Chiesa Cattolica – Italiana

Da Betlemme al mondo, gli scout portano la Luce della Pace “da costruire ogni giorno”

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

A scendere nella Grotta della basilica della Natività a Betlemme, per attingere alla fiammella della lampada ad olio che arde perenne da molti secoli, è stata quest’anno la dodicenne Sarah Noska di Altenberg, in Austria. Così, il 15 novembre scorso, è partita l’edizione 2022 della “Luce della Pace di Betlemme”, iniziativa lanciata nel 1986 dagli scout austriaci e che quest’anno, in Europa, assume un significato forte. Sarah, studentessa di una scuola impegnata da anni a raccogliere fondi di solidarietà grazie alla distribuzione della luce, sta aiutando una sua compagna di classe venuta da poco dall’Ucraina. “Attraverso di lei – ha detto – sperimentiamo in prima persona cosa significa non avere la pace”. Al termine dell’udienza generale del 14 dicembre, Sarah ha consegnato una lanterna con la Luce della Pace anche a Papa Francesco.

La cerimonia internazionale a Vienna e la staffetta ferroviaria

In questi giorni la Luce della Pace è arrivata anche in Italia, grazie al Movimento adulti scout cattolici italiani (Masci), che per la 26.ma volta sta organizzando la sua distribuzione, attraverso una staffetta ferroviaria partita il 17 dicembre da Trieste, con tappe in tutta la penisola, che coinvolgono più di 850 gruppi scout di tutte le associazioni, dall’Agesci (gli scout e guide cattolici) agli Scout d’Europa, Cngei e tante altre. Il tema scelto “Uniamo tutte le nostre forze per costruire la Pace”, è stato ricordato nella cerimonia internazionale di Vienna, il 10 dicembre, quando delegazioni da tutta Europa hanno attinto alla lampada portata da Sarah da Betlemme. Quest’anno la Luce brillerà in tutta Europa, negli Stati Uniti e anche in alcuni Paesi del Sud America.

La dodicenne austriaca Sarah Noska dona al Papa una lanterna con la Luce della Pace di Betlemme

La delegazione ucraina: trovare felicità anche nell’oscurità

A Vienna molte delegazioni hanno espresso le loro preoccupazioni e preghiere, più o meno esplicite, per la guerra in Ucraina, facendo anche riferimento ad ogni situazione di guerra nel mondo che calpesta e annienta la dignità di uomini e fratelli. Erano presenti anche gli scout ucraini che hanno sottolineato che quest’anno la cerimonia della consegna della Luce “ha un significato molto speciale per il nostro Paese”. Nonostante la guerra, infatti, “lo scautismo in Ucraina continua a operare” e gli scout “vogliono più che mai portare questa Luce di Pace nella nostra terra”. “Siamo venuti a questo mondo per vivere una vita significativa e felice – hanno aggiunto, citando lord Baden Powell, il fondatore dello scoutismo – ma dobbiamo affrontare tanti dolori e sofferenze. Il nostro compito come scout e persone è quello di non perdersi mai d’animo. La felicità può essere trovata anche nell’oscurità dei tempi, se solo ci si ricorda di accendere la Luce. Tutti noi preghiamo per la Pace e sappiamo che arriverà nella nostra terra. Questa Luce della Pace la porteremo in Ucraina come simbolo di speranza e di vita, perché tutti noi crediamo che la vita vincerà sulla morte e la luce sulle tenebre”.

La Luce della Pace anche nel presepe di sabbia di Jesolo

Negli stessi giorni a Jesolo (VE), all’inaugurazione del Presepe di sabbia che si realizza da vent’anni, è stata scoperta una scultura di sabbia intitolata “la Luce della pace” che ritrae quattro scout che simbolicamente ricevono la Luce della Pace da un angelo. Davanti a quest’opera il patriarca di Venezia Francesco Moraglia ha consegnato al confratello vescovo ausiliare di Kyiv, monsignor Oleksandr Yazlovetskyi, la Luce che è poi partita con il presule verso l’Ucraina come speranza di pace. “La pace si costruisce insieme”: è stato il messaggio che il vescovo ucraino ha mandato, come “voce” del dramma della guerra, fin dall’dall’inizio dell’aggressione russa in Ucraina. Un invito al sostegno, alla fratellanza e all’aiuto.

