Don Repole è il nuovo arcivescovo di Torino: camminiamo insieme verso Cristo

Vatican News

Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano

Papa Francesco ha nominato arcivescovo metropolita di Torino e vescovo di Susa don Roberto Repole unendo in persona Episcopi le due sedi. Il successore di monsignor Cesare Nosiglia, finora canonico e docente, è del clero della medesima arcidiocesi metropolitana.

Curriculum vitae

Don Roberto Repole è nato a Torino il 29 gennaio del 1967. Dopo gli studi superiori svolti presso il Seminario minore, è stato accolto nel Seminario arcivescovile di Torino dove ha frequentato i corsi filosofico-teologici. Ha completato la formazione conseguendo la licenza e il dottorato in Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana.  È stato ordinato sacerdote il 13 giugno 1992. Ha ricoperto i seguenti incarichi: vicario parrocchiale (1992-1996); docente di Teologia sistematica presso la Facoltà Teologica di Torino e l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Torino (dal 1996 finora); canonico della Real Chiesa di San Lorenzo (dal 2010 finora); presidente dell’associazione Teologica Italiana (2011-2016); preside della Sezione di Torino della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale (dal 2016 finora); membro del Consiglio direttivo dell’agenzia della Santa Sede per la valutazione e la promozione della qualità dell’Università e Facoltà Ecclesiastiche. È stato coordinatore Diocesano della Pastorale universitaria e, per un quinquennio, membro della Commissione Ecumenica diocesana. È collaboratore della parrocchia Santa Maria della Stella a Druento, assistente ecclesiastico diocesano del movimento ecclesiale di Impegno Culturale, Meic, e membro del consiglio presbiterale.

Camminare insieme

A Vatican News il nuovo arcivescovo di Torino, don Roberto Repole, sottolinea che ha accolto la nomina “con una sorpresa grandissima”.

Ascolta l’intervista al nuovo arcivescovo di Torino

Come ha accolto questa nomina e cosa significa questa nomina per la arcidiocesi di Torino?

L’ho accolta con una sorpresa grandissima, anche come un invito che mi veniva dal Signore a consegnarmi in una maniera nuova e rinnovata a Lui e come un atto di grandissima fiducia e bontà da parte di Papa Francesco. Non so cosa significhi adesso per la Chiesa di Torino. Penso che possa comunque significare, almeno da parte mia, il desiderio di camminare insieme verso Cristo che già abita questa Chiesa e che ha dispensato davvero tanti bei doni in questa Chiesa.

A proposito di questa Chiesa, si apre un cammino che segue i passi già tracciati da monsignor Cesare Nosiglia…

Monsignor Cesare Nosiglia si è speso davvero con grandissima generosità per questa Chiesa non facendo mai mancare il suo apporto. Da parte mia, certamente, metterò tutto quello che posso. E sono certo che lo faranno anche altri. Spero davvero che il mio ministero possa servire a suscitare carismi, doni da offrire al Signore e ai fratelli.

Il suo ministero si colloca in un periodo in cui è iniziato il Sinodo sulla sinodalità, una dimensione essenziale…

Si, una dimensione essenziale perché si è Chiesa insieme: ciò che dovremo continuare a vivere a Torino e incrementare sempre di più sono la capacità di ascoltarci reciprocamente, di non demonizzarci e la capacità di camminare insieme sapendo che Cristo è dietro di noi, in mezzo a noi ed è davvero davanti a noi.