Chiesa Cattolica – Italiana

Discernimento e famiglia: far emergere la chiamata del Signore

Debora Donnini – Città del Vaticano

Un tema caro a Papa Francesco, quello del discernimento, che riguarda l’accompagnamento delle persone più fragili, famiglie, adolescenti, anziani. A dare uno sguardo d’insieme sui due giorni di lavori, oggi e domani, alla Pontificia Università Gregoriana, è nell’intervista a Vatican News il professor Giorgio Bartolomei, psicologo, psicoanalista e responsabile di un consultorio familiare del Vicariato di Roma, che si trova a Roma, sulla via Tuscolana. E’ anche uno dei docenti del Diploma in Pastorale Familiare della Pontifica Università Gregoriana, che realizza questo “Forum sul discernimento in ambito familiare – Anno ‘Famiglia Amoris Laetitia’. Il suo intervento verterà proprio sulle sfide pastorali poste dalla fragilità dei legami.

Intercettare le fragilità sul nascere

L’esperienza della pandemia, specie con il primo lockdown, racconta Bartolomei, ha avuto un forte impatto sulle persone con un aumento di richieste d’aiuto specie dalle coppie già in crisi, ma anche dalle famiglie nei confronti dei figli, chiusi in casa. Raccontando l’attività di prevenzione svolta dal consultorio, Bartolomei spiega che, prima della pandemia, erano inseriti anche nelle scuole. Si collabora anche con il servizio pubblico e con le parrocchie. Centrali nel loro lavoro anche “i percorsi di accompagnamento al matrimonio: come agevolare una maggiore comunicazione all’interno di una giovane coppia in procinto di intraprendere un progetto di vita insieme”. E “il Papa – sottolinea – si rivolge anche a tutti gli operatori della pastorale familiare affinché moltiplichino gli spazi e le occasioni per accompagnare le famiglie nel loro percorso di crescita, intercettando le fragilità sul nascere”.

Ascolta l’intervista al professor Bartolomei

I lavori saranno aperti nel pomeriggio dai saluti del cardinale Kevin Farrel, prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, e di padre Nuno da Silva Gonçalves, rettore della Pontificia Università Gregoriana. “Abbiamo scelto di affrontare il tema del discernimento perché è forse il meno immediato da mettere a fuoco”, spiega il direttore del Diploma, padre Miguel Yanez. “Ognuno – evidenzia – pensa di sapere che cosa sia, ma cosa intende Amoris laetitia con ‘discernimento’? Cosa significa ‘fare discernimento’ nella famiglia e per la vita delle famiglie, nelle diverse stagioni di progettualità, tra crescita e crisi? Cosa significa ‘fare discernimento’ in questo contesto di pandemia?”.

Accompagnare

In particolare sul rapporto tra generazioni, adolescenza, discernimento e Covid, interverrà anche il professore Paolo Benanti, docente di Teologia morale. Soffermandosi proprio sul “discernimento”, ai nostri microfoni sottolinea che questa “categoria ha una lunga tradizione all’interno della Chiesa e ci chiede oggi di prendere in esame quella che è la complessità della realtà: la Chiesa vive nei cinque continenti, vive attraverso culture anche molto frammentate inter-generazionalmente, si pensi a chi oggi è anziano nei confronti di chi è adolescente e le differenti modalità che hanno di relazionarsi tra loro anche semplicemente mediante mezzi e strumenti”. Proprio questa complessità richiede “un approccio che sappia ascoltare la realtà” per cercare quel movimento di ricerca del bene che si muove nel cuore del cristiano, ispirato dallo Spirito Santo, per poterlo puoi accompagnare in una realizzazione di quello che il Signore suscita.

Ascolta l’intervista al professor Benanti

La pastorale si occupa di “pezzi unici”

Centrale è che non si tratta, per usare una metafora industriale, di “una produzione in massa” ma di relazionarsi a “pezzi unici”: per cui “la pastorale si occupa di quel pezzo unico, preziosissimo, che è la vita di ciascuno di noi e il discernimento è quella cura misericordiosa di accompagnamento, mostrando a ciascuno il valore che ha davanti a Dio ed accompagnandolo nelle strade dell’oggi, non riducendo la complessità, ma cercando di far emergere quella che è la chiamata del Signore”.

Le relazioni personali e la dimensione digitale

Sull’impatto dei social sugli adolescenti, specie nella pandemia, il professor Benanti rileva che il digitale è stato importante specie per proseguire in qualche modo l’insegnamento, ma è anche vero che la pandemia ha aumentato quanto nella vita si svolge attraverso questi mezzi. Parla quindi di 3 direttrici, che ci suggeriscono le neuroscienze. Il primo elemento ha a che fare con la descrizione del sé nell’ambito dello spazio. Quando vivo nell’esperienza normale – in “3D” –  si attivano neuroni che aiutano a dare il senso di dove sono. Quando invece si vive in “2D”, tutto questo sembra non attivarsi e quindi non si attiva in maniera analoga quella che è “la memoria autobiografica del sé”. La seconda e terza questione è legata alla relazione con gli altri, che è stata depotenziata perché si sta davanti al proprio computer. Infine, nelle relazioni educative, è importante anche l’ambiente e quindi anche nella DAD non vengono resi, nella stessa maniera, quelli che sono i diversi ruoli, cioè chi è il formatore e chi è il formato e tutto tende a essere livellato. “In questo momento i ragazzi – rimarca – hanno bisogno di essere accompagnati per riempire quello spazio che altrimenti rimane sospeso”.
Un’ampia gamma di riflessioni, dunque, quella di oggi e domani, per puntare l’attenzione su come, alla luce di Amoris Laetitia, affrontare la complessità dell’oggi, specie in relazione alla pandemia, e aiutare le fragilità.

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