Ddl Zan, da cattolico sono imbarazzato: questa Chiesa non può rappresentarmi

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di Marco Predieri

Lettera aperta di un cattolico imperfetto che non si sente rappresentato da questo Chiesa omofoba e dalle sue indebite ingerenze politiche nell’iter legislativo italiano

Sono imbarazzato, umiliato e mi sento profondamente offeso nella mia adesione ai principi di amore e solidarietà espressi da quello stesso Vangelo che Santa Romana Chiesa troppo spesso sembra piegare, con eccesso di disinvoltura, alla superstizione bigotta o peggio ancora e con maggior dolo all’interesse del proprio potentato.

Mi chiedo altresì come si esprimerebbero oggi figure come il Cardinale Elia Dalla Costa, il Cardinale Piovanelli, Padre Balducci, Don Lorenzo Milani, Don Gallo sulla vergognosa e ipocrita interferenza della Santa Sede nel dibattito legislativo dello Stato Italiano, circa, per di più, un disegno di legge che mira solo a proteggere cittadini ingiustamente discriminati e spesso violentati, fisicamente e nelle propria interiorità, unicamente perché una certa “società moraleggiante” non “riconosce” il loro naturale diritto di essere semplicemente se stessi.

Di cosa ha paura questa Chiesa omofoba e vigliacca che oggi si allontana da Dio a gambe levate? O meglio, dalla quale Dio si allontana sdegnato… e se Cristo fosse sulla terra, immagino, per come leggo nel Vangelo, che non sarebbe certo tenero con simili farisei pronti a scagliare pietre. E sì che di peccati questa Chiesa curiale e opulenta, spesso lasciva e senza fede, ne commette e ne ha commessi parecchi. Sono sconcertato da battezzato, che non rinnega né intende rinnegare il proprio battesimo e la propria imperfetta e fragile fede; sono indignato e offeso da cattolico, come dal tradimento di una madre; sono moralmente umiliato nei miei sentimenti di credente che sempre meno si sente rappresentato da questo comitato d’affari al cui vertice siede un uomo in cui molti, me compreso e in modo sincero e partecipe, hanno riposto fiducia, speranza e che hanno guardato con la tenerezza di figli.

In un colpo solo anche questa certezza vacilla pericolosamente e più vacilla col passare delle ore, col suo silenzio e con le precisazioni ancor più miserabili e miserevoli, da classico sepolcro imbiancato, che a fronte dello sdegno che si leva anche da tanti ambienti cattolici, da tanti fedeli smarriti, la Curia Romana e la Cei provano a balbettare. “Ma non era un’ingerenza”, “è solo una nota verbale”, “doveva restare riservata” (peggio mi sento, vigliaccheria allo stato puro), “la chiesa esprime una preoccupazione, non impone”. Scusate, alti papaveri, ma ci avete preso proprio per fessi? Il vostro gregge lo vedete come un ammasso di pecoroni? Meglio fareste a scusarvi e a riscoprire il valore del silenzio e della penitenza.

Le chiese sono sempre più vuote, i giovani sempre più distanti… forse perché dove manca l’amore sincero anche il richiamo alla vita e alla fede vengono meno? Questa Chiesa omofoba, ipocrita, divisa e al soldo di qualche interesse politico non può rappresentare quell’ecumenismo che auspicano le Scritture e soprattutto non può rappresentare più le coscienze libere. La fede, insegna il Vangelo, è la prima delle Libertà che un uomo ha, ma qui non c’è fede, non c’è carità, non c’è più neppure speranza.

Una pagina nerissima è stata scritta sotto la Cupola del Vaticano, una pagina che imbarazza i cattolici imperfetti, quelli dalla fede fragile ma autentica, mentre esalta i bigotti, quelli dei riti e dei dogmi, quelli dalla fede salda ma falsa, pronti a odiare pur di aderire a un precetto morale che di morale non ha proprio nulla. Questa Chiesa non può rappresentarmi e credo non rappresenti più molti fragili cattolici imperfetti; ma proprio per questo penso, per senso di comunità, che proprio da noi piccoli fedeli smarriti debba levarsi una voce, anzi un grido, un grido di dolore.

Vogliamo lasciare la nostra Santa Madre Chiesa, la Chiesa fondata da Cristo, solo nelle mani dei bigotti, dei riti, del vuoto spento di chi non sa amare, di un odio che discrimina? La Chiesa non è il Vaticano, questo è ben scritto nel Vangelo, la Chiesa siamo noi tutti insieme, è la famiglia umana riunita in Cristo, la comunità, e penso che sia ora di ricordarlo a chi anziché servire si è convinto che il suo ruolo apicale sia quello di imporre e comandare.