Fibromialgia: maggiore ricerca e vicinanza ai pazienti

Vatican News

Giancarlo La Vella – Città del Vaticano

Scoprire le cause della fibromialgia, riconoscerla come una patologia che crea realmente un’incapacità a svolgere una vita normale, maggiore solidarietà nei confronti di coloro che per anni subiscono gli effetti invalidanti di questa sindrome così difficile da diagnosticare. Solo in Italia la fibromialgia colpisce oltre 2 milioni di persone. E oggi si celebra la Giornata Mondiale dedicata a questa patologia. Alla luce anche dei diversi appelli fatti da Papa Francesco in questa occasione, è opportuno dare un riconoscimento ufficiale alla fibromialgia da parte delle autorità sanitarie italiane, cosa che già esiste a livello internazionale. Secondo Edih Aldama, della Pastorale sanitaria della Diocesi di Roma e portatrice lei stessa di questo disturbo, si tratta di un passo importante da fare, che consentirebbe ai pazienti per prima cosa l’accesso gratuito alle cure.

Ascolta l’intervista ad Edith Aldama

Maggiore solidarietà

Poi c’è da risolvere tutto l’altro fronte delle conseguenze sociali causate dalla patologia. Nell’intervista a Radio Vaticana – Vatican News, Edith Aldama racconta come il malato di fibromialgia, viene spesso isolato – condizione che Edith vive in prima persona – non creduto, a volte ostacolato dalla stessa famiglia. E c’è da credergli; questo il commento di un medico romano: “la fibromialgia è un terreno oscuro. Non si sa quanto ci sia di organico e quanto di psichiatrico. I malati sono sempre malvisti ed emarginati”.

Sport e Pastorale della Salute insieme

In occasione della Giornata Mondiale della Fibromialgia, mondo dello sport e chiesa hanno avviato un’importante sinergia. Ieri il Coni, Comitato Olimpico Nazionale Italiano, ha ospitato il convegno dal titolo “Insieme si può rendere visibile l’invisibile”, promosso tra gli altri dal Comitato Nazionale Italiano Fair Play e dalla Pastorale della Salute della Diocesi di Roma. Ruggero Alcanterini, presidente del Comitato, sottolinea l’importanza di questo connubio.

Ascolta l’intervista a Ruggero Alcanterini

L’attività agonistica, evidenzia Alcanterini, è spesso utilizzata per prevenire diverse forme patologiche e quindi, anche nel caso della fibromialgia, può avere sicuramente effetti positivi. Ma questo convegno, dice, vuole mettere soprattutto in primo piano il necessario cambio di mentalità che la società deve effettuare nei confronti di questa sindrome, maggiore solidarietà per non escludere i più deboli, per andare incontro agli invisibili e agli incompresi.