Dialogo e pace al cuore della visita del Papa in Kazakhstan

Vatican News

Antonella Palermo – Città del Vaticano

“Al cuore di questo viaggio non può che esserci il dialogo, l’incontro, la ricerca della pace tra mondi religiosi e culturali diversi”. Così il direttore della Sala stampa vaticana, Matteo Bruni, sulla visita di Papa Francesco in un Paese immenso crocevia di molteplici etnie, fedi e culture. La rotta del volo papale prevede il sorvolo di: Italia, Croazia, Bosnia-Erzegovina, Serbia, Montenegro, Bulgaria, Turchia, Georgia, Azerbaigian. 

Un viaggio nel solco di quello di Giovanni Paolo II 21 anni fa

Il viaggio di Francesco si colloca in un tempo di profonde analogie con quello realizzato ventuno anni fa da Giovanni Paolo II, che vi si recò, mostrando all’umanità un coraggio non trascurabile, pochi giorni dopo l’attacco terroristico alle Twin towers di New York e al Pentagono. Anche oggi lo scenario internazionale è pervaso dalle preoccupazioni globali della guerra in Ucraina e da numerose crisi mondiali. In quella occasione, in cui si fece riferimento alla libertà e all’unità della nazione e a un mondo senza violenza, si ricordarono i martiri della fede del XX secolo e il pontefice ebbe parole di incoraggiamento in tempi di disorientamento non facile. Bruni ha ricordato alcuni passaggi del discorso di Giovanni Paolo II all’arrivo in Kazakhstan. In particolare ha citato: “Kazakhstan, Terra di martiri e di credenti, Terra di deportati e di eroi, Terra di pensatori e di artisti, non temere! Se profondi e molteplici restano i segni delle piaghe inferte al tuo corpo, se difficoltà e ostacoli si frappongono nell’opera della ricostruzione materiale e spirituale, a balsamo e sprone ti valgano le parole del grande Abai Kunanbai: «L’umanità ha come principio l’amore e la giustizia, esse sono il coronamento dell’opera dell’Altissimo»” (I detti, cap. 45).

Il Congresso dei leader religiosi al Palazzo dell’Indipendenza

L’occasione del viaggio di Francesco è il VII Congresso dei leader delle religioni mondiali e tradizionali (14-15 settembre) che si tiene al Palazzo dell’indipendenza, più ampio di quello della Pace e della Riconciliazione, scelto all’origine. Situato al centro della città, è a forma trapezoidale, decorato all’esterno con un reticolo formato da tubi che ricordano la struttura della yurta, l’abitazione mobile dei nomadi della steppa asiatica. Al momento sono state confermate 108 delegazioni da 50 Paesi; nelle precedenti edizioni quella della Santa Sede era guidata da un cardinale, questa volta è il Papa stesso. Il tema dell’assise è “Il ruolo dei leader delle religioni mondiali e tradizionali nello sviluppo spirituale e sociale dell’umanità nel periodo post-pandemico”. I temi affrontati: “Il ruolo delle religioni nel rafforzamento dei valori spirituali e morali nel mondo moderno”; “Il ruolo dell’educazione” per la convivenza di religioni e culture e il “rafforzamento della pace e dell’armonia”; “Il contributo dei leader religiosi e dei politici nella promozione del dialogo interreligioso globale e della pace, nella lotta all’estremismo, al radicalismo e al terrorismo, soprattutto su basi religiose”; e “Il contributo delle donne al benessere e allo sviluppo sostenibile della società e il ruolo delle comunità religiose nel sostenere la condizione sociale delle donne”.

La vicinanza ai discendenti dei martiri della fede del XX secolo

Nel ripercorrere il programma del viaggio di Papa Francesco, Bruni ha precisato che alla celebrazione della Messa del 14 settembre, nel piazzale dell’Expo (laddove si svolse l’Esposizione internazione del 2017 e che si stima possa arrivare a contenere circa diecimila persone) non si esclude la presenza di cristiani figli di quelli perseguitati dal regime sovietico e finiti prigionieri nei gulag. È previsto il giro in papamobile per questa circostanza. Tra gli appuntamenti passati in rassegna alla presentazione di stamani, quello del Papa alla Cattedrale del Perpetuo Soccorso, di cui Bruni ricorda la genesi: alcuni abitanti della Bielorussia e della regione del Volga e di altri luoghi facenti parte dell’ex Urss vennero deportati negli anni Trenta in Kazakhstan e qui, per sfuggire dal regime, venne consacrata una casa di preghiera alla periferia della città in onore di una icona attorno a cui si raduna la comunità al tempo della clandestinità. Negli anni Novanta si costruisce la cattedrale che si dedica all’icona. Fu visitata anche da Giovanni Paolo II e qui si svolgerà l’incontro con vescovi e religiosi con la benedizione dell’icona della Madre della grande steppa.

In via di definizione gli incontri bilaterali

Il momento di preghiera in silenzio dei leaders religiosi, prima dell’apertura del Congresso, avverrà nello stesso luogo. Quanto ai cinque discorsi che il Pontefice pronuncerà, il portavoce vaticano ha accennato che vi si potrà far riferimento all’abolizione della pena di morte, cui si è giunti con la nuova Costituzione approvata nel Paese a giugno di quest’anno. Altri riferimenti che si prevede saranno presenti, quelli legati alla società e alle istituzioni kazake che sono in piena trasformazione, si pensi alle proteste che hanno sconvolto il Kazakhstan a inizio anno. Ancora in via di definizione gli incontri bilaterali che il Papa terrà nell’ambito del suo soggiorno in Kazakhstan: “Bisogna ancora studiare tempi e modalità”, ha detto Bruni. Mentre sulla assenza annunciata da tempo del patriarca Kirill e su un ipotetico incontro bilaterale con il presidente cinese, Xi Jinping, in Kazakhstan negli stessi giorni, il direttore della Sala Stampa vaticana non ha dato nessuna precisazione o aggiunta.