Isabella Piro e Gabriella Ceraso – Città del Vaticano
Nel cuore di Papa Francesco ancora l’Africa e quanti stanno soffrendo le conseguenze della pandemia senza risorse e strutture adatte. Più di cinque milioni le persone colpite solo nel continente e più di quattro milioni le vittime in tutto il mondo. Già lo scorso 11 agosto due ventilatori polmonari portatili, dieci scatole di maschere chirurgiche e altro materiale medico è giunto all’Ospedale cattolico “Buon Pastore” di Siteki, in Eswatini lo Stato del sud africano che conta oltre 34mila casi di coronavirus, con più di 900 decessi. In quell’occasione il vescovo di Manzini, monsignor José Luis Ponce de León nel ringgraziare il Pontefice ne aveva sottolineato il ruolo attivo e di guida in questa difficile fase della vità dell’umanità.
E l’attività papale non si ferma. A distanza di qualche giorno, difronte agli oltre 5.500 i casi di coronavirus in Liberia, Paese africano che, ad oggi, conta 245 decessi, Francesco ha fatto giungere nella diocesi di Monrovia, all’ospedale cattolico “San Giuseppe” un cospicuo quantitativo di dispositivi medici. La donazione del Papa è stata consegnata al nosocomio mercoledì 25 agosto dal Nunzio apostolico locale, l’arcivescovo Dagoberto Campos Salas, alla presenza del segretario generale della Conferenza episcopale nazionale (Cabicol), padre Dennis Cephas Nimene. Si tratta di farmaci antisettici; ventilatori; mascherine; caschi per la respirazione; ossigeno e visiere protettive.
Una solidarietà che non si ferma
Anche in questo caso non si è fatto attendere il grazie giunto da padre Nimene che ha anche ricordato come l’attenzione del Papa risalga già all’inizio della pandemia nel 2020, con il sostegno all’operato della Chiesa cattolica in Liberia anche attraverso donazioni in denaro, pari a 40mila euro. “Quest’ultima offerta – ha sottolineato il segretario generale della Cabicol – rappresenta quindi il prosieguo di una lunga solidarietà”. D’altra parte nel Paese africano le vaccinazioni proseguono a rilento, finora solo lo 0,6 per cento della popolazione ha ricevuto una doppia dose di siero.
Da ricordare che, in Liberia, la Chiesa cattolica gestisce 22 strutture sanitarie, per le quali l’ospedale “San Giuseppe”, gestito dall’Ordine di San Giovanni di Dio (Fatebenefratelli), rappresenta un punto di riferimento. Nel 2014, ha ricordato infatti padre Nimere, “l’intero staff del nosocomio, sia religioso che laico, ha affrontato la pandemia di Ebola. E da allora, si stanno facendo molti sforzi per preparare il personale ed attrezzate adeguatamente la struttura di fronte ad emergenze simili”. Intanto, conclude il segretario generale della Cabicol, “la Chiesa cattolica supporta la campagna di vaccinazione anti-Covid, cercando di incoraggiare i fedeli a sottoporsi alla somministrazione delle dosi previste”.