Conferenza sulla Libia: sanzioni contro chi ostacola le elezioni

Vatican News

Marco Guerra – Città del Vaticano

Garantire le libere elezioni previste per il 24 dicembre, agire contro la tratta degli esseri umani, attuare il cessate il fuoco e sostenere un piano di ritiro dei mercenari. Sono questi gli impegni contenuti nella dichiarazione finale della Conferenza internazionale sulla Libia che si è svolta oggi a Parigi, voluta dal presidente francese Emmanuel Macron, in cogestione con Italia e Germania.

Sanzioni contro chi ostacola elezioni

Circa venti tra capi di Stato regionali e internazionali, tra cui la vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris, hanno stabilito che saranno varate sanzioni contro coloro che all’interno o all’esterno del Paese, “cercheranno di ostacolare, mettere in discussione o manipolare” le elezioni previste per il 24 dicembre. Chiedono inoltre che le elezioni presidenziali e legislative, siano “regolari”, “inclusive” e “credibili”.

Il ritiro dei mercenari

I leader presenti a Parigi hanno inoltre espresso “pieno sostegno all’ampio ‘Piano d’azione per il ritiro di mercenari, combattenti stranieri e forze straniere dal territorio libico’ sviluppato dalla Commissione Militare Congiunta 5+5 in linea con la risoluzione 2570 (2021) del Consiglio sicurezza Onu anche attraverso il tempestivo sviluppo delle tempistiche, come primo passo verso la piena attuazione dell’accordo di cessate il fuoco del 23 ottobre 2020 e della risoluzione 2570 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”. Si legge ancora nella dichiarazione finale della Conferenza di Parigi sulla Libia.

Migranti e tratta

Nel documento conclusivo della Conferenza c’è spazio anche per l’annoso tema dei migranti e della tratta di esseri umani: “I partecipanti sono responsabili e si impegnano a condannare e agire contro tutte le violazioni e gli abusi contro i migranti, il contrabbando e la tratta di esseri umani”. “Tutte le violazioni e gli abusi sui migranti nonché tutte le altre violazioni del diritto internazionale umanitario e del diritto internazionale dei diritti umani in Libia, che costituiscono una minaccia alla pace e alla sicurezza internazionali, possono essere una base per la designazione di sanzioni mirate del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, compreso il divieto di viaggio e il congelamento dei beni”, si legge ancora nel testo. La conferenza ha poi riconosciuto “gli sforzi e l’impegno delle autorità provvisorie libiche nel risolvere i problemi relativi alla migrazione nonostante le sfide sul campo”.

Impegno contro il terrorismo

La dichiarazione conclusiva riafferma anche l’impegno per la piena attuazione dell’accordo per il cessate il fuoco del 23 ottobre 2020 e accoglie positivamente la riapertura della strada costiera. Si riafferma poi la necessità di combattere il terrorismo in Libia con ogni mezzo, nel rispetto della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale. Il tal senso si sottolinea “il ruolo importante dei libici in materia di lotta al terrorismo sul loro territorio” e si chiede a tutte le parti di “dissociarsi dai gruppi e dagli individui designati come terroristi dalle Nazioni Unite”.