Ebrei e cattolici, un cammino fecondo che inizia dai banchi di scuola

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Presentate in un convegno a Ferrara, promosso da Conferenza episcopale italiana e Unione delle Comunità Ebraiche, sedici schede sull’ebraismo destinate alla redazione dei libri di testo per l’insegnamento della religione cattolica. Monsignor Baturi: “Lavorare sull’educazione, sui ragazzi, sui manuali significa investire su una possibilità di pace e di futuro”

Andrea De Angelis – Città del Vaticano 

L’ascolto porta alla conoscenza, antidoto naturale contro intolleranza e stereotipi. Il suo habitat può e deve essere anche la scuola, con l’educazione che diventa motore per un arricchimento reciproco, favorendo quell’armonia nella diversità, quel dialogo fecondo a cui tante volte ha fatto riferimento Papa Francesco. Tra gli innumerevoli obiettivi dell’iniziativa “Ebraismo e Cristianesimo a Scuola. 16 Schede per conoscerci meglio”, presentata il 15 e il 16 marzo a Ferrara,  c’è il favorire una corretta conoscenza e trasmissione della tradizione e della storia ebraica, attraverso l’inserimento delle schede sull’ebraismo all’interno di libri di testo per l’insegnamento della religione cattolica.

Sedici schede divise in tre grandi aree

Le schede, predisposte da un gruppo misto di redattori ebrei e cattolici, sono state simbolicamente consegnate ad alcuni tra i più importanti editori italiani di libri di testo per le scuole. Esse si raggruppano in tre grandi aree. La prima presenta i concetti fondamentali come “La Bibbia ebraica”, “La Torah scritta e la Torah orale”, “Il Nome di Dio”. Nella seconda area, legata alla vita della comunità ebraica, vengono illustrati “Il calendario ebraico e il ciclo delle feste”, “Il Ciclo della vita”, la differenza tra “Sacerdoti, Rabbini e …preti”, “La Donna nella cultura Ebraica”. Infine l’area dedicata alla storia dell’ebraismo si concentra sul “Popolo d’Israele e la Terra d’Israele”, su “Gesù/Yeshua ebreo”, su “Paolo/Shaul ebreo”, ma anche sul Concilio Vaticano II e sul significato corretto di alcuni termini. Con la presentazione delle schede giunge a compimento un progetto avviato tre anni fa e condotto, per la Segreteria Generale della Cei, dall’Ufficio Nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, dall’Ufficio Nazionale per l’educazione, la scuola e l’università e dal Servizio Nazionale per l’insegnamento della religione cattolica. Un percorso che aveva già visto tappe significative nel giugno 2019 e nel dicembre 2021 con un seminario per insegnanti e un incontro presso il Monastero di Camaldoli.

Baturi: evitare di arroccarsi sul pregiudizio 

“In questo contesto grave di guerra che ci avvicina ad un futuro che neanche osiamo immaginare, lavorare sull’educazione, sui ragazzi, sui manuali significa investire su una possibilità di pace e di futuro”, ha evidenziato monsignor Giuseppe Baturi, Segretario Generale della Cei, intervenendo all’evento promosso congiuntamente dalla Conferenza Episcopale Italiana e dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. “Queste schede – ha spiegato – aiutano e devono poter aiutare gli insegnanti e gli studenti a restare aperti alla realtà”, per evitare di “arroccarsi sul pregiudizio”. “L’educazione autentica – ha proseguito – è legata strettamente all’incontro con l’altro e al desiderio di accoglierlo, di conoscerlo, di lasciarlo parlare. Non c’è conoscenza senza dialogo, incontro e ascolto della testimonianza”. In quest’ottica, ha aggiunto il Segretario Generale dei vescovi italiani, “la conoscenza della realtà dell’ebraismo, l’incontro con gli uomini e le donne che sono portatrici e portatori di queste tradizioni, possono essere capaci di influire sui comportamenti. Confidiamo che anche i comportamenti denunciati di razzismo, di superficialità e di ignoranza possano essere vinti. Tutte le volte che la ragione viene educata, tutte le volte in cui l’accoglienza è possibile, anche i comportamenti possono essere influenzati dalla prospettiva di un bene maggiore”.

Di Segni: una rivoluzione silenziosa

“L’antisemitismo è questa misteriosa creatura che riesce a trasformarsi e adattarsi ai tempi, ma il nucleo è sempre lo stesso, quello di affermare una prevalenza degli uni sugli altri e l’uso di un linguaggio di esclusione”, ha osservato Noemi Di Segni, Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche in Italia, che ha definito quella delle schede “una rivoluzione silenziosa”. “È stato fatto – ha detto – un lavoro tra persone esperte della Conferenza episcopale italiana con un supporto ebraico per suggerire quali erano i temi che urtano la sensibilità ebraica e che, in quanto tali, vanno attenzionati e ripensati”. “Il nostro sogno – ha confidato Di Segni – è quello di poter vivere e convivere in pace. Molto dipende da noi, da quello che facciamo come comunità, da come trasmettiamo e coltiviamo i valori, ma anche molto dipende dai popoli e dalle nazioni in cui siamo parte”.