Economy of Francesco: a Napoli, rione Sanità, la storia è custodita dai giovani

Vatican News

Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano

C’era una volta un gruppo di ragazzi che voleva dare un volto nuovo al proprio quartiere per favorire una rinascita sociale ed economica di un territorio abitato da tanta brava gente ma anche da boss di clan malavitosi. Non è l’incipit di una favola ma i primi passi di una realtà alimentata dal sogno condiviso da alcuni giovani: quello di creare posti di lavoro attraverso la valorizzazione del patrimonio storico-artistico e culturale del loro territorio. È questa la genesi della Cooperativa sociale “La Paranza”, nata nel 2006 su impulso di don Antonio Loffredo in uno dei quartieri di Napoli in cui è più evidente la convivenza tra enormi risorse e grandi differenze socio-culturali. Le competenze dei giovani della Cooperativa sono state messe al servizio del rione Sanità non per cambiare città, ma per cambiare la città. Il primo passo è stato la gestione della Catacomba di San Gaudioso, nella Basilica di Santa Maria della Sanità. A questo primo tassello ha poi fatto seguito un’altra sfida: il recupero, la gestione e l’apertura al pubblico delle Catacombe di San Gennaro.

Il rione Sanità: presente e futuro oltre un ponte

In questi anni, dopo la riapertura delle Catacombe di San Gennaro, il volto del rione Sanità è molto cambiato. È quanto ricorda a Vatican News Vincenzo Porzio, uno dei soci fondatori della cooperativa “La Paranza”. “Il cambiamento più importante lo racchiudiamo in una parola soltanto: la speranza”. 

Ascolta l’intervista a Vincenzo Porzio

Tracciamo un percorso unendo tre nodi centrali della storia, cominciata nel 2006, della Cooperativa “La Paranza”. Il primo di questi snodi è legato alla storia di un rione, la Sanità, sfigurato dalla presenza della criminalità organizzata ma anche animato da uno straordinario valore artistico e culturale. Quali sono la bellezza, il fascino e il valore del rione Sanità?

Innanzitutto, la bellezza è data dalle persone del quartiere. Un quartiere tra i più popolosi e incredibilmente vitale: le strade sono sempre attraversate da tantissimi giovani, da tante persone e, oggi, anche da tanti turisti. Diceva don Giuseppe Rassello: nel rione Sanità l’umanesimo o diventa umanità o muore. Questa è la bellezza più importante. La seconda è data dalla sua antichissima storia. Il rione Sanità è uno dei più antichi della città di Napoli: custodisce basiliche straordinarie, palazzi storici nobiliari affascinanti, le Catacombe che noi gestiamo. È un quartiere dove ancora è possibile respirare la vera napoletanità.

Il secondo punto di questa linea che stiamo tracciando è legato al sogno di un gruppo di giovani che, a partire dal 2006, diventa una realtà. Il sogno è quello della Cooperativa sociale “La Paranza”. Come oggi questa Cooperativa ha cambiato, in qualche modo, il volto del rione Sanità?

Il cambiamento più importante lo racchiudiamo in una parola soltanto: la speranza. Si è passati dalla rassegnazione ad avere la speranza nel futuro. Abbiamo cominciato ponendoci una domanda che, forse, si pongono tanti giovani: cosa posso fare da grande nella mia città? Devo necessariamente cambiare città o posso inventarmi un lavoro qui? È proprio da questa domanda che siamo partiti. Avevamo sotto gli occhi, tutti i giorni, un incredibile patrimonio storico e archeologico che attendeva di essere valorizzato. Avevamo l’età giusta per investire in questo sogno: che Napoli e il rione Sanità possano rinascere credendo nei giovani, nel patrimonio storico attraverso una collaborazione tra privati. Ed è così che è iniziata la grande opera di valorizzazione delle Catacombe di Napoli. È iniziato dal bisogno di inventarsi un mestiere e dal bisogno di vedere questo incredibile patrimonio finalmente recuperato e restituito ai cittadini e ai visitatori.

Non ci può essere una vera rinascita senza un cambiamento. La Cooperativa “La Paranza” opera in un quartiere incastonato tra scorci di vera bellezza, ma segnato anche dalla presenza della criminalità organizzata. Come è possibile concretamente arginare, combattere ogni giorno questa piaga attraverso il cammino, non sempre facile, di una cooperativa sociale come la vostra?

