Famiglia Cristiana festeggia a Natale i suoi primi 90 anni

Vatican News

Adriana Masotti – Città del Vaticano.      

Novant’anni di presenza sul campo, di attenzione alle persone e alle famiglie, specie quelle più fragili, di pagine di formazione cristiana e di informazione puntuale sui grandi temi nazionali e internazionali del presente. E’ la realtà di Famiglia Cristiana, la rivista del Gruppo editoriale San Paolo che festeggerà proprio nel giorno di Natale di quest’anno un traguardo non scontato. Nel messaggio che Papa Francesco ha inviato alla Famiglia Paolina per l’occasione di questo 90.esimo compleanno, si descrive il settimanale come una “presenza amica, un giornale di popolo e per il popolo”, uno strumento di dialogo con le persone, spesso abituate al confronto aspro tra le diverse opinioni. Il Papa esprime anche l’incoraggiamento a “servire con gentilezza la verità”, senza dare “spazio al chiacchiericcio mediatico”, aderendo ad un solo schieramento, quello del Vangelo.  

La celebrazione dell’anniversario

Nella conferenza stampa che si è tenuta questa mattina a Milano, vengono riferite con soddisfazione le parole del Papa e si illustrano le iniziative che segnano la celebrazione dell’anniversario. Nel numero in uscita domani, giovedì 23 dicembre, Famiglia Cristiana racconterà sé stessa in un’edizione speciale che ripercorre il lungo cammino che l’ha portata a scandagliare l’Italia e il mondo, compiendo i primi passi con umiltà. “Siamo nati nella paglia, come a Betlemme”, affermava don Pier Luigi Occelli, sacerdote della Società San Paolo, uno dei pionieri di quell’avventura. La copertina della rivista ricorda, rivisitata, quella del primo numero con Gesù Bambino nella mangiatoia e sarà in vendita con allegato proprio quel numero. Verranno riproposte poi le immagini delle copertine che hanno lasciato il segno, le rubriche, come “I colloqui col padre” tanto amate dai lettori, le campagne portate avanti negli anni come quelle contro le mine antiuomo e per i diritti degli indios in Amazzonia o per la rinascita di territori devastati da sciagure naturali e da guerre, che hanno reso Famiglia Cristiana protagonista della vita sociale. Don Antonio Rizzolo, Luciano Regolo e don Stefano Stimamiglio, attuali direttore e condirettori, annunciano, infine, una serie di appuntamenti celebrativi in programma: l’udienza con Papa Francesco il 21 maggio 2022, la crociera con i lettori in Terra Santa nell’autunno prossimo, alcuni eventi in diverse città italiane per dialogare delle più scottanti questioni politico-economiche in un’ottica cristiana.

Suor Cristina: una lettura del mondo che parte dal Vangelo

Non a tutti sono note le origini di Famiglia Cristiana, il fatto ad esempio che nel 1931 sia nata come rivista rivolta alle donne e alle ragazze e che alla sua realizzazione abbiano lavorato le Figlie di San Paolo, uno dei rami della Società San Paolo, la Congregazione religiosa fondata dal beato don Giacomo Alberiore. Sulla copertina del primo numero appare, infatti, il sottotitolo “Per le donne e le figlie”, cioò le “ragazze”. Vi si pubblicavano rubriche che insegnavano a ricamare o a curare l’igiene personale. Vogliamo rievocare queste radici attraverso le parole di suor Cristina Beffa, giornalista di radio e carta stampata, Figlia di San Paolo, che per 15 anni ha lavorato alla rivista Famiglia oggi del Gruppo periodici San Paolo di cui Famiglia Cristiana è il fiore all’occhiello: 

Ascolta l’intervista a suor Cristina Beffa

Suor Cristina, nel 1931 Famiglia Cristiana nasce come settimanale femminile. Che cosa c’era dunque all’origine di questa iniziativa? E qual è stato il ruolo delle Figlie di san Paolo nella sua realizzazione?

Chi conosce la Famiglia Paolina sa che il nostro fondatore don Giacomo Alberione ha voluto che nella Chiesa venisse dato risalto al carisma della comunicazione. Siamo nei primi decenni del 1900 di fronte ad una situazione di analfabetismo delle donne, soprattutto, di una povertà culturale generalizzata, quindi Alberione si era proposto di portare la Parola di Dio in tutte le famiglie per riuscire a far crescere socialmente e culturalmente le persone, i cittadini, la gente, lui diceva, di quel tempo. Aveva iniziato con l’accettare la direzione di settimanali diocesani che già esistevano e poi aveva avuto questa ispirazione forte di fare una promozione indiretta delle donne e delle ragazze attraverso un foglietto, lo chiamavano, di 12 pagine. In quel tempo la proposta di rivolgersi alle donne, che erano considerate Il focolare della famiglia e alle ragazze che dovevano essere formate a diventare gli angeli delle famiglie, era una cosa che convinceva molto don Alberione. La parte svolta dalle Figlie di San Paolo è stata quella di attuare la proposta del fondatore. Nel nostro ramo maschile, i Paolini, don Alberiore aveva trovato forse un po’ di resistenza, e ha pensato che le Figlie di San Paolo avessero invece l’incoscienza, tra virgolette, ma anche l’intelligenza sufficiente per dar vita a questo progetto.

