Expo Dubai, la sicurezza alimentare diventa protagonista

Vatican News

Andrea De Angelis – Città del Vaticano

Anche la creatività è tra gli argomenti della Conferenza di quest’anno per proporre soluzioni alle sfide della sicurezza alimentare. A Dubai si metteranno in evidenza i modi migliori per ampliare il flusso del commercio alimentare attraverso lo sviluppo e l’armonizzazione degli standard alimentari, oltre a presentare i più recenti metodi di ispezione e test di laboratorio dei cibi. Dal 18 al 23 novembre la sicurezza alimentare sarà dunque protagonista ad Expo Dubai 2020.

Sicurezza e qualità

Dawoud Al Hajri, direttore generale della municipalità di Dubai, ha sottolineato l’importanza di trovare sistemi alimentari innovativi e di qualità, ricordando il titolo dell’evento: “Soluzioni creative per sistemi alimentari sostenibili”. Sultan Al Taher, Presidente del Comitato Organizzatore della Conferenza, ha detto che negli anni il numero medio di partecipanti ha superato le 3mila unità, in rappresentanza di oltre 70 Paesi. Formazione, nuove tecnologie e digitalizzazione, responsabilizzazione e consapevolezza dei consumatori saranno alcuni dei temi chiave a Dubai. Presenti, oltre a Fao e Pam, anche l’Organizzazione araba per lo sviluppo agricolo, il Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti, l’Autorità alimentare e farmaceutica saudita, l’International Centro per l’agricoltura biosalina degli Emirati Arabi Uniti, e numerose autorità regionali e locali che lavorano nel campo della sicurezza alimentare.

La definizione 

La sicurezza alimentare è intesa nella sua accezione più ampia come la possibilità di garantire in modo costante e generalizzato acqua ed alimenti per soddisfare il fabbisogno energetico di cui l’organismo necessita per la sopravvivenza e la vita, in adeguate condizioni igieniche. Dunque lo sforzo è sia di ampio respiro, volto a garantire un pasto sicuro e nutriente ad ogni cittadino, che particolare nel soddisfare determinati requisiti relativi all’annullamento del rischio di tossinfezioni alimentari, quali salmonella ed escherichia coli. 

Un po’ di storia

A livello mondiale, l’organismo che più si è impegnato in materia di sicurezza degli alimenti è la Fao congiuntamente con l’Oms. Oltre mezzo secolo fa, nel lontano 1963, le due organizzazioni hanno dato vita al Codex Alimentarius, un programma creato per sviluppare standard e linee guida orientate a proteggere la salute dei consumatori. In Europa, il concetto di sicurezza alimentare è diventato una priorità in tempi più recenti. Nel presentare il libro bianco sulla Sicurezza alimentare, voluto dalla Commissione nel 2000, il commissario europeo per la salute e la tutela dei consumatori David Byrne, ha dichiarato che “la sicurezza del cibo è parte intrinseca della sua qualità”. Con lo scopo di adottare un piano d’azione integrato, che coniughi qualità e sicurezza nel rispetto delle produzioni tipiche, l’Europa ha dato vita a una Authority europea unica per la sicurezza alimentare (Efsa) nata nel 2002, dotata di una commissione di tecnici e scienziati indipendenti dai rispettivi governi, con sede in Italia, nella città di Parma. 

La volontà politica oltre alle tecnologie

“La soluzione esiste, si chiama agroecologia. Per sostenerla occorre però aumentare gli investimenti che, a loro volta, dipendono dalla volontà politica”. Lo afferma, nell’intervista a Radio Vaticana – Vatican News, Roberto Sensi, Responsabile Programma Povertà Alimentare di ActionAid Italia. Ben vengano dunque le nuove tecnologie, ma “occorre sottolineare come esistano vecchie soluzioni ai soliti problemi”, aggiunge. Soluzioni che, però, devono essere adottate in modo rapido e concreto. 

Ascolta l’intervista a Roberto Sensi

“Il problema in questi anni è stata non tanto la mancanza di alternative, ma di volontà politica di adottarle e si è registrata una tendenza a cercare sempre opportunità di profitto e non opportunità di cambiamento”, prosegue Sensi. La pandemia ha portato poi ad un peggioramento della situazione. “Il Covid-19 ha rappresentato un acceleratore di dinamiche di disuguaglianze che sono però strutturali, dunque è importante da un lato ricordare che le sfide delle sostenibilità rimandano anche al tema di quanto saremo in grado di produrre dinanzi anche ai cambiamenti climatici, dall’altro però c’è da garantire oggi a tutti l’accesso al cibo, che in questo momento – conclude – c’è a sufficienza per tutti, ma non è distribuito in modo equo. Per questo la risposta è politica più che tecnologica”. 

Cresce la fame nel mondo 

I conflitti armati, ma anche la pandemia ed il cambiamento climatico rischiano di polverizzare tutti i progressi compiuti negli ultimi tempi. Dopo anni col segno meno, nel 2020 la percentuale di popolazione denutrita nel mondo è tornata a salire: sono 155 milioni le persone in stato di insicurezza alimentare acuta, 20 milioni in più rispetto al 2019. L’ emergenza coinvolge soprattutto le nazioni più povere e, secondo l’Indice Globale della Fame 2021, in 47 Paesi in particolare la fame resta eccezionalmente elevata con scarse possibilità di ridurla a livelli bassi entro la fine del decennio. L’Indice, presentato da Cesvi lo scorso mese, sottolinea come sia “fondamentale spezzare il circolo vizioso tra fame e conflitti. Senza sicurezza alimentare non ci sarà pace duratura. Senza pace – si legge – non elimineremo la fame nel mondo”.