravigliosi

Il Papa ha citato quindi un film del regista russo Andrej Tarkovskij, vissuto nello scorso secolo. L’Andrej Rublëv, prodotto nel 1966, rilegge la storia della Russia del XV secolo attraverso le gesta del pittore russo Andrej Rublëv. Il vescovo di Roma definisce “un capolavoro” questo film:

Penso a quel capolavoro che è l’Andrej Rublëv di Tarkovski: l’artista rimane muto a causa del trauma della guerra. Viene da pensare a ciò che sta accadendo anche oggi nel mondo. Rublëv non dipinge più, nemmeno parla più. Si aggira smarrito in cerca di un senso, finché assiste alla fusione di una campana. E al primo rintocco di quella grande campana il suo cuore si riapre, la sua lingua si scioglie, riprende a parlare e riprenderà a dipingere. E lo schermo si riempie dei colori delle sue icone.

L’artista, venerato come santo dalla Chiesa ortodossa, è considerato da molti il più grande pittore di icone. Francesco sottolinea come quel suono generi stupore in Rublëv:

Il suono della campana, che esce dalla terra e dal bronzo, come per miracolo, riempie di stupore l’animo dell’artista e in un certo senso egli avverte in esso la voce di Dio, che gli sussurra: “Apriti”. Come aveva detto Gesù nel Vangelo: «Effatà»

Lo stupore di Dio

Il Pontefice si sofferma sulla prima pagina della Bibbia, il racconto della creazione che sembra scorrere come un film. Dio, “creatore e spettatore”, proverà anche stupore:

È una storia di coinvolgimento, di bellezza e di passione: di amore. Ma al termine delle sue azioni creatrici, Dio compie un gesto sorprendente: diventa spettatore della sua opera, contempla quanto ha realizzato ed esprime il suo giudizio: «vide che era cosa buona». Ma per l’uomo, fatto a sua immagine e somiglianza, la “recensione” è ancora più appassionata: «era cosa molto buona».

Proprio nel racconto della creazione si può trovare anche il senso più profondo della vocazione di un’artista, del suo lavoro culturale:

In questa pagina sacra, cari amici, registi, attori, donne e uomini che lavorate nel cinema, possiamo trovare anche il senso del vostro lavoro culturale. Da una parte c’è l’azione creativa, dall’altra il contemplare e il valutare. Mi pare che potete rispecchiarvi in questo meraviglioso affresco biblico, che ha affascinato tanti artisti e non finisce mai di stupire e di stimolare l’immaginazione e la riflessione.

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