La scultura di sabbia “Luce della Pace” nella Jesolo Sand Nativity 2022

L’arrivo in Campidoglio e la distribuzione agli scout del Lazio

Infine sabato 17 dicembre la “Luce della Pace di Betlemme” è stata protagonista di un evento, organizzato dal Masci, che ha coinvolto altre nove associazioni scout, nella piazza del Campidoglio a Roma. Al centro della piazza, sotto il palazzo del Comune, una grande lanterna ha permesso a tutti i gruppi e comunità presenti di attingere alla fiammella proveniente da Betlemme. Una lanterna più piccola è stata consegnata anche al Sindaco, rappresentato dall’assessora all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti Sabrina Alfonsi, che indossava il fazzolettone azzurro del Masci in quanto capo scout per molti anni, prima del suo impegno in politica.

Costa (Masci): “Cerchiamo la pace già nelle relazioni di ogni giorno”

Ad aprire la cerimonia della consegna della luce, arricchita da canti scout e testimonianze di tutte le associazioni presenti, il presidente nazionale del Masci Massimiliano Costa, che ha ricordato, oltre all’Ucraina, gli altri 36 Paesi nel mondo dove si combattono guerre spesso dimenticate, e i duemila comuni italiani che in questi giorni accolgono la Luce delle Pace. Questa, ha sottolineato, “comincia nel modo col quale noi guardiamo il mondo: siamo costruttori di pace se la cerchiamo prima di tutto nelle relazioni quotidiane con gli altri”. Concetti approfonditi al microfono di Vatican News:

Ascolta l’intervista a Massimiliano Costa (Masci)

“Unire le forze per costruire la pace”, è il tema che avete scelto per questa edizione della “Luce della Pace di Betlemme”. Quale messaggio arriva dalla luce che si diffonde in Italia in questi giorni e da questa giornata a Roma?

La distribuzione della Luce della Pace vuol essere un impegno per tutti, gli scout in primis, per guardare la vita in modo diverso. Perché la pace non si costruisce solo con l’assenza di guerra, ma si costruisce nei comportamenti quotidiani, nelle relazioni quotidiane, nel rapporto tra gli uomini.

Gli scout ucraini a Vienna, il 10 dicembre, quando è stata consegnata la luce arrivata da Betlemme, hanno detto che “la felicità può essere trovata anche nell’oscurità dei tempi se solo ci si ricorda di accendere la Luce”. Una grande lezione per tutti…

Sì, perché nell’oscurità anche una piccola fiammella si vede e quindi la speranza, che per noi cristiani è certezza di un avvenimento che ci sarà, è forte. E io credo che gli scout ucraini, come tutta la popolazione ucraina in questo momento, vivano la speranza di un tempo diverso. Però tocca a tutto il mondo costruire questo tempo diverso e non può essere solo sulle loro spalle.

Il gruppo del Masci che ha organizzato la consegna della Luce della pace in Campidoglio, con Massimiliano Costa (quartto da sinistra) e l’assessore Alfonsi (con la fascia tricolore)

Lo scautismo non si è fermato in questi mesi in Ucraina, come non si è fermato in Italia durante il fascismo. Voi avete contatti con loro? Cosa stanno cercando di fare gli scout ucraini per il loro Paese in questo momento?

Io credo che siano inseriti nelle loro realtà, tanti testimoniano la volontà di arrivare ad un momento di pacificazione e di tregua. E questo in tante parti del mondo, perché la guerra non è sono in Ucraina, ma ci sono più di 50 guerre oggi attive nel mondo e in tante realtà lo scautismo vive momenti difficili. Pensiamo in Afghanistan, pensiamo nei Paesi dove c’è solo uno scautismo clandestino. Lo scautismo pensa all’uomo e pensa alle relazioni tra gli uomini e di conseguenza a portare avanti una testimonianza di accoglienza, di rispetto e di pace che è sempre una cosa che fa crescere l’umanità.

Sempre a Vienna, il messaggio e la preghiera della delegazione italiana è stato: non è difficile fare un sorriso, stringere la mano e nemmeno pregare, ma serve la forza. Come trasmettere questa forza ai ragazzi che sono qui in modo che arrivi anche a chi deve decidere?

La forza va trasmessa con la testimonianza, e questa a volte necessita di coraggio. Ma il coraggio non sono solo le grandi cose, ma sono i comportamenti quotidiani, è la vita giorno per giorno. Quindi ai più piccoli dobbiamo testimoniare che la pace è possibile nella quotidianità delle loro giornate. Con i potenti e i grandi dobbiamo insistere perché trovino i percorsi di incontro. Perché è facile rompere tutto, è difficile ricomporre e la pace è una ricomposizione lenta e faticosa, ma duratura.

