Chiesa Cattolica – Italiana

Don Ben: chi è il vescovo ausiliare di Roma scelto da Francesco. Il prete di strada sempre accanto ai poveri: “E’ la scuola del Vangelo”

Una scelta rivoluzionaria e senza precedenti nella diocesi del Papa. Francesco ha nominato vescovo ausiliare di Roma per i migranti il sacerdote romeno Benoni Ambarus. Don Ben, come ama farsi chiamare, ha 46 anni e dal settembre 2018 è direttore della Caritas diocesana. In questo incarico è succeduto a monsignor Enrico Feroci, recentemente nominato cardinale, di cui è stato il numero due per alcuni mesi. La scelta di Bergoglio è altamente significativa perché, proprio nella sua diocesi di Roma, ha voluto affidare a un giovane sacerdote la cura pastorale dei migranti promuovendolo all’episcopato. Il segno eloquente di come Francesco, in questi otto anni di pontificato, ha decisamente cambiato i criteri per la scelta dei nuovi vescovi chiamando a questo incarico dei preti di strada.

Benché nominato al vertice della Caritas diocesana dal cardinale vicario del Papa per la diocesi di Roma, Angelo De Donatis, in questi ultimi anni don Ben ha costruito un rapporto saldo e diretto con Bergoglio che fin dalla sua elezione al pontificato ha evidenziato il suo sentirsi prima di tutto vescovo della Capitale d’Italia. Proprio rivolgendosi a Francesco durante l’assemblea diocesana del maggio 2019, don Ben aveva sottolineato che “la povertà non è una passeggiata o un divertimento; è una realtà che segna duramente e graffia nel profondo. Ma credo che non sia neppure una colpa che si deve tramandare di padre in figlio. E anche se attorno a noi ci sono voci che vorrebbero far spazio solo ad una lettura negativa sui poveri, voci che beffeggiano o addirittura ci accusano perché ci dedichiamo agli ultimi, vorrei dire con forza: servire i poveri per noi è sempre occasione di ricevere una buona notizia in modo fresco e autentico!”. E aveva spiegato il senso del servizio agli ultimi: “Loro ci insegnano il valore della vita, terrena ed eterna. Ci insegnano cosa significhi resilienza di vita, dignità e capacità di vivere con ciò che si ha. Sì, caro Papa, ci insegnano la vita”.

Don Ben è nato il 22 settembre 1974 a Somusca-Bacau in Romania. Nel 1990 entra nel seminario minore. Quattro anni dopo consegue la maturità classica e nel 1996 entra nel seminario maggiore sempre in Romania. Alla fine di quell’anno arriva in Italia per completare gli studi presso il seminario romano maggiore e consegue il baccalaureato in teologia. Nel 2000 viene ordinato sacerdote, ma già l’anno successivo rientra a Roma dove consegue la licenza in teologia dogmatica alla Pontificia Università Gregoriana. Dal 2001 al 2004 svolge il servizio di educatore al seminario romano maggiore. Dal 2004 è collaboratore parrocchiale a San Frumenzio di cui dal 2007 diviene viceparroco. Dal 2010 al 2012 è, invece, viceparroco di Santa Maria Causa Nostrae Laetitie. Nel 2012 diviene parroco dei Santi Elisabetta e Zaccaria, la prima parrocchia romana a ricevere la visita pastorale di Bergoglio appena due mesi dopo la sua elezione, il 26 maggio 2013.

Infine, nel 2017, la nomina a vicedirettore della Caritas di Roma di cui l’anno successivo diviene direttore. “Sono consapevole – disse don Ben in quell’occasione – di arrivare a svolgere un servizio impegnativo e delicato con la certezza di poter contare sull’esperienza e la dedizione di molti operatori, volontari e di tutti i poveri. L’esperienza di vicedirettore, vissuta negli ultimi mesi, è stata per me la scuola del Vangelo della vita attraverso gli occhi e il cuore dei poveri. La Caritas continuerà il suo percorso al fianco delle tante comunità parrocchiali e di tutto quel vasto mondo della chiesa di Roma in cui la carità si realizza attraverso la difesa della dignità e della giustizia: esperienze che sempre più debbono operare in comunione”.

Twitter: @FrancescoGrana

Oggi in Edicola – Ricevi ogni mattina alle 7.00 le notizie e gli approfondimenti del giorno. Solo per gli abbonati.

Sostieni ilfattoquotidiano.it: mai come in questo momento abbiamo bisogno di te.

In queste settimane di pandemia noi giornalisti, se facciamo con coscienza il nostro lavoro, svolgiamo un servizio pubblico. Anche per questo ogni giorno qui a ilfattoquotidiano.it siamo orgogliosi di offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti: notizie, approfondimenti esclusivi, interviste agli esperti, inchieste, video e tanto altro. Tutto questo lavoro però ha un grande costo economico. La pubblicità, in un periodo in cui l’economia è ferma, offre dei ricavi limitati. Non in linea con il boom di accessi. Per questo chiedo a chi legge queste righe di sostenerci. Di darci un contributo minimo, pari al prezzo di un cappuccino alla settimana, fondamentale per il nostro lavoro.
Diventate utenti sostenitori cliccando qui.
Grazie Peter Gomez

Sostieni adesso

Articolo Precedente

Covid, Zingaretti: “Primo accordo per sperimentazione scientifica dello Sputnik con lo Spallanzani”

Articolo Successivo

Vaccinazione Covid, verso il coinvolgimento del 118 per immunizzare a domicilio i fragili e non autosufficienti

Exit mobile version
Vai alla barra degli strumenti