Le Figlie di San Paolo hanno quindi lavorato, almeno all’inizio, per la rivista…

Sì, nei primi anni, anche se magari c’era nelle rubriche il nominativo di un sacerdote, in realtà proprio i primi numeri sono stati curati dalle suore, dalle Figlie di San Paolo. Questo non è molto conosciuto, ma io scritto una tesi di laurea su Famiglia Cristiana come settimanale che ha aiutato molto il popolo ad emanciparsi e, nella documentazione che sono riuscita a trovare, questo lo si vede molto bene, anche se poi la rivista è passata quasi subito al ramo maschile, se non ricordo male verso il 1938. Ma dal ’31 al ’38 il protagonismo delle Figlie di San Paolo per Famiglia Cristiana è stato eccellente.

In che modo è avvenuto poi il passaggio da periodico rivolto alle donne a periodico per l’intera famiglia?

E’ stato un passaggio direi quasi naturale, un’evoluzione culturale, perchè allora quando si diceva donna si diceva angelo del focolare, e dunque era già in nuce la presenza della famiglia. Poi la rivista si è evoluta prendendo dentro tutta la famiglia, dall’infanzia all’adolescenza, ai giovani, alla coppia, ai genitori e ai nonni, ma è stato un passaggio graduale.

Famiglia Cristiana si trova da sempre nelle parrocchie, nelle chiese di città e paesi. Nella lettura ha unito bambini e anziani, ciascuno trovando qualcosa per sé. Secondo lei, qual è stato il motivo di un così grande successo?

Famiglia Cristiana oggi è presente anche nelle edicole come altri settimanali, non solo nelle chiese. Il successo io lo attribuisco alla fiducia che il lettore trovava in questa rivista, perchè sentiva che la proposta di questo settimanale era una proposta equilibrata che lo rassicurava. Il lettore di Famiglia Cristiana si è gradualmente molto evoluto. Inizialmente era una persona poco acculturata ma, anno dopo anno, è riuscita anche ad essere letta dai professionisti, e credo che il segreto fosse proprio questo: il bisogno del lettore di farsi dei criteri per valutare e affrontare le problematiche della vita e della società. La famosa rubrica “I colloqui col padre” ai tempi in cui la gestiva don Zilli, il direttore maestro, diciamo, e poi successivamente tutti i direttori fino all’attuale don Rizzolo, in questa rubrica le risposte del padre venivano considerate un’applicazione alla vita che dava sicurezza al lettore.

Nel tempo il settimanale è intervenuto, a volte anche con decisione, sui temi di maggiore attualità, appunto, come lei diceva non si può dire che sia rimasta lontana dalla vita…

E’ vero, dalla vita soprattutto sociale e culturale, anche a costo di ricevere degli appellativi poco simpatici come la definizione bruttissima di ‘cattocomunista’, ma ha saputo con intelligenza, con maestria, con equilibrio dire le cose tenendo conto che è una rivista gestita da credenti che, quindi, non possono ignorare quelli che sono i valori del Vangelo e della vita sociale.

Nel messaggio che il Papa ha inviato per i 90 anni della rivista, si sottolinea l’impegno di Famiglia Cristiana “ad essere presenza amica, un giornale di popolo e per il popolo”, attento ai più deboli. E poi la necessità che rimanga uno strumento di dialogo, a servizio della verità … Come sente queste parole?

Intanto questi 90 anni sono una bellissima festa di famiglia per noi della Famiglia Paolina, è un compleanno importantissimo e trovare anche uno stimolo così incisivo e così forte da parte del Papa a rimanere la rivista per cui è nata – lo scopo di Famiglia Cristiana era quello di proporre la verità, di spezzettare la verità anche per le persone non acculturate -, questo è uno stimolo rivolto a Famiglia Cristiana a mantenere la fedeltà al suo stile: verità, amicizia, bonarietà, mitezza ma senza sdolcinature, con la franchezza che esige la verità.

Obiettivo di Famiglia cristiana, come di tutto l’impegno nel mondo della comunicazione di don Alberiore, era raggiungere le persone per annunciare il Vangelo con metodi moderni. L’obiettivo rimane lo stesso anche oggi?

L’obiettivo anche oggi rimane lo stesso, però evolvendosi, quindi non solo carta stampata, ma anche grande attenzione al digitale: le pagine on line di Famiglia Cristiana hanno un grande seguito, hanno numerosissimi fans; c’è dibattito attorno alle proposte che, per esempio, sulla pagina facebook Famiglia Cristiana fa, quindi sicuramente con metodi moderni, con metodi di grande attualità, il Vangelo viene portato oggi anche ai lettori che ci seguono sui social.