Lo facciamo attraverso la via della bellezza: la bellezza folgora tutti a prescindere dall’estrazione sociale, dalle difficoltà economiche nelle quali le persone si trovano. Abbiamo cominciato creando opportunità di lavoro nel quartiere e, soprattutto, riaprendolo. Il rione Sanità è un po’ come una valle ai piedi della collina di Capodimonte. Ed è molto particolare perché nel 1810 è stato realizzato il ponte della Sanità con un intervento architettonico che serviva per collegare il Palazzo reale a Capodimonte con il Palazzo reale a Piazza del Plebiscito. Questo ponte sovrasta il rione e dal 1800 lo ha reso “un ghetto”, una periferia nel centro di Napoli. Sembra un po’ un paradosso. Con la riapertura delle Catacombe di San Gennaro abbiamo promosso una riapertura del quartiere che ha cominciato a portare all’interno flussi di visitatori che, di fatto, hanno generato l’incontro delle persone. Ed è proprio da questo incontro che è iniziato il lento cambiamento culturale del rione Sanità. La Cooperativa “La Paranza” è nata nel quartiere Sanità. Siamo quasi tutti di questo rione. Tra le idee che abbiamo e la comunità locale c’è quasi una osmosi: ci sono dei dialoghi continui con i commercianti, con le persone che abitano nel quartiere. Questo per ascoltare i feedback, i riscontri e per cercare di attivare dei percorsi che poi portano un beneficio sul territorio. Ed è quello che sta avvenendo ormai da 15 anni.

Sono molteplici i frutti. Tra l’altro, è nata una rete di piccole cooperative di artigiani che grazie alla riapertura delle Catacombe di San Gennaro può dare ulteriori opportunità di lavoro…

La cosa importante è la speranza che poi ha cominciato a seminare altra speranza. Oltre alla nostra Cooperativa che gestisce le Catacombe, sono nate altre realtà e associazioni. I commercianti si sono uniti per creare opportunità e per rispondere anche agli altri bisogni del quartiere, uno fra tutti il contrasto alla povertà educativa.

Completiamo questo percorso in cui si articola il cammino della Cooperativa “La Paranza”. Le radici sono legate al quartiere Sanità. Il sogno è stato prima condiviso e poi vissuto da un gruppo di giovani. Passiamo ora al terzo snodo. Come la Cooperativa sociale la “Paranza” si inserisce nel solco di “Economy of Francesco”, un processo voluto dal Papa che ha come protagonisti giovani economisti e imprenditori?

Ci sentiamo perfettamente in linea con l’idea di economia di Papa Francesco e con l’evento “Economy of Francesco”. Un processo che pone le persone al centro. E guarda all’economia non dal punto di vista della redditività ma da quello della generatività. E quindi guarda come queste azioni, che mettiamo in campo, possano essere innanzitutto a beneficio delle persone.

Volgiamo infine lo sguardo a settembre, quando si vivrà una ulteriore tappa nel solco di “Economy of Francesco”…

Non vediamo l’ora di incontrare altre persone che, come noi, hanno la stessa visione di economia con la voglia di generare un impatto ma soprattutto di cambiare il modo di vedere l’economia. Lo faremo testimoniando la nostra esperienza portando i risultati che, nel tempo, abbiamo raggiunto e confrontandoci con gli altri sulle sfide che stiamo vivendo, ognuno nella sua parte di mondo.

Alla “Paranza” il premio per l’innovazione sociale

La Cooperativa “La Paranza” si è aggiudicata la sesta edizione del premio per l’innovazione sociale promosso da Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e da Fondazione Emanuela Zancan onlus, con il sostegno di Intesa Sanpaolo. La consegna nel corso di una cerimonia nel pomeriggio di martedì 14 giugno. Durante la premiazione è stato ricordato che i giovani di questa Cooperativa si sono attivati arrivando a recuperare oltre 13 mila mq di patrimonio e ad attrarre 160 mila visitatori l’anno. Ad oggi, come sottolinea  il periodico “Vita”, sono stati creati oltre 40 posti di lavoro per i giovani del territorio.