Covid, scuola. In Italia manca l’intesa tra governo e presidi

Vatican News

Marco Guerra – Città del Vaticano

Dopo le festività natalizie, oggi è la giornata del rientro in classe per gli oltre 8 milioni di studenti italiani degli istituti di ogni ordine e grado. La riapertura delle scuole è avviene tra le perplessità del personale scolastico e di parte delle Regioni che avevano chiesto un rinvio dell’inizio delle lezioni in presenza di almeno un paio di settimane, per evitare il picco dei contagi di questi giorni e dare più tempo per innalzare la percentuale di studenti vaccinati che è ancora bassa nella fascia 5 – 11 anni.

Il governo punta sulla scuola in presenza

“La scelta di riportare tutti gli studenti in aula è motivata dall’evidenza che il prolungato e diffuso uso di una distanza provoca problemi alla vita di una comunità”, ha spiegato stamani in un’intervista radiofonica il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi. Il titolare di ministero ha quindi definito le scuole “un posto sicuro” ed ha sottolineato che è “ingiustificabile lasciare tutto aperto tranne la scuola”. “I docenti sospesi come no vax sono pochi, sotto l’1% – ha aggiunto – e le assenze per malattia sono contenute e in linea con il passato. A gennaio c’è il picco delle assenze e per farvi fronte abbiamo rinnovato i contratti ai cosiddetti docenti Covid e ci abbiamo messo 400 milioni”. Secondo il ministro c’è quindi “un disposto sufficientemente flessibile che da una parte stabilisce il principio del ‘tutti a scuola’, dall’altro, laddove ci siano dei problemi, dà la possibilità di ricorrere alla distanza”.

La nota del ministero

Intanto il governo, tramite un ricorso al Tar della Campania, ha impugnato l’ordinanza del governatore, Vincenzo De Luca, che lascia chiuse elementari e medie fino a fine mese. Una misura in contrasto con il decreto da poco approvato che contiene anche le nuove regole sulla sicurezza sanitaria le quarantene. Ieri il ministero dell’Istruzione ha inviato alle scuole una nota operativa con le indicazioni per l’applicazione delle nuove misure per la gestione dei casi di positività al coronavirus contenute nel decreto legge approvato lo scorso 5 gennaio in Consiglio dei Ministri. 

Le regole in caso di positività

Le condizioni per la gestione dei casi di positività variano a seconda del grado. Nelle scuole materne, con un solo positivo si sospende la presenza per dieci giorni. Alle elementari con un positivo l’attività scolastica prosegue mediante test rapido o molecolare da ripetere dopo cinque giorni; in caso di due o più contagiati, tutta la classe passa in Dad per dieci giorni. Le regole sono più complesse per le scuole medie e superiori, dove i vaccini per queste fasce di età sono disponibili da mesi: con un positivo si attiva l’autosorveglianza e l’uso delle Ffp2; con due positivi passa in Dad chi non è vaccinato, mentre gli altri restano in classe in autosorveglianza e con Ffp2; la Dad per tutti scatta con tre positivi.

I presidi: presto 200mila classi in dad

Tra il personale scolastico restano però le preoccupazioni per la gestione della didattica in presenza in una cornice complessiva di aumento dei contagi. Le previsioni della rivista specializzata Tuttoscuola parlano di 200mila classi in Dad entro 7 giorni da oggi. Una stima confermata anche dal presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, Antonello Giannelli, che ha commentato così la decisione dell’esecutivo: “Quello che il governo non ha voluto fare lo farà la pandemia. A mio avviso sarebbe stato preferibile rinviare l’apertura di 2-3 settimane per raggiungere gli obiettivi che al momento non sono raggiunti. Il governo ha compiuto una scelta legittima sulla quale io non sono d’accordo. Ma questo è normale un uno stato democratico”.

Suor Murru (Fidae): boom di positivi tra docenti e studenti

“La qualità della relazione educativa non può essere sostituita da niente, ci stupisce quindi la reazione del governo, perché nessun preside che può avere i ragazzi in presenza si ostinerebbe a chiedere la didattica a distanza se non ci fosse un’emergenza di fatto” spiega a VaticanNews suor Paola Murru, vicepresidente della Fidae (Federazione di Scuole Cattoliche primarie e secondarie) e preside del Liceo Maria Ausiliatrice di Roma, che riferisce di numerosi casi di positività tra professori, personale scolastico e studenti. In particolare i contagi tra i docenti mettono a rischio la possibilità di garantire le lezioni in presenza, “tanti sono positivi asintomatici pur avendo fatto tre dosi, era inevitabile che questo avvenisse con i tamponi a tappeto fatti in questi giorni”.

Difficoltà nelle comunicazioni con le Asl

La vicepresidente della Fidae concorda con la richiesta dei presidi di rinviare le lezioni in presenza per superare il picco dei contagi previsto per fine gennaio e invita a gestire nel migliore dei modi la dad: “Stiamo affiancando le scuole con sportelli di sostegno psicologico ma crediamo che non possono essere due settimane a fare la differenza, non dobbiamo demonizzare la dad che non va abusata ma c’è momento e momento per usarla in maniera adeguata, noi abbiamo varato delle regole di qualità, come tenere sempre la telecamera accesa e avendo sempre un contatto visivo, si può lavorare bene anche in Dad”. Suor Murru pur riconoscendo l’insostituibilità della relazione e della presenza chiede al governo di poter procedere con scelte in autonomia per ogni scuola.  La preside ricorda anche le difficoltà con le Asl che non rispondono subito riguardo le segnalazioni di casi di positività: “Le linee guida non sono chiarissime e bisogna verificarle nel dettaglio per capire se si sta facendo bene o male. La gestione delle attività didattiche è quindi molto complessa”.