La delegazione degli scout italiani che ha ricevuto la Luce della Pace a Vienna

Quest’anno la Luce di Betlemme in Italia arriverà anche i luoghi dove non è ancora mai arrivata?

Probabilmente sì, perché continua ogni anno a diffondersi sempre di più, in piccoli paesi di montagna come in borghi marinari. Io so che gli adulti scout di Agrigento cercheranno di portarla a Lampedusa, mare permettendo e banca permettendo. So con certezza che questa sera alle 00:30 con il treno che da Genova va a Ventimiglia arriva al confine gli adulti scout di Ventimiglia consegneranno la Luce agli adulti scout di Monaco, che a loro volta la diffonderanno nella Bassa Francia. Quindi è una fiamma che si diffonde ogni anno sempre di più è sempre più in realtà sperdute.

Qui a Roma quanto è significativo per il Masci e per tutti gli organizzatori, tutte le dieci associazioni che sono qui, essere in questo luogo, così istituzionale?

È importante essere al Campidoglio per il Masci, per l’Agesci e per tutti gli gruppi scout e le realtà scout associate che a Roma sono diverse. Perché il Campidoglio è il centro della capitale e quindi rappresenta un po’ l’unità di tutti, di tutta la nostra nazione, ma non solo. Quindi simbolicamente portare la luce alle istituzioni del Campidoglio significa portare la luce un po’ in tutti i Comuni d’Italia.

Il segretaro regionale Masci Cuccuru consegna all’assessore Alfonsi la lanterna con la Luce della Pace di Betlemme

L’assessore Alfonsi: “Una fiamma millenaria simbolo di diritti da difendere”

È stato il segretario regionale del Masci Alberto Cuccuru a consegnare la lanterna con la Luce di Betlemme alla rappresentante del sindaco di Roma, l’assessore all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei Rifiuti del Comune di Roma Sabrina Alfonsi. Cuccuru ha chiamato ‘fratelli’ gli ucraini ma anche i russi, ricordando che “non deve esserci mai un popolo nemico di un altro popolo” e che “come scout abbiamo da sempre fatto a meno dei confini”. Nel ricevere la Luce della Pace, l’assessore Alfonsi ha sottolineato che “il percorso scout ha costituito una parte importante e della mia vita e della mia formazione” e si è augurata che il portare nelle proprie case e parrocchie questa “fiammella millenaria, possa rappresentare per tutti l’impegno concreto dei singoli come dei Paesi a tessere relazioni di pace, di solidarietà, per la tutela dei diritti fondamentali di tutti e in particolare delle donne e delle bambine, che troppo spesso vedono ancora compromessi in molte zone del mondo”. Ecco le sue parole al nostro microfono:

Ascolta l’intervista all’assessore Sabrina Alfonsi

Cosa significa per le associazioni scout di Roma poter consegnare al Comune la Luce di Betlemme qui, in questa cornice così istituzionale?

È una grande emozione avere qui nella piazza del Campidoglio questo appuntamento, al quale partecipo da anni, sia come scout sia prima come presidente del Municipio, che come cittadina. E penso che stare qui significhi molto rispetto ai fatti che succedono nel mondo. Oggi parlare di pace è l’argomento più importante che noi dobbiamo trasmettere attraverso i gruppi scout, i ragazzi, i bambini, che devono essere protagonisti in questo cammino veramente difficile.

I simboli muovono il cuore: la Luce di Betlemme a Roma, ma soprattutto quando arriverà a Kyiv e speriamo anche a Mosca, potrà illuminare le tenebre di questa guerra?

Certo, tutto contribuisce a costruire la pace, anche i simboli e anche l’impegno di tante persone. Sicuramente serve per questo cammino. Purtroppo però credo che lì, in Ucraina, ci sarà un Natale al buio e quindi tutti noi dobbiamo lavorare per la costruzione di una pace. Una pace che pensavamo scontata: l’Europa pensava di aver superato questo e purtroppo le guerre, le tante guerre in giro per il mondo sembravano guerre lontane. Oggi noi abbiamo una guerra vicina e dobbiamo lavorare per la pace in Europa, per la pace nel mondo.

La “fiammella” dello scautismo non si è spenta dentro di lei: come la alimenta nel servizio in politica?

Io ho sempre detto: la politica è l’ultimo strato del servizio e quindi aver preso l’impegno di un servizio, quando avevo dieci anni, l’ho portato avanti fino ad arrivare a questo impegno per la mia città, in politica, che veramente è il servizio più alto.

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